giovedì 13 giugno 2024
Il Pontefice vedrà tra gli altri Biden, Macron, Lula, Erdogan, Zelensky e la direttrice del Fondo monetario internazionale, Georgieva. Meloni: «Giornata storica, lo dico con orgoglio»
Un incontro tra il Papa e la premier italiana Giorgia Meloni

Un incontro tra il Papa e la premier italiana Giorgia Meloni - Vatican Media, repertorio

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Quando il Papa giungerà a Borgo Egnazia, domani 14 giugno alle 12,30, avrà già incontrato in Vaticano più di un centinaio di comici di 15 Paesi. Una specie di G7 della risata, per Francesco che non ha mai fatto mistero di chiedere tra le altre cose, nelle sue preghiere quotidiane, il buon umore. Ne avrà sicuramente bisogno per tuffarsi nel G7 vero, quello iniziato stamane tra gli ulivi di Puglia che tanto ricordano la pace (grande assente in molte parti del mondo, speriamo non anche nel vertice). E per instillare un po’ di speranza (e di buon umore appunto) in questa riunione.

Il programma e i 10 bilaterali

Pace e intelligenza artificiale, lo ha anticipato martedì scorso lo stesso Pontefice, saranno i temi del suo intervento pubblico. E quindi non è difficile ipotizzare che lo siano anche degli incontri bilaterali in agenda. Dieci secondo quanto annunciato oggi dalla Sala Stampa della Santa Sede: prima del discorso quello con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il francese Emmanuel Macron, il primo ministro del Canada, Justin Trudeau e il direttore del Fondo monetario Internazionale, Kristalina Georgieva. Dopo l’intervento gli altri sei: nell’ordine William Samoei Ruto, Presidente del Kenya; Narendra Modi, Primo Ministro dell'India; Joseph Biden, Presidente degli Stati Uniti; Luiz Inácio Lula da Silva, Brasile; Recep Tayyip Erdoğan, Turchia e Abdelmadjid Tebboune, Algeria.

Al suo arrivo il Papa sarà accolto dalla premier italiana Giorgia Meloni, che ha sottolineato: «Sarà una giornata storica. Lo dico con un pizzico di orgoglio. Sono orgogliosa che avvenga sotto la presidenza italiana del G7». Quindi il trasferimento in golf car alla residenza riservata, dove sono previsti i primi colloqui bilaterali. Alle 14.05 Meloni accoglierà ufficialmente il Papa nella corte di Borgo Egnazia (foto ufficiale). Alle 14.15 nella Sala Arena il Papa partecipa alla Sessione comune, e pronuncia il suo discorso, al quale seguono gli altri interventi. Alle 17.30 la foto ufficiale di tutti i partecipanti. A seguire gli altri incontri bilaterali. Il decollo è previsto alle 19.45 dal campo sportivo di Borgo Egnazia. L'atterraggio all'eliporto vaticano è previsto per le ore 21.15.

Il tema della povertà e della pace

L’elenco dei bilaterali (soprattutto quello con la direttrice del Fmi) fa intuire che accanto a pace e intelligenza artificiale, nelle parole del Papa potrebbe affacciarsi anche la questione della povertà, tra l’altro strettamente connessa con gli altri due temi. Proprio ieri Francesco ha pubblicato il Messaggio per la Giornata mondiale dei poveri del prossimo 17 novembre. “La preghiera del povero sale fino a Dio”, il tema. Con la sottolineatura che “i poveri hanno un percorso privilegiato nel cuore di Dio”. Chiaro che per il Pontefice questa preghiera debba arrivare anche alle orecchie dei governanti. E sarà proprio lui a farsene voce, magari chiedendo la cancellazione del debito estero dei Paesi più poveri, come ha già anticipato nella Bolla di indizione del Giubileo e ribadito qualche giorno fa in un discorso.

