È tornata la calma su avenue Bourghiba, la strada nel cuore di Tunisi che per tutta la giornata di oggi è stata il cuore delle protesta per l'omidicio di Chokri Belaid. Ma per domani, si preannuncia un venerdì di fuoco per la Tunisia, il più caldo dalla rivoluzione dei gelsomini che due anni fa rovesciò Ben Ali. L'Ugtt, il più grande sindacato tunisino, ha accolto l'appello del'opposizione laica e per la prima volta dal 1978 ha proclamato uno sciopero nazionale che paralizzerà il Paese nel giorno dei funerali di Chokri Belaid, il leader dell'opposizione laica assassinato mercoledì mattina.L'Ugtt, che con mezzo milioni di iscritti ed è uno dei più potenti sindacati del mondo arabo, si unisce all'astensione dal lavoro già avviata da giudici e avvocati. Domani, dopo la preghiera del pomeriggio, il feretro di Belaid sarà trasferito nel cimitero di Djellaz, il più importante di Tunisi, ed è facile prevedere che la tensione nella capitale sarà altissima.Nella giornata di oggi, proteste e scontri sono proseguiti, alimentati dalla spaccatura di Ennahda, il partito islamico moderato al governo. Dopo una riunione notturna, i vertici hanno bocciato la proposta di un esecutivo tecnico per gestire l'emergenza avanzata dal premier filo-islamico Hamad Jebali, sostenendo che questa fase delicata deve essere gestita da "politici".
Fermato l'autista di BelaidSul fronte delle indagini c'e da registrare il fermo dell'autista di Belaid di cui ha dato notizia al-Arabiya. Il40enne Zied Tahri è stato torchiato per ore dopo che una vicina aveva affermato di averlo visto scambiare frasiamichevoli con il commando che ha ucciso il leader del partito dei patrioti. Il fratello del 48enne leader del Movimento dei patrioti democratici, Abdel Majid, ha puntato il dito contro Ennahda per l'assassinio e ha chiesto ai suoi esponenti di non presentarsi ai funerali. «Il messaggio per i tunisini è: state zitti o vi ammazziamo», ha tuonato. Da parte loro gruppi islamici hanno diffuso su Internet l'invito a non esprimere condoglianze per la morte di Belaid, considerato un «apostata» e un «infedele».La tensione resta altissima in tutto il Paese. A Tunisi, la polizia ha lanciato gas lacrimogeni sulla folla nei pressi del ministero dell'Interno. Scontri anche a Gafsa, nel centro del Paese nordafricano, dove una folla inferocita ha circondato l'ufficio del governatore. I manifestanti anti-islamisti hanno lanciato bombe molotov contro gli agenti, che hanno reagito con i lacrimogeni.
Il vicario di Tunisi. La morte di Belaid, attentato al diritto e alla libert'à«Esprimiamo tutta la nostra vicinanza e solidarietà alla famiglia, agli amici e al popolo tunisino così provati da questa morte che attenta al diritto, alla libertà e al pluralismo. Condanniamo fortemente l'uso della violenza». Con queste parole padre Nicolas Lhernould, vicario generale dell'arcidiocesi di Tunisi, commenta l'omicidio di Chokri Belaid.Per il vicario «si è trattato di un attentato contro l'intera popolazione» come testimoniano le manifestazioni spontanee in corso in tutto il Paese ed in particolare nel luogo simbolo della capitale che è l'Avenue Bourghiba. «La nostra speranza - ha aggiunto - è che questa morte possa servire a far nascere un Paese più unito, democratico e rispettoso dei diritti». Il vicario auspica l'aiuto dell'Unione europea e la formazione di un governo di unità nazionale: «Mai come adesso vanno messe in campo tutte quelle energie positive che guardano alla riconciliazione, al dialogo e all'unità come strumenti per superare la crisi economica e per ridare fiducia alla gente che non chiede divisioni».