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La protesta davanti al Congresso di Buenos Aires - Reuters
«Sedizione, attentato all’ordine costituzionale e associazione a delinquere». Questa l’accusa presentata dal governo di Javier Milei contro gli organizzatori della protesta di mercoledì davanti al Congresso di Buenos Aires. Un «colpo di Stato», ha tuonato il presidente, definizione che ha scatenato polemiche in Argentina dove la memoria del golpe e dell’ultima dittatura militare è drammaticamente viva. Tanto più che a scatenare la «sollevazione» sarebbe stato un non meglio precisato complotto tra gli ultrà del calcio e il kirchnerismo. Nella denuncia si fanno solo tre nomi: Leonardo Capriotti, dirigente della squadra del Chacarita e i sindaci dei sobborghi di La Matanza – Fernando Espinoza – e di Lomas de Zamora, Federico Otermin, entrambe roccheforti del peronismo. Più che un piano pre-ordinato, le proteste – sfociate in scontri con la polizia con almeno venti feriti, tra cui un fotoreporter in gravi condizioni e oltre cento fermi – sembrano l’esplosione di un malcontento sociale serpeggiante. La pensa così anche la giudice Karina Andrade che, dopo ventiquattro ore, ha ordinato la scarcerazione dei dimostranti arrestati. Il leader ultraliberista vive la sua crisi di popolarità più forte dall’inizio del mandato, il 20 dicembre 2023. Un calo innescato dall’affaire Libra, la cripto-moneta promossa da Milei sui social e, poi, rivelatasi un bluff, con più di cento milioni di dollari di perdite per gli investitori. In realtà, però, si tratta dell’espressione di un malessere più profondo che ha origine nei tagli draconiani del governo alla spesa sociale, ridotto di almeno un terzo. Trentamila dipendenti pubblici sono stati mandati a casa, i fondi per mense popolari e sussidi sono stati azzerati, sanità e istruzione hanno subito pesanti sforbiciate. In questo modo, il presidente è riuscito a contenere l’inflazione galoppante. Fino all’era-Milei, i prezzi crescevano ogni mese al ritmo del 12,8 per cento, il record mondiale. Ora l’aumento è del 2,4 per cento. I mercati finanziari hanno parlato di “miracolo argentino”, tanto che ilFondo monetario internazionale sta negoziando un nuovo maxi-prestito. I costi per la popolazione, in particolare per i gruppi sociali più fragili, sono enormi. La povertà, in base a cifre ufficiali, è cresciuta di tredici punti in sei mesi, passando dal 40 per cento al 53 per cento. Gli argentini hanno ridotto al minimo i consumi, incluso il cibo: meno 13,9 per cento nel 2024 , il record in trent’anni, nemmeno il tracollo del 2001 li aveva diminuiti a tal punto. I costi degli alimenti sono i più alti dell’America Latina. Se, per tre decenni, la gente era abituata a controllare di prima mattina il valore del cambio, ora verifica le promozioni lanciata in determinati giorni da vari supermercati di fronte all’emorragia di clienti. La condizione dei pensionati particolarmente drammatica. Il 63 per cento di loro percepisce il minimo, equivalente a poco più di 250 dollari. Il suo valore è stato ulteriormente tagliato del 17 per cento. Anche 200mila assegni per disabili sono stati cancellati. Questo spiega perché da mesi, ogni mercoledì, i pensionati scendono in piazza di fronte al Congresso. Il pugno di ferro della polizia ha suscitato forti polemiche. Stavolta gli ultrà si sono schierati al loro fianco: in breve la dimostrazione si è trasformata in un tafferuglio. Il video del volto insanguinato di un’anziana presa a manganellate da un agente ha suscitato ulteriore rabbia. Mercoledì prossimo – hanno annunciato – ci sarà una nuova battaglia.