E’ soprattutto un appello alle coscienze quello del Vescovo di Roma. Che infatti nel Messaggio di ieri sottolinea: “La violenza provocata dalle guerre mostra con evidenza quanta arroganza muove chi si ritiene potente davanti agli uomini, mentre è miserabile agli occhi di Dio. Quanti nuovi poveri produce questa cattiva politica fatta con le armi, quante vittime innocenti. Eppure non possiamo indietreggiare”.

L'intelligenza artificiale

Francesco non indietreggerà certo davanti ai potenti del mondo. E anche sulla questione dell’intelligenza artificiale è ipotizzabile che torni sulle questioni dell’algoretica già evidenziate nei due messaggi sull’argomento diffusi quest’anno. Quello per la Pace del 1° gennaio scorso e quello per la Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, il 24 gennaio. Magari per riproporre l’esortazione rivolta alla Comunità delle nazioni nel primo dei due testi: “Adottare un trattato internazionale vincolante, che regoli lo sviluppo e l’uso dell’intelligenza artificiale nelle sue molteplici forme. L’obiettivo della regolamentazione, naturalmente, non dovrebbe essere solo la prevenzione delle cattive pratiche, ma anche l’incoraggiamento delle buone pratiche, stimolando approcci nuovi e creativi e facilitando iniziative personali e collettive”.

La lettura sinottica dei due messaggi fornisce molteplici spunti di riflessione, che potrebbero ricevere ulteriore conferma e incremento dal discorso di oggi al G7. Innanzitutto l’evidenziazione dei rischi di un uso distorto dell’IA, nei processi informativi (si veda il Messaggio per la Giornata delle comunicazioni). La costituzione di “nuove caste basate sul dominio informativo”, “nuove forme di sfruttamento e di diseguaglianza; oppure se, al contrario, porterà più eguaglianza, promuovendo una corretta informazione”, “inquinamento cognitivo”, “alterazione della realtà tramite narrazioni parzialmente o totalmente false eppure credute – e condivise – come se fossero vere”. E ancora “la discriminazione, l’interferenza nei processi elettorali, il prendere piede di una società che sorveglia e controlla le persone, l’esclusione digitale e l’inasprimento di un individualismo sempre più scollegato dalla collettività. Tutti questi fattori – sottolinea il Papa nel messaggio di Capodanno - rischiano di alimentare i conflitti e di ostacolare la pace”. Una preoccupazione, questa, legata anche ai progressi nell’uso bellico dell’intelligenza artificiale e alla “ricerca sulle tecnologie emergenti nel settore dei cosiddetti sistemi d’arma autonomi letalil. “L’esclusiva capacità umana di giudizio morale e di decisione etica è più di un complesso insieme di algoritmi - sottolinea Francesco -, e tale capacità non può essere ridotta alla programmazione di una macchina che, per quanto “intelligente”, rimane pur sempre una macchina. Per questo motivo, è imperativo garantire una supervisione umana adeguata, significativa e coerente dei sistemi d’arma”.

Naturalmente non ci sono solo i pericoli. “I sistemi di intelligenza artificiale possono contribuire al processo di liberazione dall’ignoranza e facilitare lo scambio di informazioni tra popoli e generazioni diverse”. E promettono anche “un risparmio di fatiche, una produzione più efficiente, trasporti più agevoli e mercati più dinamici, oltre a una rivoluzione nei processi di raccolta, organizzazione e verifica dei dati”.

In sostanza, dunque, le sfide che l’intelligenza artificiale pone non sono solo tecniche, ma anche antropologiche, educative, sociali e politiche, ha avvertito più volte il Papa. E da che parte penderà la bilancia, “dipende da noi”. Cioè, “spetta all’uomo decidere se diventare cibo per gli algoritmi oppure nutrire di libertà il proprio cuore, senza il quale non si cresce nella sapienza”. Concetti che potrebbero essere ribaditi anche al cospetto dei grandi della Terra.

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