Bombardamenti russi dal mare su Odessa - Fotogramma
Il ministero degli Esteri russo ha convocato l'ambasciatore americano John Sullivan per una protesta riguardo alle dichiarazioni del presidente Joe Biden sul presidente russo Vladimir Putin ("sì, penso che sia un criminale" aveva detto Biden), dichiarazioni che - si legge nella nota diffusa a Mosca - sono "inaccettabili e non degne di uno statista di così alto rango" e che hanno "messo le relazioni Usa-Russia sull'orlo della rottura".
Nel colloquio telefonico che Joe Biden oggi ha avuto con Emmanuel Macron, Olaf Scholz, Mario Draghi e Boris Johnson si è "discusso delle loro gravi preoccupazioni riguardo alle tattiche brutali della Russia in Ucraina, compresi gli attacchi ai civili". È quanto si legge in un comunicato della Casa Bianca in cui si riferisce del colloquio di oggi, durante il quale "è stato ribadito il continuo sostegno all'Ucraina, che comprende l'assistenza militare ai coraggiosi ucraini che stanno difendendo il loro Paese dall'aggressione russa, l'assistenza umanitaria per i milioni di ucraini che stanno fuggendo dalle violenze".
Mentre viene annunciato un nuovo coprifuoco a Kiev e Odessa denuncia bombardamenti dal mare che hanno colpito edifici residenziali, neanche dal tavolo dei colloqui arrivano notizie confortanti. Sono durati un'ora e mezzo oggi i negoziati in videoconferenza tra le opposte delegazioni, e continuano nel formato dei gruppi di lavoro, riferisce la Tass. "L'incontro è durato dalle 10.30 alle 12 con le delegazioni ufficiali, poi sono arrivati di nuovo i gruppi di lavoro. Oggi lavoriamo tutto il giorno", ha detto un membro della delegazione ucraina e capo della fazione Sn, David Arahamiya, citato dall'agenzia Unian. Ma che si arrivi a risultati concreti è difficile da sperare, tanto più che il cessate il fuoco non sarebbe neppure sul tavolo.
"La Russia non è seria riguardo ai colloqui di pace" ha detto Alexander Rodnyansky, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, alla Bbc. Rodnyansky sostiene che i colloqui mirano a "intrappolare l'Occidente nel pensare che ulteriori sanzioni non siano necessarie. Hanno usato questi colloqui come un modo per distrarre l'attenzione da ciò che sta accadendo sul campo di battaglia. Non si cerca la pace e allo stesso tempo si bombardano città su larga scala".
Dal canto suo, il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha detto che per il momento è escluso un incontro fra il presidente russo Vladimir Putin e Zelensky in quando le posizioni delle parti sono ancora troppo distanti. Il Cremlino incolpa Kiev di non voler veramente negoziare.
Sull'eventualità di sanzioni sull'energia, che l'Unione Europea sta valutando, Peskov ha detto che "gli Stati Uniti non avrebbero nulla da perderci", ma "la decisione di imporre l'embargo sulle forniture di petrolio russo peggiorerà l'equilibrio energetico in Europa colpendo tutti". Il vicepremier russo Aleksandr Novak, citato dalla Tass, ha detto che "è impossibile" per l'Europa al momento fare a meno del gas russo, mentre per quanto riguarda il greggio le compagnie petrolifere russe hanno iniziato a reindirizzare i flussi verso Est.
Intanto la Russia ha vietato Meta per il suo coinvolgimento in "attività estremiste". Un tribunale di Mosca ha riconosciuto le attività di Instagram e Facebook, social network di proprietà di Meta, come estremiste e le ha bandite dall'operare nel Paese, scrive la Tass. Stando alla giudice Olga Solopova, il tribunale ha approvato la mozione presentata dall'ufficio del procuratore generale.
Mariupol rifiuta la resa. "Entrerà nella storia come Guernica"
È cominciata con un bombardamento notturno a Kiev la 26esima giornata di guerra in Ucraina, mentre scadeva, alle 5 del mattino, l'ultimatum russo per la resa di Mariupol, città assediata da settimane e allo stremo perché mancano acqua, elettricità e c'è poco cibo. La Russia aveva assicurato un passaggio sicuro per tutti coloro che avessero deposto le armi, ma Kiev ha respinto la proposta di resa della città, che costituisce un asset strategico in quanto consentirebbe a Mosca di completare il ponte terrestre dai territori del Donbass sotto controllo russo alla Crimea.
"La resa non è un'opzione", ha dichiarato la vicepremier Iryna Vereshchuk aggiungendo che l'Ucraina "chiede che le forze russe consentano immediatamente un passaggio sicuro" per l'evacuazione dei civili. In una lettera, il ministero della Difesa russo sosteneva però che avrebbe stabilito un corridoio umanitario solo se Mariupol si fosse arresa.
