La disperazione di un sopravvissuto alla strage di Kramatorsk - ANSA
Il missile piombato sul ristorante di Kramatorsk ha già fatto 11 morti. Un attacco che sembra una risposta alla controffensiva ucraina che procede a rilento, ma sta facendo perdere terreno a Mosca proprio a Bakhmut, città simbolo degli ultimi mesi di scontri, e mentre le forze ucraine minacciano la tenuta delle fortificazioni russe a protezione delle vie d’accesso alla Crimea.
Da Mosca si ripetono voci per un possibile arresto del generale Surovikin, vice capo delle operazioni in Ucraina, che sarebbe stato al corrente dei piani di ribellione dei mercenari Wagner ma non avrebbe mosso un dito per ostacolare Prighozin e i suoi uomini. Diverse fonti russe e il “Moscow Times” che ha citato due fonti del Ministero della Difesa hanno confermato che il generale si trova agli arresti.
A Kramatorsk Solo il caso ha voluto che alla strage dei civili ieri non si aggiungesse quella dei giornalisti internazionali. Il locale è infatti il ritrovo abituale per i reporter di passaggio nella città dove ad aprile dello scorso anno i profughi in fuga vennero colpiti nella stazione ferroviaria: 61 morti e più di 160 feriti. Due reporter, una francese e un ucraino, sono rimasti feriti male loro condizioni non sono gravi.
Tra le vittime anche due gemelle di 14 anni e altri bambini. Le sorelle Anna e Yulia Aksenchenko avrebbero compiuto 15 anni a settembre, e si trovavano come altri nella nota pizzeria per un momento di relax.
Interrogato sull’attacco, il Cremlino ha dichiarato mercoledì che la Russia ha colpito solo obiettivi militari e non civili, precisando di avere centrato un posto di comando temporaneo dell’esercito ucraino. Nessuno dei giornalisti sul posto ha però visto un solo soldato ucraino nelle vicinanze e l’ordigno a colpito solo il ristorante e nessuna infrastruttura nei dintorni. Kramatorsk è uno snodo ferroviario di importanza capitale, oltre che sede di diversi siti militari. Tuttavia il quartiere nel quale si trova “Ria Pizza” non è sempre stato considerato al di fuori degli interessi strategici. Già un anno fa Kramatorsk, che non ha mai smesso di essere colpita, fu teatro della strage di 61 civili e quasi 200 feriti. In maggioranza si trattava di sfollati che nella stazione principale attendevano i convogli per allontanarsi dalla linea del fuoco, quando un missile venne scagliato proprio tra la folla.
Per gli Usa si tratta di una reazione che mostrerebbe la frustrazione di Putin per non essere stato in grado di chiudere il conflitto secondo i suoi piani iniziali. Il presidente Joe Biden pensa che il leader russo sia stato “assolutamente” indebolito dalla tentata ribellione di Wagner, ma nel valutare quali conseguenze questo avrà sul conflitto avrebbe avuto un lapsus, confondendo l’Ucraina con l’Iraq, secondo quanto avrebbe appreso il sito di informazione politica “The Hill”. «E’ difficile dirlo, sta chiaramente perdendo la guerra in Iraq - avrebbe detto Biden -, sta perdendo la guerra in patria ed è diventato una paria nel mondo».
Le turbolenze suscitate dall’ammutinamento della compagnia Wagner non si sono affatto placate. Nei mesi scorsi Putin aveva ribadito che le autorità di Mosca non erano coinvolte nelle operazioni dei mercenari di Prigozhin, ma nel suo discorso alla nazione il leader russo ha invece rivendicato le attività di Wagner che, a giudicare dalle sue parole, in Russia verrà sciolta. Al contrario, proprio i miliziani rilanciano. «Siamo a breve distanza dal confine della Bielorussia con l’Ucraina», ha fato sapere il comandante Brest, responsabile dell’addestramento alle armi pesanti di Wagner, anche lui riparato a Minsk dopo il controverso ammutinamento ordinato da Prigozhin. La Wagner, afferma il comandante, continua a lavorare «nella sua modalità calma» e si sta aprendo «una nuova direzione: la Bielorussia che ha ricevuto l’unità più pronta al combattimento al mondo». Difficile al momento valutare la corrispondenza tra propaganda e dati sul terreno. La nuova minaccia richiama l’inizio della guerra, quando le forze di Mosca provarono a prendere Kiev entrando proprio dal vicino confine bielorusso.
Il Cremlino, interpellato mercoledì su un articolo dei media statunitensi che suggeriva che un alto generale russo fosse a conoscenza in anticipo dell’ammutinamento, ha affermato che ci sarebbero state «molte speculazioni» all’indomani degli eventi.
Il portavoce Peskov ha risposto a una domanda riguardante un articolo del New York Times che citava funzionari statunitensi secondo i quali il generale Sergeij Surovikin (che per molti indicavano come «scomparso» fin da sabato, poche ore dopo l’ammutinamento dei Wagner), vice comandante delle operazioni militari russe in Ucraina, era a conoscenza in anticipo del progetto di ammutinamento.
La Russia ha respinto le accuse ucraine di volere trasferire 300 bambini dal territorio occupato della regione di Zaporizhzhia alla regione russa della Chuvashia. «Respingiamo con decisione – afferma il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov – tali affermazioni. I nostri militari, rischiando la propria vita, hanno ripetutamente preso misure per salvare bambini evacuandoli da luoghi dei bombardamenti che tra l’altro erano stati condotti contro infrastrutture civili dalle forze armate ucraine». Lo riferisce Interfax.
Parole che implicitamente confermano il trasferimento forzato, anche se ammantato da ragioni di sicurezza. La controffensiva ucraina procede ancora a rilento. Kiev ribadisce che nonostante le conquiste territoriali non siano così vistose, e nonostante vi siano anche delle limitate avanzate russe, l’obiettivo è quello di colpire le forze di occupazione su più lati, lasciando presagire un tentativo di sfondamento più deciso nelle prossime settimane. Almeno 15 battaglioni ucraini sarebbero ancora tenuti in attesa mentre Mosca sta ridislocando gli squadroni della morte del gruppo Wagner in parte tornati sulla prima linea anche se non è chiaro da chi prendano gli ordini.