Un triplice virus infetta l’Amazzonia. Allo sfruttamento selvaggio delle risorse naturali e allo smantellamento del sistema sanitario, ora si somma il Covid. Le conseguenze sono devastanti. Nella regione – che si estende per nove Paesi dell’America Latina e rappresenta quasi un terzo della superficie continentale – si contano ormai oltre 58mila malati di coronavirus e 3.554 vittime, secondo la Rete ecclesiale pan amazzonica (Repam) che monitora quotidianamente l’evolversi della pandemia. I dati finora non facevano distinzione tra nativi e il resto degli abitanti amazzonici. Ora, però, grazie alla collaborazione con la Coordinadora de las organizaciones indígenas de la cuenca amazónica (Coica), Repam ha realizzato una mappa precisa del contagio nelle comunità indie, troppo spesso dimenticate nei registri ufficiali come dalle politiche governative. In base allo studio, presentato ieri da Repam e Coica, il Covid ha colpito 526 nativi di 33 differenti popoli e ne ha ucciso 113. Numeri piccoli in termini assoluti ma drammatici rapportato allo scenario amazzonico dove numerose comunità hanno qualche decina di abitanti. Oltretutto, le principali vittime sono gli anziani, custodi della memoria ancestrale e pilastro dei villaggi. Nel bilancio, inoltre, non compaiono gli indios che abitano nelle metropoli della regione, come Manaus o Iquitos, che non vengono più considerati tali. La metà dei casi è concentrata in Amazzonia brasiliana, dove si riportano 70 decessi. Le uniche nazioni della regione a non aver segnalato vittime fra gli indios sono Suriname e Venezuela. Paese quest’ultimo i cui dati – 13 positivi e nessun morto – destano forti dubbi.
Di fronte all’abbandono dei differenti governi, la Coica ha lanciato una raccolta globale per un Fondo di emergenza per il Covid in Amazzonia (https://www.amazonemergencyfund.org/). L’obiettivo è quello di raccogliere tre milioni di dollari per assistere i tre milioni di nativi, divisi in 420 diversi popoli. «La situazione è grave», spiega José Gregorio Díaz Mirabal, presidente della Coica e esponente dell’etnia venezuelana Wakuenai Kurripaco. «Gli Stati ci hanno lasciati soli, per questo abbiamo deciso di unirci e chiedere aiuto al mondo. Già in passato, i virus hanno sterminato interi popoli, privi di anticorpi. Il Covid può provocare un nuovo genocidio. Intere culture rischiano di scomparire. E senza gli indios, i suoi guardiani, anche l’Amazzonia è in pericolo»