Il primo ministro olandese Mark Rutte - Ansa
«E'una corsa contro il tempo». Con queste parole il team dell’Omt che gestisce l’epidemia virale del Covid, venerdi ha invitato il governo a prendere immediati provvedimenti a causa della variante Omicron che nella sola Amsterdam costituisce ora un quarto dei casi di contagio, raddoppiati nel giro di pochi giorni.
Una variante che rischia di diventare dominante nella capitale già a partire dalla settimana prossima. Il premier Rutte li ha convocati ieri per una riunione urgente insieme al ministro della salute De Jonge. Poi è andato in tv. Le decisioni prese sono state annunciate durante una conferenza stampa: i visi tesi, rattristati e la consapevolezza della situazione che è tornata ad essere grave. Il lockdown è «inevitabile – ha ammesso – a causa della quinta ondata che si sta avvicinando a causa di Omicron» che si sta «diffondendo più velocemente di quanto temessimo».
In fila davanti a un negozio di Rotterdam - Ansa
E per Rutte l’intervento è necessario per «per prevenire il peggio». Si tratta di un lockdown rigido e totale: chiusi negozi, scuole, ristoranti, parrucchieri, solo due persone insieme fuori casa e due ospiti dentro casa. A partire da oggi e «almeno fino al 14 gennaio». Potranno rimanere aperti i servizi essenziali: supermercati, farmacie, biblioteche e mezzi pubblici. Ma perché soltanto adesso si chiedono in molti? Già mercoledì scorso Jaap van Dissel, direttore dell’Rivm, (Istituto nazionale per la salute pubblica), a fianco del premier nella conferenza stampa, aveva scritto una lettera aperta al Parlamento esprimendo tutta la preoccupazione del caso e chiedendo norme più severe. Come al solito, Rutte aveva ritenuto di poter «procedere con calma», aspettando i risultati di un precedente semi lockdown che comprendeva la chiusura a partire dalle 17 di tutti i servizi non essenziali, ristoranti compresi; prorogato 4 giorni fa sino al 14 gennaio. Senza tener conto però dell’incombente pericolo di Omicron, sbarcato nel Paese il 27 novembre con un volo dal Sudafrica di 600 passeggeri, atterrati all’aeroporto Schipol di Amsterdam, e in molti sfuggiti ai controlli.
Forse – affermano i maligni – era troppo concentrato sulla nuova formazione di governo, finalmente quasi raggiunta dopo ben nove mesi di estenuanti liti senza arrivare ad un accordo (sin dalle elezioni del 17 marzo scorso). Politica a parte, adesso non rimane che ricorrere alla terza dose di richiamo, iniziata, anche quella, in ritardo.