mercoledì 8 gennaio 2025
Scarcerata stamattina a Teheran la giornalista arrestata in Iran il 19 dicembre. L'arrivo a Ciampino accompagnata dal direttore dell'Aise. La telefonata ai genitori della premier Giorgia Meloni
Il commovente abbraccio di Cecilia Sala coi suoi genitori all'arrivo in Italia

Il commovente abbraccio di Cecilia Sala coi suoi genitori all'arrivo in Italia - Reuters

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Libera. Cecilia Sala è tornata a casa ieri pomeriggio con un volo di Stato. La giornalista italiana - arrestata in Iran il 19 dicembre, nonostante i permessi che aveva ottenuto dalle autorità iraniane per svolgere il suo lavoro - è stata rilasciata ieri mattina. L’aereo, un Falcon 900 di Palazzo Chigi, era decollato poco dopo le 11 da Teheran per riportare in Italia l’inviata de Il Foglio e di Chora Media. L’atterraggio è nell’area militare “31° Stormo” dell’aeroporto romano di Ciampino. Sui comodi divanetti del jet trireattore, che può portare solo dodici passeggeri, con la giornalista c’è anche il direttore dell’Aise, l’Agenzia informazioni e sicurezza esterna: Giovanni Caravelli infatti è andato personalmente a Teheran per prendere Cecilia Sala. Un particolare che indica una volta di più la delicatezza del caso.

A Ciampino i carrelli del Falcon toccano terra pochi minuti dopo le 16. Pantaloni e maglietta scura sotto una giacca cerata british, zaino su una spalla, gli occhiali da sole appesi al colletto della maglia, Cecilia Sala scende da sola dall’aereo di Stato. Il teleobiettivo indiscreto di un fotoreporter riesce a cogliere, attraverso una finestra del terminal, la prima immagine del suo ritorno: l’abbraccio liberatorio sulla pista di atterraggio con il compagno e collega giornalista Daniele Raineri. «Ciao, sono tornata», sono invece le prime parole inviate attraverso un messaggio vocale ai colleghi di Chora Media, la Podcast company italiana per cui lavora.

L'altro abbraccio al compagno Daniele, appena atterrata, colto dai fotoreporter da una finestra del terminal di Ciampino

L'altro abbraccio al compagno Daniele, appena atterrata, colto dai fotoreporter da una finestra del terminal di Ciampino - Ansa

Ad accoglierla a Ciampino in una saletta riservata ci sono i genitori, Renato Sala e Elisabetta Vernoni. «Papà ti voglio bene, finalmente questa parentesi si è chiusa», sussurra Cecilia al padre. E ci sono la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. La giornalista è emozionata, la premier le stringe le braccia, Cecilia ricambia. Nell’aria per un attimo c’è un abbraccio che però non si materializza. «Bentornata! Non dire niente, adesso devi solo stare serena, ok? - le dice Meloni - Sono qui per ringraziarti e dirti che sei stata forte». La giornalista giunge le mani per ringraziare. È sorridente, forse un po’ dimagrita, come si vede nell’istantanea pubblicata dai profili social de Il Post, dove lavora il compagno della giornalista. «Le ho detto che la aspettiamo in Campidoglio», dice il sindaco Roberto Gualtieri, che ringrazia «il governo, la diplomazia e quanti si sono adoperati con successo per liberarla».

Via da Ciampino, ora. Il corteo di auto con scorta percorre l’Appia fino ad arrivare a Roma. Destinazione via Salaria, caserma dei Ros, dove l’inviata viene ascoltata dai carabinieri. L'incartamento, secondo quanto si apprende, sarà poi trasmesso, come da prassi, all'autorità giudiziaria. Poi nei prossimi giorni magistrati e carabinieri ascolteranno nuovamente Sala per ricostruire le ultime settimane passate in Iran. Dopo l'audizione dei Carabinieri, Cecilia finalmente torna nella sua casa romana.
In serata le arriva anche il messaggio di felicitazioni della Conferenza episcopale italiana. «Siamo felici per il ritorno di Cecilia Sala - dice il segretario generale della Cei, mons. Giuseppe Baturi -. Apprezzo profondamente il lavoro di questa donna, che si assume il rischio di raccontare ciò di cui è testimone, pur di incontrare e condividere ciò che vede. Cecilia Sala appartiene a quella categoria di giornalisti che si assumono rischi pur di testimoniare la realtà, e questo è particolarmente significativo in un momento storico in cui sembriamo ripiombati in logiche preoccupanti. Corriamo il rischio di rassegnarci ad azioni discutibili, trattandole come semplici questioni politiche, ma quando c'è di mezzo la dignità della persona umana, è necessario levare un grido per salvaguardarla», ha concluso Baturi.

La stretta di mano commossa tra Cecilia Sala e la premier Giorgia Meloni

La stretta di mano commossa tra Cecilia Sala e la premier Giorgia Meloni - Ansa

Soddisfazione e un bel po’ di orgoglio nei palazzi delle istituzioni. Il plauso all’azione del governo arriva prima di tutto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che esprime alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni i suoi complimenti per il ritorno. Mattarella poi telefona alla mamma di Cecilia, che aveva incontrato nei giorni successivi all'arresto. La notizia arriva anche a Bruxelles e raccoglie la «soddisfazione» della Commissione, trasmessa dalla portavoce della Commissione europea, Paula Pinho.
La giornata che mette fine alle tre settimane di incubo si apre con l’attesa notizia della liberazione dal carcere di Evin. La conferma ufficiale della liberazione arriva da Palazzo Chigi, suscitando gioia e sollievo bipartisan, della maggioranza come delle opposizioni.
L’esecutivo, mentre il Falcon è ancora in volo, spiega che «grazie a un intenso lavoro sui canali diplomatici e di intelligence, la nostra connazionale è stata rilasciata dalle autorità iraniane e sta rientrando in Italia. Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni - si legge nel comunicato - esprime gratitudine a tutti coloro che hanno contribuito a rendere possibile il ritorno di Cecilia, permettendole di riabbracciare i suoi familiari e colleghi». La nota del governo rivela che la premier «ha informato personalmente i genitori della giornalista» per telefono.

«Diplomazia e lavoro di squadra: Cecilia Sala sta tornando a casa!», il commento del vicepremier e ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani prima di recarsi a Ciampino. «Cecilia Sala liberata, è in viaggio per l’Italia, bentornata!» dichiara anche l’altro vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini. Grande soddisfazione del presidente della Camera Lorenzo Fontana: «Esprimo un ringraziamento a tutti coloro che hanno contribuito alla sua liberazione: dalle autorità italiane, impegnate con determinazione, al personale diplomatico e a quanti hanno collaborato per giungere a questo risultato. A Cecilia Sala va il nostro abbraccio, con l’augurio che possa presto ritrovare serenità accanto ai suoi cari». In Senato (come anche a Montecitorio), la notizia è accolta dall’Assemblea in piedi e con un lungo applauso. A dare l’annuncio la presidente di turno Mariolina Castellone. «Esprimo profonda e commossa gratitudine al governo e alla nostra diplomazia - dichiara il presidente del Senato, Ignazio La Russa - per l’impegno straordinario che ha permesso di ottenere, in tempi rapidissimi, un risultato davvero eccezionale».

In serata, il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha comunicato ufficialmente che per la liberazione della giornalista l'Italia «non ha pagato una lira». Mentre dagli Stati Uniti, il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca John Kirby, ha ribadito che l'amministrazione Biden non è stata coinvolta nell'operazione. «Il caso di Cecilia Sala - ha spiegato Kirby - è stata una decisione del governo italiano».

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