
L'ex presidente Jair Bolsonaro è stato rinviato a giudizio - Ansa
Alla fine l’ha spuntata lui, Alexandre de Moraes, il popolarissimo giudice della Corte Suprema brasiliana, grande accusatore dell’ex presidente Jair Bolsonaro e per questo inviso alla destra internazionale, compreso Elon Musk che l’anno scorso non si è fatto mancare insulti contro il magistrato, colpevole di aver bloccato gli account X di esponenti bolsonaristi per diffusione di fake news e – in seguito al mancato pagamento della multa - di aver oscurato del tutto il social nel Paese per quasi due mesi. Nonostante le pressioni, Moraes e gli altri quattro giudici del massimo tribunale, interpellati dalla Procura Generale, hanno deciso con voto unanime in diretta tv di portare Bolsonaro e altri 7 imputati ex membri del suo governo a processo per il tentato golpe successivo alle elezioni presidenziali di fine 2022, vinte per un soffio da Lula. La trama golpista era culminata nell’assalto alle istituzioni di Brasilia dell’8 gennaio 2023, una settimana dopo l’insediamento del leader del Partito dei lavoratori: migliaia di sostenitori di Bolsonaro, secondo i giudici istigati proprio dall’ex presidente e dal suo “cerchio magico”, compreso il generale dell’esercito ed ex ministro della Difesa, Walter Braga Netto (candidato vice-presidente e in carcere da dicembre per aver addirittura ordito una congiura per uccidere Lula), devastarono le sedi di governo e Congresso, in stile Capitol Hill.
Bolsonaro, i cui avvocati durante l’udienza si sono presi del “terrapiattisti” da Moraes per le ricostruzioni fantasiose sull’8 gennaio, descritto come «una passeggiata domenicale», si dichiara innocente e grida al complotto: «In Brasile c’è una dittatura della sinistra», ha detto in un'intervista al Financial Times, auspicando apertamente il sostegno degli Stati Uniti di Donald Trump. All’ex presidente, già dichiarato ineleggibile fino al 2030 e con il passaporto sequestrato, rimane la possibilità di fare ricorso, altrimenti andrà a giudizio per organizzazione criminale armata, attentato allo stato di diritto, colpo di Stato, danni al patrimonio pubblico e al patrimonio storico, per un totale – se condannato e se verranno accolte le aggravanti – di oltre 40 anni di reclusione. Sarebbe il primo caso nella storia democratica del Brasile in cui un ex presidente viene condannato per golpe. E il carcere Bolsonaro lo rischia sul serio, tanto che secondo un sondaggio Genial/Quaest il 70 per cento del mondo finanziario, che segue con molta attenzione la vicenda, scommette sull’arresto del politico. Insieme a lui e a Braga Netto, saranno giudicati gli ex ministri Paulo Sergio Nogueira, Augusto Heleno e Anderson Torres, il deputato Alexandre Ramagem, il militare Almir Garnier e il collaboratore “pentito” Mauro Cid, la cui testimonianza è stata decisiva per istruire il processo.