
L'intervento della presidente Ursula von Der Leyen a Strasburgo - ANSA
«Questo scontro è un errore degli Usa, non è nell'interesse di nessuno. Quella tra Ue e Stati Uniti è la relazione commerciale più grande e prospera al mondo e staremmo tutti meglio se potessimo trovare una soluzione costruttiva. L'Europa non ha iniziato questo scontro. Non vogliamo per forza vendicarci, ma abbiamo un piano forte per vendicarci se necessario»: Così la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen alla plenaria del Parlamento europeo, che parla di «contromisure molto decise, se necessario».
Una prospettiva che chiama in causa il governo italiano, anche per i rapporti che la nostra premier mantiene nella famiglia dei Conservatori, con la nuova Amministrazione Usa. La politica commerciale è «competenza della commissione europea», quindi la risposta ai dazi Usa deve essere dell'Ue, sottolinea il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, esponente del partito di Giorgia Meloni, smontando il proposito della Lega di andare, invece, a trattative individualizzate sul piano nazionale. «È come se la regione Basilicata decidesse di fare una sua politica estera - spiega Urso, senza citare gli alleati -, la politica estera non è di competenza della Regione, ma della nazione. Così, la politica commerciale è competenza dell'Unione, e quindi della Commissione europea. E non da ora», ricorda. Tuttavia frena sulla minaccia di ritorsioni: «In un mondo sempre più caotico occorre avere cautela e responsabilità ed è quello che chiediamo alla nostra Ue. Aspettiamo le decisioni di Trump perché spesso ha detto delle cose e fatto altre. Aspettiamo le decisioni e prepariamo la nostra risposta, ma dovrebbe essere evitata l'escalation». Perché, porta alla luce la linea di Palazzo Chigi, «se agiamo con contromisure, dice riferendosi all'Ue, ci facciamo male da soli. La soluzione non è quella di reagire meramente creando una escalation nella guerra commerciale che avrebbe solo perdenti, ma quello di avere una politica strategica più ampia creando nuovi accordi bilaterali, per esempio con l'India».
Sulla stessa linea, da Strasburgo, un altro esponente autorevole di Fdi, il viceministro agli Esteri, Edmondo Cirielli: «All'Italia non piacciono mai i toni forti, comprendiamo che i dazi implicano una risposta ma pensiamo che la prima risposta deve essere quella negoziale, è necessario evitare toni alti», avverte, dopo l’intervento in aula dalla presidente della Commissione Ue.