Una cittadina di Mariupol, Nadezda Sukhorukova, ha scritto su Facebook: "Sono sicura che morirò presto. È questione di giorni. In questa città tutti aspettano costantemente la morte. Vorrei solo che non fosse così spaventosa". Sukhorukova fa dei suoi post una sorta di diario di guerra, un racconto dalla città portuale martoriata. Racconta di "cadaveri messi sui balconi, di un silenzio da cimitero dappertutto, di una città che ora borbotta nei sotterranei". Rifugi e cantine dove la gente trova rifugio "ormai senza cibo, né acqua, né medicine". Solo ieri Nadezda è riuscita a fuggire attraverso uno dei corridoi umanitari, quello verso Mangush.
"Mariupol entrerà a far parte delle città che sono state completamente distrutte dalla guerra. Guernica, Conventry, Aleppo, Grozny", ha detto il console greco a Mariupol, Manolis Androulakis, l'ultimo diplomatico europeo a lasciare, martedì scorso, la città. "Spero che nessuno veda mai quello a cui ho assistito io".
Stando a quanto scrive il Kyiv Independent, che cita come fonte la municipalità di Mariupol, migliaia di residenti verrebbero obbligati a trasferirsi in Russia: "I civili verrebbero portati in campi dove i russi controllano i loro cellulari e i loro documenti per poi deportarli verso città remote della Russia". Il controllo dei cellulari servirebbe ai russi a stabilire se si tratta di combattenti o loro familiari, così come far spogliare chi esce dalla città - anche questo è testimoniato e riportato da diversi media - servirebbe a identificare i nazionalisti del Battaglione Azov, per i particolari tatuaggi (LEGGI QUI).
Un'altra denuncia forte arriva da Lyudmila Denisova, commissaria per i diritti umani del parlamento di Kiev, che parla di civili ucraini uccisi, derubati o usati dai russi come scudi umani nella città di Trostyanets, nella regione di Sumy. La Denisova sui social riferisce di "posti di blocco nemici attorno al perimetro della città, postazioni di artiglieria sono state installate vicino alla stazione, altre attrezzature sono state collocate in città tra edifici amministrativi, vicino a negozi, edifici residenziali" sapendo che in questo modo le forze di Kiev non avrebbero osato lanciare attacchi missilistici o di artiglieria. Peraltro - continua - "gli invasori stanno costringendo i civili a sedersi di notte nelle strade vicino a postazioni dell'esercito usandoli come scudi umani". La Denisova riferisce di uccisioni di civili in città e distruzioni di infrastrutture civili, cui si aggiungono saccheggi indiscriminati. "Tutti i negozi, i bancomat, le farmacie della città sono devastati. I russi derubano le case locali, prendono auto, entrano negli appartamenti, da dove tirano fuori cose, gioielli, prodotti". I russi avrebbero anche aperto il fuoco contro l'ospedale locale e alcune abitazioni uccidendo tre pensionati. La Denisova ha quindi chiesto l'apertura di un corridoio umanitario per l'evacuazione dei civili in città.
Per il capo dell'autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk, Denis Pushilin, potrebbe non bastare una settimana per prendere il controllo di Mariupol. "Non sono così ottimista sul fatto che bastino due o tre giorni o anche una settimana per chiudere la questione. Sfortunatamente no, la città è grande" ha detto, citato da Interfax.
Borrell (Ue): "A Mariupol un immenso crimine di guerra"
"Quello che sta accadendo a Mariupol è un immenso crimine di guerra, qualcosa di orrendo, lo dobbiamo condannare in modo netto, la città è completamente distrutta" ha detto l'Alto rappresentante per la politica estera Ue, Josep Borrell. "Questa non è guerra ma la distruzione di un Paese senza considerazione delle leggi della guerra perché anche la guerra ha delle leggi. Moralmente, la Russia ha perso la legittimità. Putin merita la più netta condanna del mondo civilizzato", ha aggiunto.
Spari sulla folla pacifica a Kherson
Le truppe russe hanno aperto il fuoco su una folla pacifica di civili a Kherson, nel sud dell'Ucraina. Lo riportano i media internazionali mostrando un video che circola sui social. Nel video si vedono i civili che si radunano in una piazza della città portuale nel sud, occupata dai russi, per un'iniziativa pro Ucraina quando all'improvviso iniziano il lancio di granate e gli spari da parte, scrivono gli autori del video, delle forze russe. Nelle proteste, viene riferito, sono rimaste ferite almeno due persone.
Bombe su centro commerciale a Kiev: 8 morti
Nella capitale i bombardamenti hanno investito alcune case e un centro commerciale nel quartiere di Podil, nel quale è scoppiato un vasto incendio che ha reso necessario l'intervento di 11 squadre dei vigili del fuoco: il bilancio è di otto vittime.
