
Papa Francesco all'uscita dal Policlinico Gemelli lo scorso 23 marzo - Agenzia Romano Siciliani
Il Papa continua il suo graduale e lento miglioramento sotto diversi punti di vista. Il punto della situazione, nel tredicesimo giorno di convalescenza, è stato fatto stamattina dalla Sala Stampa della Santa Sede. "Francesco continua la terapia farmacologica e dedica molto tempo alla fisioterapia respiratoria e motoria, che fanno segnare un lieve miglioramento sia per la mobilità e la respirazione, sia per l'articolazione vocale". Sempre la Sala Stampa precisa che "nel corso della giornata il Pontefice si serve della ossigenoterapia a flussi normali e nella notte ha talvolta bisogno degli alti flussi. La quantità di ossigeno richiesto - viene fatto notare - è comunque diminuita sia nell'uno che nell'altro caso rispetto a qualche tempo fa". I macchinari, infatti, permettono di dosarla secondo la necessità. Anche gli "indicatori infettivi sono in lieve miglioramento come testimoniato dalle analisi del sangue".
Per quanto riguarda l'attività lavorativa, il Papa continua a ricevere documenti e dossier da esaminare. Il suo umore è buono. "Oggi - ha riferito la Sala Stampa vaticana - ha seguito in collegamento televisivo la predica di Quaresima e il 2 aprile scorso la Messa per Giovanni Paolo II, celebrata dal cardinale Pietro Parolin". Non ci sono state visite in questi giorni e non ha mai lasciato l'appartamento. Per l'Angelus di domenica, qualcosa di più preciso si saprà domani. Così come nessuna decisione è stata ancora presa per i riti di Pasqua.
In mattinata un pensiero per il Papa è giunto dal predicatore della Casa Pontificia, Roberto Pasolini, all'inizio della terza predica di Quaresima. "Un saluto particolare al Santo Padre, a cui abbiamo dedicato tutte le meditazioni e gli esercizi di questa Quaresima, e in particolare questa, che si intitola: 'Sapersi rialzare' - ha detto il cappuccino nell'Aula Paolo VI. Ci auguriamo che questa forza con cui Cristo si è risollevato dalla morte venga infusa anche al Santo Padre, per potersi rialzare e riprendere un po' il timone della Chiesa in questo tempo del Giubileo".
A sua volta il Pontefice si è fatto presente tramite un messaggio ai pellegrini slovacchi giunti a Roma per il Giubileo con il presidente Peter Pellegrini. "Avrei tanto desiderato essere presente tra voi per condividere questo momento di fede e di comunione, ma sono ancora convalescente e dunque mi unisco a voi attraverso la preghiera e con tutto il mio affetto". "Il vostro pellegrinaggio - osserva il Pontefice - è segno concreto del desiderio di rinnovare la fede, di rafforzare il legame con il Successore di Pietro e di testimoniare con gioia la speranza che non delude, perché nasce dall'amore effuso dal Cuore trafitto di Cristo e riversato in noi dallo Spirito Santo". Di questa speranza "il presente Giubileo ci chiama a diventare pellegrini in tutta la nostra vita, e il viaggio a Roma, con il passaggio delle Porte Sante e le soste presso le tombe degli Apostoli e dei Martiri, è il pegno di questo cammino di ogni giorno, proteso verso l'eternità". "Per voi, sorelle e fratelli slovacchi - sottolinea il Papa -, è un itinerario che si inserisce nella ricca tradizione cristiana della vostra terra, fecondata dalla testimonianza dei santi Cirillo e Metodio e di tanti altri santi e sante, che da oltre mille anni la irrigano con il Vangelo di Cristo".