![La vettura del vescovo crivellata di colpi La vettura del vescovo crivellata di colpi](https://www.avvenire.it/c/2018/PublishingImages/cd020ad5e0564084935e3bc4518b62e1/Niaca4.jpg?width=1024)
La vettura del vescovo crivellata di colpi
Il vescovo di Estelí, monsignor Abelardo Mata, è sfuggito in Nicaragua ad un agguato armato attribuito a forze paramilitari. La camionetta del prelato è stata crivellata da colpi d'arma da fuoco a Nindirì, vicino Managua, ma il vescovo e l'autista sono rimasti illesi, riferiscono fonti ecclesiastiche. Ex vice presidente della conferenza episcopale, il 72enne Mata è stato sempre chiaro nei giudizi sul governo sandinista di Daniel Ortega difendendo sempre la popolazione. Inoltre è uno dei componenti della Commissione di vescovi incaricata di favorire il dialogo tra l'opposizione e il governo sandinista.
![](https://www.avvenire.it/c//2018/PublishingImages/cd020ad5e0564084935e3bc4518b62e1/Nica5.jpg?width=620)
"Ho potuto parlare con monsignor Juan Abelardo Mata e, dopo l'incidente di Nindiri, è finalmente è fuori pericolo, grazie a Dio", ha twittato il vescovo ausiliare di Managua, monsignor Silvio Baez. La televisione ha mostrato immagini della camionetta del prelato, con i finestrini rotti e i segni dei proiettili.
![](https://www.avvenire.it/c//2018/PublishingImages/cd020ad5e0564084935e3bc4518b62e1/Nica1.jpg?width=620)
L'agguato giunge mentre rimane altissima la tensione in Nicaragua, dove dilaga la protesta guidata dagli studenti contro il governo di Ortega. Sabato è stata la mediazione dei vertici religiosi cattolici a mettere fine all'assedio di forze paramilitari e polizia alla chiesa della Divina Provvidenza a Managua dove si erano rifugiati oltre 150 studenti, due dei quali sono stati uccisi. Ieri invece una decina di manifestanti è stata uccisa da paramilitari negli scontri nel sud del Paese. Secondo organizzazioni indipendenti per i diritti umani, oltre 300 persone sono state uccise nella repressione delle manifestazioni di protesta iniziate il 18 aprile. Il governo riconosce 49 morti.
L'agguato giunge comunque a poche ore dalla pubblicazione di un duro documento dei vescovi. La Conferenza Episcopale del Nicaragua (Cen) ha infatti condannato "la repressione e la violenza dei paramilitari" e ha accusato il governo di Daniel Ortega di non avere la volontà politica di arrivare a un "dialogo genuino" e risolvere il crisi che affligge il paese da quasi tre mesi. Il Cen ha anche denunciato "sequestri e detenzioni arbitrarie che colpiscono la popolazione civile" nel Paese, dove "oggi, come sempre, i diritti umani vengono violati".
"Deploriamo profondamente tanta morte, dolore e sofferenza del nostro popolo. Feriti, ingiustamente perseguiti, minacciati, intimiditi e oltraggiati coloro che hanno partecipato a proteste pacifiche", dice il rapporto. I vescovi, mediatori in un dialogo nazionale tra Ortega e l'opposizione Alleanza Civica che ha avuto inizio a metà maggio ed è attualmente in fase di stallo, hanno dichiarato di essere "testimoni della mancanza di volontà politica del governo a discutere con sincerità e cercare processi reali che ci portino verso una vera democrazia, rifiutando ripetutamente di affrontare le questioni centrali dell'agenda di democratizzazione".
![](https://www.avvenire.it/c//2018/PublishingImages/cd020ad5e0564084935e3bc4518b62e1/Nica2.jpg?width=620)
L'agenda proposta dalla Cen nel dialogo ipotizzava l'anticipazione delle elezioni presidenziali del 2021 al prossimo marzo. Il piano è stato respinto a titolo definitivo dal governo che lo ha descritto come un "colpo di stato" per destabilizzare Ortega. Nei giorni scorsi, i rappresentanti del governo hanno accusato i leader cattolici di essere parte di quel "piano golpista" e di favorire nel dialogo gli oppositori che proseguono le proteste e che hanno chiesto le dimissioni del presidente. E, solo una settimana fa, i vescovi del Cen e il nunzio apostolico nel Paese sono stati attaccati da una folla filo-governativa di Diriamba, a sud di Managua.