Nella regione di Sumy, bersagliata da caccia russi diretti verso il centro dell'Ucraina, c'è stata una perdita di ammoniaca da un impianto chimico: le autorità hanno lanciato l'allarme per due villaggi entro i 2,5 chilometri dal sito, raccomandando agli abitanti di prendere precauzioni. Più tardi il sindaco, su Telegram, ha rassicurato: situazione sotto controllo.
Nuovo allarme anti-aereo a Leopoli. Le sirene hanno suonato attorno alle 9.30 ora locale. È la terza volta in meno di dodici ore che dagli altoparlanti della città dell'ovest arriva l'ordine di correre nei rifugi.
Due navi russe sono apparse in un'incursione a distanza nel porto di Odessa e hanno aperto il fuoco "in modo indiscriminato". Lo ha riferito su Telegram il portavoce del quartier generale operativo dell'amministrazione militare regionale di Odessa Serhiy Bratchuk. L'artiglieria delle Forze armate ucraine avrebbe aperto il fuoco in risposta e avrebbe allontanato le navi dalla riva.
Un attacco con missili ha colpito un'area di addestramento militare a Rivne, nella parte nord-occidentale dell'Ucraina, a circa 300 km a ovest di Kiev. Lo riportano i media internazionali, citando un video in cui il governatore dell'oblast di Rivne, Vitaliy Koval, spiega che le forze russe hanno colpito una zona di addestramento militare con due missili.
Dall'inizio della guerra, sono 115 i bambini uccisi e 148 quelli feriti, stando al bilancio aggiornato della Procura Generale di Kiev. Il numero più alto si registra nella regione di Kiev (58) seguita da quelle di Kharkiv (38), Cernihiv (31) e Donetsk (29).
Le mosse della diplomazia internazionale
E mentre per oggi è attesa la ripresa dei colloqui tra Kiev e Mosca in formato online, continua a muoversi la diplomazia internazionale. La Svizzera sarebbe pronta a ospitare negoziati tra Russia e Ucraina, o comunque a fare da mediatore. "Le armi tacciano presto", ha detto il presidente svizzero Ignazio Cassis atteso oggi al confine tra Polonia e Ucraina. E in Polonia si recherà questo venerdì Joe Biden: a Varsavia il presidente americano incontrerà il so omologo polacco Andrzej Duda, ha annunciato la Casa Bianca.
Per oggi pomeriggio è prevista una telefonata tra il leader Usa, il premier Mario Draghi, il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il primo ministro britannico Boris Johnson per discutere - dice l'amministrazione Biden - "di una risposta coordinata all'attacco immotivato della Russia all'Ucraina". Johnson ha intanto detto di aver parlato ieri con Zelensky e di voler "promuovere gli interessi" di Kiev a vertici di Nato e G7 di questa settimana.
Verso sanzioni più dure. Zelensky: fermate il commercio con la Russia
Sul fronte delle sanzioni, da Washington arriva la minaccia i estendere le misure alle "vette più alte" dell'economia russa. Il vice consigliere per la Sicurezza nazionale americano Daleep Singh ha spiegato che le sanzioni potrebbero essere ampliate ancora di più e applicate ad altri obiettivi tra cui più banche e "altri settori" che non sono stati ancora toccati. "Non voglio specificarli, ma penso che Putin saprebbe cosa sono", ha detto Singh.
E anche la Polonia intende confiscare proprietà e beni russi, ha affermato il premier Mateusz Morawiecki, che oggi ha in programma un incontro con l'opposizione nel quale discutere di come "congelare e confiscare le proprietà russe" in territorio polacco. "Da un lato ci sono restrizioni costituzionali per tali azioni, legate al diritto di proprietà; dall'altro sempre più polacchi non riescono a capire perché non possiamo farlo nel nostro Paese, come gli italiani che invece hanno confiscato gli yacht degli oligarchi russi", ha detto Morawiecki.
In un video il presidente ucraino Zelensky ha invitato i leader europei a cessare tutti gli scambi commerciali con la Russia. "Per favore non sponsorizzate le armi di guerra della Russia. Niente euro per gli occupanti. Chiudete loro tutti i vostri porti. Non esportate loro le vostre merci. Negate le risorse energetiche. Spingete perché la Russia lasci l'Ucraina", ha detto Zelensky.
Hackerato il social media russo VKontacte
Arrivano intanto notizie secondo le quali il social media VKontacte (Vk), il Facebook russo, è stato hackerato e usato per inviare ai suoi utenti informazioni sulla guerra di Mosca contro l'Ucraina, incluse le difficoltà dell'esercito russo e il bombardamento di infrastrutture civili. Dall'account ufficiale del social network sarebbero partiti messaggi come: "L'esercito russo ha distrutto molte città pacifiche e più di 5.000 civili, di cui 100 bambini, sono morti".