sabato 28 novembre 2015
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​Altro che deserti, monti o mari, in realtà sono i fiumi a fare la storia di Israele, anzi la storia dell’umanità. Un fiume, infatti, esce dall’Eden secondo il racconto della Genesi, il primo libro dell’Antico Testamento, e un fiume scorre nella città di Dio di cui parla l’Apocalisse, l’ultimo libro del Nuovo Testamento. È chiaro quindi che i corsi d’acqua hanno un ruolo fondamentale nella vita del popolo di Dio: essi sono il simbolo della vita, anzi sono il simbolo della vita che viene donata, che “arriva” dall’alto proprio come l’acqua in un fiume scorre a partire dalle zone a maggior altitudine beneficando i territori che attraversa. Il fiume che sgorga dall’Eden, il giardino in cui vivevano Adamo ed Eva in una condizione di felicità perfetta, poi, si divide in quattro diversi corsi, due ben identificabili (il Tigri e l’Eufrate) e due dai nomi misteriosi (il Pison e il Ghicon). In realtà in natura di solito succede il contrario, cioè l’unione di più affluenti dà vita a un unico fiume. Come mai allora la Bibbia contraddice questa esperienza comune? Il messaggio è chiaro: la vita che proviene da Dio non si riduce ma si moltiplica, si espande, abbraccia tutto il creato, giunge ovunque e non segue la nostra logica umana. Per Israele, inoltre il Tigri e l’Eufrate hanno un valore storico molto particolare, perché sono i fiumi di Babilonia, cioè della terra dove il popolo di Dio fu deportato nel corso del VI secolo prima di Cristo. Sulle rive di quei fiumi gli israeliti hanno sofferto ma hanno anche sperato, hanno coltivato il sogno di tornare un giorno alla propria terra. Nell’immaginario biblico, insomma, il Tigri e, soprattutto l’Eufrate, hanno un significato mitico e ricordano che la vita è spesso segnata da sofferenze ma nonostante tutto è percorsa da rivoli di speranza. Questa ambiguità nel racconto biblico è attribuita anche al Nilo, il fiume d’Egitto che ricorda la prigionia, con i lavori forzati. Anche in questo caso, però, le acque del fiume sono simbolo di speranza: dal Nilo infatti viene tratto in salvo Mosè, colui che guiderà Israele alla terra promessa. Sulle sue rive, insomma, ha avuto inizio la grande storia che ha portato all’Esodo, alla grande alleanza del Sinai e quindi al profondo rapporto d’amore tra Dio e il suo popolo. Se l’Eufrate è il terzo fiume più nominato nella Bibbia con una trentina di ricorrenze, il Nilo occupa il secondo posto, apparendo circa 40 volte. Nella classifica dei fiumi biblici, però, il primo posto spetta al fiume per eccellenza, il Giordano, che appare ben 200 volte e al quale, vista la sua importanza, dedicheremo l’intera prossima puntata della rubrica.
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