«Corre voce che i jihadisti festeggino». L'arcivescovo Jacques Behnan Hindo, ordinario dell'arcieparchia siro-cattolica di Hassakè-Nisibi all'Agenzia Fides non conferma "voci non verificate che parlano
di omicidi sommari e di stupri commessi dagli jihadisti ai danni delle popolazioni cristiane aggredite" in Siria. Secondo l'arcivescovo sono più di 250 gli abitanti assiri e caldei deportati dai jihadisti verso la zona di Sheddadi, 40 km a sud di Hassakè. "Da lì - riferisce l'arcivescovo Hindo - ci arrivano voci non
confermate che i jihadisti stanno festeggiando. Noi cerchiamo
di attivare canali di negoziato attraverso leader musulmani
arabi in contatto con alcuni sheikh passati con lo Stato
islamico. Siamo preoccupati per la sorte degli ostaggi, tra cui
ci sono molti anziani, molte donne e molti bambini".
Il ministro Gentiloni: ferma condanna. "Esprimo la più ferma condanna delle violenze a sfondo religioso ed etnico, perpetrate in modo sistematico e feroce dal Daesh [l'Is] nei confronti delle popolazioni locali in Siria". Con queste parole il ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, Paolo Gentiloni, ha commentato la notizia dell'uccisione e del sequestro di decine civili di confessione cristiana nei villaggi siriaci ortodossi della provincia nordorientale di Hasake. "Queste sistematiche violazioni dei diritti fondamentali e il genocidio di comunità millenarie e pacifiche suscitano profonda indignazione e sono inaccettabili", ha aggiunto il ministro, secondo il quale "proteggere la ricchezza culturale e religiosa di un Medio Oriente multietnico è nel primario interesse della comunità internazionale: è necessario moltiplicare gli sforzi per contrastare l'estremismo violento, respingerne l'impostazione ideologica basata sull'intolleranza e l'odio".
L'Is avrebbe già ucciso 15 assiri e caldei. L'archimandrita Youkhana: difendevano i loro villaggi. Si teme un'esecuzione di massa nelle prossime ore. L'arcivescovo Hindo: «Corre voce che l'Is festeggi».
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