La seconda mostra di presepi realizzati da artigiani locali chiuderà il 7 gennaio. Qui "Natale sui monc di Mavignola" (primi decenni del ‘900) di Bruna e Bice: i nonni si scaldano al focolare, nelle mani la lettera del figlio emigrato.
Alcuni dei presepi esposti sono scavati nel legno che viene raccolto nella pineta intorno al fiume Sarca, altri sono realizzati con materiale di recupero, altri al tombolo, con pigne secche, o ricevuti in prestito da collezioni private
L’idea di trasformare la frazione in un labirinto di presepi spetta all’unico residente, il 30enne Andrea Binelli; la realizzazione è stata a cura dell’Associazione Piazza viva di Tione.
“Alla semplicità della vita contadina” di Nicholas Maestri. Un fienile costruito in legno e cemento, che ritrae la semplicità della nascita di Gesù Bambino, circondato da Maria e Giuseppe, il bue e l’asinello.
“Il presepe ai giorni nostri” di Andrea Binelli. Che cosa accadrebbe se venisse al mondo Gesù ai giorni nostri? Il bue e l’asinello si trasformerebbero in termosifoni ad olio, i Re Magi si dirigerebbero alla mangiatoia a bordo di un autobus e in soccorso di Giuseppe e Maria giungerebbe un elicottero.
“Alla quotidianità di una famiglia” di Benedetta Maestri. Un presepe che ritrae l’intimità della casa e della famiglia. La natività viene riprodotta utilizzando legno e lana, riproducendo la cucina di una casa, dove Maria accudisce il piccolo arrivato e Giuseppe veglia su di loro, occupandosi del fuoco del caminetto presente sullo sfondo. La semplicità della scena è poi arricchita da elementi di uso quotidiano, quali il tavolo da pranzo e la legna accatastata sotto la scala.
“Presepe in ebano” di Carlo Morandi. Gli abitanti del villaggio accorrono alla capanna per accogliere il nuovo nato. Un presepe costruito con legno d’ebano che porta nel deserto africano.
“Peruviani verso la capanna” di Pietro Panteghini. Un presepe costruito con le pigne della Val Rendena e che rappresenta il popolo peruviano che accoglie con gioia il nuovo nato. Un tronco intagliato raffigura la capanna e gli scenari circostanti
Torniamo come bambini” di Gabriele Maffei Un presepe tradizionale costruito con pezzi di legno dipinti e modellati.
“E’ nato il Redentore” di Stefano Panizza. Presepe realizzato a mano su pannelli di poliestere sovrapposti e incollati.
Pimunt, un pugno di case contadine trentine, fienili e mangiatoie sotto la protezione del parco Adamello Brenta, delle Belle arti e dell'Unione Europea. Ci abita solo una persona, il trentenne Andrea Binelli, ma dai giorni di Natale sono almeno 100 al giorno i visitatori che a piedi, dieci minuti in salita, arrivano in questo borgo tra Pinzolo e Sant’Antonio di Mavignola (Trento) per la seconda edizione della mostra di presepi realizzati da artigiani sia del posto, sia di Tesero, di Fai della Paganella e della Valle di Sole. Alcuni sono scavati nel legno che viene raccolto nella pineta intorno al fiume Sarca, altri sono realizzati con materiale di recupero, altri al tombolo, con pigne secche, o ricevuti in prestito da collezioni private. L’idea di trasformare la frazioncina in un labirinto di presepi spetta all’unico residente, la realizzazione – con luci notturne, musica, proiezioni – è stata a cura dell’Associazione Piazza viva di Tione: “La gente del posto è molto affezionata alla tradizione del presepe – spiega Ilaria Salvaterra – e il nostro interesse è non solo offrire qualche cosa di inedito, ma anche di mantenere viva l’attenzione per i borghi di montagna, che rappresentano il nostro patrimonio ambientale “. La mostra, che si chiude domenica 7 gennaio, ha una pagina Facebook (Presepi a Pimunt) con video e foto.