Per una Unione Europea «forte ed efficace», e che «sia leader globale nella transizione verso uno sviluppo sostenibile, climaticamente neutrale e trainato dal digitale», per una Ue «nella quale ci possiamo tutti identificare, certi di aver fatto tutto il possibile a beneficio delle generazioni future. Insieme possiamo raggiungere quest’obiettivo».
È questo l’augurio del presidente Sergio Mattarella, nella lettera ai cittadini europei firmata assieme ad altri 20 capi di Stato dei Ventisette in occasione della Giornata dell’Europa, nel 71esimo anniversario della Dichiarazione Schuman. È la seconda volta che la Festa dell’Europa avviene in tempo di pandemia, circostanza che ha ricordato l’importanza della «reciproca solidarietà» mostrando pure «i punti di forza dell’integrazione europea, così come le sue debolezze. Di tutto ciò è necessario parlare», si legge nel testo. La Conferenza sul futuro dell’Europa, scrive Mattarella con gli altri capi di Stato, rappresenta una «occasione unica per plasmare il nostro comune futuro».
Nonostante l’Ue a volte «sembri mal equipaggiata», scrive Mattarella, di fronte alle molte sfide dell’ultimo decennio «siamo ben consapevoli che sarebbe molto più difficile per ciascuno di noi se fossimo da soli». Sfide che chiedono di «sviluppare nuovi metodi e nuove soluzioni» e la Conferenza sul futuro dell’Europa «crea uno spazio di dialogo, dibattito e discussione» sulle aspettative sull’Ue di domani. «Dobbiamo pensare al nostro futuro comune: per questo vi invitiamo a unirvi alla discussione e a trovare insieme il percorso da seguire», concludono i capi di Stato dell’Ue.
Con una cerimonia presso la sede del Parlamento europeo di Strasburgo, la Conferenza sul futuro dell’Europa sarà inaugurata questo pomeriggio alle 14 con gli interventi del presidente del Parlamento europeo Sassoli, della presidente della Commissione Von der Leyen e del premier portoghese Costa in rappresentanza delle principali istituzioni europee, mentre il presidente francese Emmanuel Macron – che lanciò l’idea di una conferenza nel marzo 2019 con una lettera a tutti i cittadini europei – farà un discorso di benvenuto. E della Conferenza si è naturalmente parlato anche al “Ventotene Europa festival”, che si svolge in questi giorni nell’isola nel Mar Tirreno nell’anno dell’80esimo anniversario della prima stesura del documento fondativo del movimento europeista. La Conferenza, ha affermato il presidente dell’Europarlamento David Sassoli nel suo saluto agli studenti partecipanti al festival, è una «valida occasione per coinvolgere attivamente le opinioni pubbliche». Per far diventare l’Europa «un vero attore globale è fondamentale individuare strumenti più efficaci, più flessibili, più resilienti». Ma prima ancora, ha aggiunto Sassoli, «dobbiamo rinnovare il nostro patto democratico» coinvolgendo «istituzioni nazionali e locali», «società civile, i giovani, le università», insieme a «imprese», «mondo della ricerca e del lavoro».
L’Europa, ha ricordato nel suo saluto la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, nello scegliere un anno fa di affrontare insieme la crisi sanitaria della pandemia, come richiesto dall’Italia, ha affrontato «lo stesso dilemma fondamentale che il Manifesto di Ventotene affrontò 80 anni fa». L’Europa, mettendo poi in campo il Next Generation Eu «ha agito esattamente in questa direzione» e la Conferenza, ha concluso Von der Leyen «è la nostra occasione per discutere della visione condivisa di ciò che vogliamo diventi la nostra Unione». Infine il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Enzo Amendola, nel ricordare come il Piano nazionale di ripresa e resilienza presentato dall’Italia e le conclusioni del vertice di Porto, dove si è discusso del «pilastro sociale europeo». L’Europa, ha concluso Amendola citando Schumann «non sarà costruita tutta insieme», ma «sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto».