C’era anche il nuovo "camioncino lunare" della Nasa alla parata di Washington, pochi giorni fa, per l’insediamento di Obama. Una conferma indiretta che l’ente spaziale americano torna nuovamente a considerare la Luna una meta strategica delle esplorazioni spaziali, a quarant’anni dallo sbarco di Apollo 11 sulla superficie del nostro satellite. Il 2009 si annuncia come l’anno del rilancio spaziale. Da parte statunitense è atteso il primo viaggio di prova del nuovo razzo Ares 1, che nei prossimi anni lancerà la nuova navicella Orion destinata inzialmente a portare gli astronauti sulla Stazione spaziale internazionale (ISS) e in seguito – agganciata a un modulo di sbarco – l’uomo sulla Luna. Sempre per gli USA, come per le 16 nazioni che partecipano al programma del-l’ISS, questo è l’anno in cui la base verrà finalmente abitata in permanenza da sei astronauti, il doppio rispetto alla 'capienza' attuale. Ma quest’anno saranno molto attivi nello spazio anche europei e giapponesi. Il Programma Constellation, avviato dalla Nasa nel 2004, procede a passo spedito. È nato dopo l’annuncio della Nuova Visione per l’Esplorazione Spaziale, lanciata da Bush cinque anni fa, che dovrebbe essere ereditata dall’Amministrazione Obama, il quale punta su un forte rilancio in vari settori della ricerca scientifica e tecnologica, esplorazione spaziale compresa. Il nuovo 'Lunar Rover', guidato dall’astronauta Michael Gerhnardt durante la parata di Washington, è solo uno dei componenti della futura esplorazione selenica che la Nasa intende portare avanti, con la prospettiva di costruire una base scientifica permanente capace di ospitare gli astronauti che diventeranno i primi 'coloni' del satellite. Continua, insomma, quella che è stata definita «lunamania» e che investe molti Paesi.
Il raddoppio degli astronauti. Per quanto riguarda la Stazione spaziale, le cinque missioni delle space shuttle in programma per quest’anno, e le successive quattro del 2010, dovranno completare la più grande struttura mai realizzata: estesa come un campo da calcio (compresi tralicci di supporto, pannelli solari, ecc), dalla prossima estate diventerà pienamente operativa e in grado di ospitare equipaggi di varie nazioni fino al 2020. Il raddoppio della sua capienza abitativa (6 astronauti anziché 3 com’è accaduto finora) permetterà di portare avanti a tempo pieno il lavoro scientifico in orbita, fino ad oggi in parte trascurato perché le energie dei tre a bordo sono molto assorbite per garantire il funzionamento e la manutenzione della struttura. Grazie al "raddoppio", garantiscono i responsabili del programma, sarà possibile ottenere importanti risultati per la realizzazione di nuovi prodotti in condizioni di relativa assenza di gravità, come farmaci, materiali super-resistenti, nuove leghe, oltre allo studio sempre più accurato del fisico di uomini e donne per preparare le future missioni sulla Luna e i viaggi verso Marte. La missioni degli shuttle in programma sono ancora dieci compresa quella di riparazione del telescopio Hubble; la prossima, della navetta Discovery, partirà il 12 febbraio, col compito di aggiungere nuove componenti al grande mosaico della stazione spaziale. Poi, dal 2010, ne è previsto il 'pensionamento'; ma prima che tutte e tre le navette della flotta Nasa diventino pregiati pezzi da museo (in questa direzione già si sarebbero prenotate alcune istituzioni americane), c’è uno studio affidato ad un team di esperti per prolungarne il programma. I risultati arriveranno nei prossimi mesi, ma è certo che se gli shuttle verranno messi a terra nel 2010, la Nasa per cinque anni non potrà disporre di una navicella per inviare nello spazio i propri astronauti. Il primo volo con astronauti della nuova "Orion" è infatti previsto per il 2015. Pur con tutta l’affidabilità delle capsule russe Sojuz, una sola navicella non sembra sufficiente per cinque anni a garantire le missioni alla stazione spaziale, a maggior ragione quando, dal 2010, la base sarà del tutto operativa. Ecco perché negli Usa c’è molta attesa per il primo lancio di prova dell’esile razzo "Ares 1-X", in programma per il prossimo 9 luglio da Cape Canaveral. È questo infatti il razzo che dovrà lanciare la "Orion": non si tratterà più di 'aerei spaziali' come lo shuttle, ma di capsule come le vecchie e gloriose Apollo, più capienti e dotate di nuovi e sofisticati apparati tecnologici per la guida, la navigazione, e la sicurezza degli astronauti.
I programmi dei concorrenti. Molto attivi anche gli altri Paesi. La Russia aumenterà il numero di lanci per la stazione spaziale, tra le Sojuz e gli invii di navicelle-cargo automatiche 'Progress' verso la stazione spaziale, e avrà come di consueto dei propri cosmonauti sia sulla stazione spaziale, sia a bordo delle Sojuz. E se la Cina si prenderà una pausa momentanea nei lanci con astronauti (ma inizierà a preparare gli appuntamenti del 2010 e ha in programma già per quest’anno una serie di lanci di satelliti), l’India si gode il primato della sua prima sonda lunare e pensa a realizzare una navicella con astronauti da lanciare attorno al 2015, mentre il Giappone lancerà il suo primo 'cargo automatico' verso la stazione spaziale, e progetta anch’esso una propria 'autonomia spaziale abitata', per portare astronauti nipponici in orbita entro il 2020. L’ Europa va in controtendenza, e anziché puntare sulle capsule, da quest’anno torna a progettare una navetta spaziale e ha già avviato il programma ExoMars per l’invio di un rover su Marte. Proseguiranno poi i lanci di satelliti del razzo Ariane 5 e si attende il primo viaggio del nuovo razzo "Vega", nato da un’idea tutta italiana. Ma l’Europa continuerà ad essere protagonista dello scenario spaziale con i numerosi programmi dell’Agenzia Spaziale Europea; oltre alle importanti missioni di satelliti scientifici, presenterà quest’anno un nuovo gruppo di astronauti, compreso un italiano (o un’italiana?). A questo proposito, per dicembre spicca la missione shuttle che vedrà protagonista in particolare l’Italia e la nostra industria: lo shuttle porterà sulla stazione il "Nodo-3", ultima sezione di interconnessione tra vari elementi della struttura orbitante, sopra il quale vi sarà la "Space Cupola", una sorta di "postazione belvedere dello spazio", attorniata da finestrini con vetri super-resistenti per osservare ad occhio nudo le operazioni esterne alla stazione, o per effettuare osservazioni astronomiche. La sonda giapponese Selene in orbita lunare. Nel corso di quest’anno torneranno sul satellite gli americani con la sonda LRO, ma di recente vi sono andati anche europei, cinesi e indiani. Quarant’anni fa, con la missione Apollo 11, il primo sbarco di un uomo A sinistra, il telescopio spaziale Hubble, realizzato in collaborazione tra Nasa ed Ente spaziale europeo. In maggio partirà la prossima missione per la sua riparazione. A destra, un giapponese e sei americani compongono l’equipaggio del prossimo shuttle, in partenza il 12 febbraio da Cape Canaveral, la storica base spaziale in Florida.