giovedì 31 marzo 2022
Mentre iniziano i primi preparativi per la Pasqua ortodossa si prega e si accoglie chi ha bisogno. La testimonianza della badessa, madre Serafima
La madre badessa Serafima del monastero dell’arcangelo Michele di Odessa

La madre badessa Serafima del monastero dell’arcangelo Michele di Odessa - Ansa

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L’arcangelo Michele, nella teologia cristiana ortodossa, come in quella cattolica, è considerato il principe delle schiere celesti. Protettore delle forze armate in molti Paesi di tradizione cristiana – perché venerato come colui che combatte e vince il male – è presente addirittura nello stemma della Federazione russa. Ma soprattutto, è il patrono di «tutte le Russie», dove da mille anni gli viene accordato il titolo di «Archi stratega dell’esercito di Dio».

Una nota peculiare del culto a san Michele arcangelo, è che lo si ritrova in tutte le grandi tradizioni religiose, compreso l’islam.

Anche a Odessa, città profondamente multietnica e multireligiosa, con una forte comunità ebraica, una presenza musulmana rilevante e le confessioni cristiane che convivono da sempre, esiste un monastero ortodosso dedicato a Lui. La badessa di questo luogo è madre Serafima o “babushka” Serafima, come la chiamano tutti.

Con la comunità di circa un centinaio di suore, dall’inizio del conflitto, si sta prodigando per assicurare assistenza, cure, aiuti di ogni genere agli sfollati, ai malati, a chi è maggiormente esposto. Tutti sono accolti, senza distinzioni di fede.

Non è difficile vedere una donna musulmana preparare il pranzo per gli ammalati accanto a una novizia ortodossa. In una enorme stanza sono raccolti i vestiti donati per i rifugiati. In un’altra cominciano già i primissimi preparativi per la Pasqua ortodossa, che sarà comunque celebrata. Sfollati, malati, indigenti sono ospitati in un’ala ad hoc del complesso. Una parte dei giardini si è trasformata in un grande rifugio per gatti. «Ci prendiamo cura anche di loro». Al “dialogo interreligioso del fare”, le religiose abbinano momenti intensi di orazione.

«La Chiesa è contro la guerra, e io prego con i russi perché finisca. Entrambi non abbiamo nulla a che fare con questo conflitto. Putin non ha certo consultato la Chiesa ortodossa prima di invadere l’Ucraina. Cristiani ortodossi, cattolici, ebrei, musulmani, nessuno vuole questo conflitto. Mi hanno fatto molto piacere le parole di papa Francesco: i suoi messaggi contro la guerra fanno bene», racconta la badessa.

Il monastero di san Michele ha una storia travagliata. Chiuso negli anni Venti e riaperto nel 1941, nel primi anni Sessanta fu di nuovo soppresso. Solo con la caduta dell’Urss, ha ripreso le attività: «Ora la guerra – conclude madre Serafima – non ci costringerà a chiudere: resteremo aperti, pronti ad accogliere e aiutare, tutti».

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