Le proteste a Benghazi, in Libia, dopo la decisione del Parlamento di Ankara di inviare soldati turchi in Libia - Reuters
Lo si legge in un tweet del The Libya Observer.
Nella serata di domenica era arrivato l'annuncio da parte del presidente turco Recep Tayyip Erdogan dell'invio "progressivo" di soldati turchi in Libia, a sostegno del governo di Tripoli, sulla base del voto del Parlamento di Ankara del 2 gennaio scorso.Commander of the Backup Force in the Libyan Army Nasir Ammar tells Aljazeera that an elite group of Turkish soldiers specialized in radar jamming and air defense have arrived in #Tripoli. #Libya #Turkey pic.twitter.com/j8iKdMLNAu
— The Libya Observer (@Lyobserver) January 5, 2020
In Libia "il nostro scopo è di far sopravvivere il governo legittimo" di Fayez al-Sarraj. "L'esercito turco è lì per garantire un cessate il fuoco, non per combattere", e per cercare di "evitare tragedie umanitarie", ha detto Erdogan in un'intervista tv.
L’Unione europea, attraverso le parole del portavoce del servizio di azione esterna della Ue, l’ufficio dell’Alto rappresentante Josep Borrell, ha espresso «forte preoccupazione per l’attacco aereo contro l’Accademia militare a sud di Tripoli che ha provocato decine di morti e feriti. Gli attacchi violenti porteranno solo più violenza e sofferenza umana».
«I rischi di una ulteriore e pericolosa escalation contrastano con gli sforzi che mirano ad una soluzione politica per la crisi libica – aggiunge -. Non c’è una soluzione militare a questo conflitto». L’Ue chiede quindi «l’immediata cessazione delle ostilità e la ripresa dell’impegno politico, che è l’unico modo per portare la stabilità che tutti i comuni libici desiderano e meritano», prosegue il portavoce, esprimendo infine «le più sentite condoglianze alle famiglie delle vittime».
Un momento del funerale delle vittime del bombardamento del collegio militare di Tripoli - Reuters
Il ministro degli Esteri del governo di Tripoli, Mohamed Siala, ha affermato alla tv "Libya Al Ahrar" che il governo di accordo nazionale ha chiesto alla delegazione Ue, un rinvio della missione a Tripoli, programmata indicativamente per il 7 gennaio.
Rinviata, dunque, la missione diplomatica europea, guidata dall'Alto rappresentante Joseph Borrell e dai ministri degli Esteri italiano, francese, tedesco e britannico avrebbe dovuto approdare nel Paese nordafricano per tentare di ottenere un cessate il fuoco e la ripresa dei colloqui tra le due fazioni in conflitto, il governo di Tripoli riconosciuto dalle Nazioni Unite del premier Fayez al-Sarraj e il generale Khalifa Haftar.
"La situazione in completa evoluzione su diversi fronti, dalla Libia all'Iran e all'Iraq - hanno spiegato fonti europee -, non permette per il momento di fare nessuna programmazione sull'agenda dei prossimi giorni di Borrel".