Bambini soldato. Infanzie violate. Oltre 9.000 bambini combattono nel brutale conflitto civile che da metà dicembre insanguina il
Sud Sudan: bambini la cui infanzia viene tradita e sacrificata
per l'orrore della guerra. La dichiarazione shock arriva dall'
Alto commissario Onu per i diritti umani, Navi Pillay, la quale
ha affermato che il Paese è "vicino al disastro".
Da Giuba, Pillay ha spiegato che i minori sono reclutati sia
dalle forze governative del presidente Salva Kiir, sia dai
miliziani del suo ex vice, Riek Machar, ora leader dei ribelli.
Ma quello dei minori utilizzati da eserciti e gruppi armati
durante i conflitti è diventato un "problema globale", come lo
ha definito il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon. Nel
mondo ci sono 250 mila bambini soldato, e molti di loro sono
bambine utilizzate come schiave sessuali dai militari adulti.
Attualmente otto forze di sicurezza governative reclutano e
impiegano minori in guerra: negli ultimi tre anni, sei di
questi Paesi - Afghanistan, Ciad, Sud Sudan, Birmania, Somalia e
Congo - hanno sottoscritto piani di azione con l'Onu. Mentre gli
altri due - Yemen e Sudan - hanno espresso il loro impegno per
porre fine alla pratica ed è in corso un dialogo con
l'organizzazione internazionale.
Secondo i dati delle Nazioni Unite, inoltre, circa seimila
bambini sono attualmente impiegati come soldati nella Repubblica
Centrafricana. E tra i profughi dei Paesi confinanti con la
Siria vengono reclutati tantissimi minori, soprattutto da parte
di gruppi affiliati all'Esercito Libero Siriano.
In Sud Sudan, l'Alto Commissario ha denunciato a
nche che 32 scuole sono nelle mani delle truppe delle due parti in conflitto
e numerose donne e ragazze sono state violentate o rapite. Sono
loro, insieme ai bambini, a pagare il prezzo più alto della
guerra. Inoltre, "la prospettiva di infliggere fame e
malnutrizione su larga scala a centinaia di migliaia di
cittadini, a causa della loro incapacità di risolvere le
divergenze in modo pacifico, non sembra toccare in modo
particolare" i leader dei due schieramenti, ha chiosato Pillay,
definendosi "inorridita" da questo atteggiamento.
Anche il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, è
intervenuto lanciando un appello al presidente Kiir affinchè
"si ponga immediatamente fine ai combattimenti e all'uccisione
di civili" nel Paese. E il consigliere speciale Onu per la
prevenzione dei genocidi, Adama Dieng, ha affermato che
l'organizzazione internazionale non permetterà il ripetersi in
Sud Sudan di un genocidio come quello avvenuto in Ruanda nel
1994. L'"incitamento all'odio" e le uccisioni per "motivi
etnici" in corso nel Paese - ha aggiunto - fanno temere che
"questo conflitto sfoci in una grave spirale di violenza fuori
controllo".