mercoledì 15 maggio 2024
La popolazione è insorta contro la riforma in discussione al parlamento di Parigi che concederebbe il voto alle amministrative anche ai neo residenti "annacquando" quello autoctono
Un giovane sventola la bandiera del Fronte nazionale socialista di liberazione dei Kanak

Un giovane sventola la bandiera del Fronte nazionale socialista di liberazione dei Kanak - Ansa

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Nelle prossime settimane, l’Oltremare francese accoglierà il tour della fiamma olimpica, organizzando pure, nel caso della Polinesia, delle prove dei Giochi ormai vicini. Ma lontano dai riflettori mediatici e fuori dai cliché tropicali da cartolina, un malessere profondo continua a colpire non pochi di questi territori, fra nodi migratori irrisolti, sacche di degrado e picchi di criminalità, emergenze sanitarie, proteste politiche contro Parigi.

L’ultima grave crisi è scoppiata fra i circa 270mila abitanti della Nuova Caledonia, arcipelago del Pacifico Sud, al largo dell’Australia, ancora segnato da un fossato sociale fra discendenti dei coloni e degli autoctoni. Le frange indipendentiste hanno alimentato proteste presto degenerate, fra devastazioni, roghi di aziende, supermercati e veicoli, barricate, chiusure di arterie stradali e sparatorie che hanno seminato il caos, prima delle misure draconiane ordinate da Parigi: imposizione del coprifuoco, chiusura dell’aeroporto internazionale, invio di contingenti a rinforzo, l’arresto di 130 persone in 48 ore, a margine di scontri nei quali sono stati feriti almeno cento agenti, secondo il Ministero dell’Interno.

Negli scontri della notte sono rimasti uccisi tre giovani dimostranti, centinaia i feriti. «La situazione non è grave, è gravissima», ha dichiarato l'Alto Commissario della Repubblica, Louis Le France. «Se non verrà rispettato l'appello alla calma ci saranno molti morti oggi nell'area metropolitana di Nouméa. Siamo entrati in una spirale pericolosa, mortale». «Se necessario - ha aggiunto -, farò appello alle forze militari chiedendo assistenza».

Il presidente Emmanuel Macron ha convocato per questa mattina il Consiglio di Difesa e Sicurezza Nazionale per discutere della rivolta in corso in Nuova Caledonia.

Nel penitenziario locale, si sono vissute ore drammatiche, mentre si svolgeva un tentativo d’ammutinamento. Così, ieri, non solo nel capoluogo Nouméa, la paura ha spinto gran parte della popolazione a barricarsi in casa, mentre quasi nessun commerciante ha osato alzare le saracinesche.

I protestatari denunciano una riforma costituzionale al vaglio dell’Assemblea Nazionale di Parigi, allo scopo di modificare il corpo elettorale: nelle votazioni locali si vuole estendere il voto a chi risiede sul posto da almeno 10 anni. Una mossa che, per gli indipendentisti, “diluirebbe” il peso politico dei Kanak”, la popolazione melanesiana storicamente in prima linea sul dibattito nelle discussioni sullo sfruttamento delle importantissime miniere locali di nichel. Nelle miniere, nelle ultime ore, è stato attivato un protocollo di crisi che permetta di non arrestare l’estrazione. Fra gli appelli alla calma, spicca quello dell’esecutivo della Nuova Caledonia.

Territori d'Oltremare, a Mayotte emergenza sanitaria

Intanto, la tensione resta alta pure a Mayotte, un altro territorio insulare dell’Oltremare francese, ma situato nell’Oceano Indiano, fra le coste del Mozambico e il Madagascar. Sullo sfondo dell’annoso e drammatico nodo migratorio, segnato dall’arrivo di barconi provenienti dalle vicine Comore, l’ultima emergenza è sanitaria. Proprio nelle Comore, imperversa un’epidemia di colera che ha già ucciso 98 persone. E adesso, l’allarme è scattato pure a Mayotte, dove si registrano già 67 casi.

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