Joaquín Hernández Sifuentes, 43 anni, al centro, insieme a due amici
Doveva tornare al suo lavoro pastorale, nella chiesa del Sagrado Corazón di Aurora, nel Coahuila. Dopo qualche giorno di vacanza, avrebbe ripreso l’impegno con i giovani, per strapparli alla violenza e alla droga. Il 7 gennaio, però, Padre Joaquín Hernández Sifuentes, 43 anni, non s’è presentato. Il parroco, padre Rodolfo Pachicano, ha provato a chiamarlo: il telefono squillava libero, nessuno però rispondeva. Preoccupato, ha cominciato a chiedere ad amici e conoscenti: la verità via via emersa s’è fatta sempre più preoccupante.
Sparito nel nulla
Il sacerdote è stato visto l’ultima volta lunedì sera, il giorno successivo di partire per il periodo di riposo. Da quel momento non ha neanche più risposto alle chiamate. La valigia con gli abiti e perfino gli occhiali, inoltre, sono rimasti in camera. Uno degli amici più fidati, fra Víctor Sifuentes Méndez, li ha trovati quando s’è recato giovedì a cercare padre Rodolfo, dopo varie telefonate a vuoto. Un vicino ha, inoltre, detto di aver visto due ragazzi salire sull’auto del sacerdote martedì mattina presto, senza quest’ultimo. Immediato è scattato l’allarme. La diocesi di Saltillo ha denunciato la scomparsa e, in un appello pubblico, ha chiesto alle autorità di fare il possibile per rintracciare il prete.
La minaccia dei narcos
La “desaparición” è diventata drammaticamente comune nel Messico devastato dalla guerra fra gruppi di narcos, sostenuti da pezzi corrotti di istituzioni. Si contano 28mila casi ufficiali. Il Coahuila è uno dei maggiori buchi neri, come più volte denunciato dal vescovo, Raúl Vera López, che ha creato il centro Fray de Larios per aiutare i familiari degli spariti. L’intera diocesi è in prima linea contro i narcos. Spesso i sacerdoti sono considerati bersaglio per il loro impegno sociale, come nel caso di padre Joaquín. L’anno scorso, il crimine ha massacrato tre preti e quattro catechisti, molti di più sono stati minacciati.