
La comandante Julia, occhi di ghiaccio, mai una parola gridata, ordina alle altre di aprire il fuoco verso Nord. Valchiria, nome di battaglia della bionda che impara in fretta, salta sul fuoristrada e afferra il pesante mitra antiaereo. Inna, l’insegnante di matematica, calcola la traiettoria del drone russo. Via radio indica a Valentina, la veterinaria, quando sparare. Non chiamatele soldatesse, si arrabbiano. Sono “Le Streghe di Bucha”, dal nome ufficiale del loro squadrone tutto al femminile. Il simbolo è una befana a cavallo di una ramazza. E hanno preteso che venisse cucito addosso alle loro uniformi mimetiche. Perfino l’esercito s’è dovuto adattare. L’unità mobile di difesa aerea a nord di Kiev è composta da volontarie. A turno vanno a difendere le proprie case e quelle dei loro vicini. Il comandante, in realtà, sarebbe un omone che però fa quello che gli dicono le ragazze. Un paio di altri maschi ci sono, ma vengono “usati” per trasportare munizioni, tenere in ordine i locali sotterranei, assicurarsi che caffé e the siano sempre caldi, specialmente di notte, quando il freddo e la nebbia complicano il lavoro.
Le postazioni antiaeree sono uno dei segreti meglio protetti dalle autorità ucraine. Quando se ne trova una, è vietato avvicinarsi: per una foto si rischiano fino a 8 anni di carcere, è proibito indicare la località e la posizione, la composizione delle compagnie e il tipo d’arma in uso. Nel luglio 2024 l’unità di difesa è nata dopo che le donne non ne potevano più delle continue minacce dal cielo. L’addestramento si fa sparando. Sei Uav (unmanned aerial vehicle) abbattuti negli ultimi tempi, una ragguardevole percentuale di intercettazione e abbattimento. Il comando russo lo sa e da come rispondono le unità volontarie ucraine ha capito che si muovono in fretta, si spostano nel buio della foresta, e quando anche non prendono il bersaglio, il drone è costretto ad allontanarsi per non finire inutilmente in pezzi prima di avvicinarsi alle case.

Un'altra delle donne impegnate nella difesa del territorio ucraino - .
Alcune si sono guadagnate il nome di battagia. Julia è “trottola”, perché non sta mai ferma quando c’è da darsi una mossa, uscire allo scoperto e puntare contro l’abisso scuro. Il drone ti vede, tu non sai dov’è. «Quando si abbassano di quota vanno fuori dai radar», spiegano. Tocca inseguirli con l’orecchio e l’esperienza. «Bisogna mantenere la calma», è la prima regola di Inna, che ha portato in dote l’autocontrollo di chi per far di conto deve tenersi al riparo dalla pressione. E l’algebra centra eccome quando c’è da prendere la mira. Con la pazienza di chi ha davanti il somaro della classe, ci spiega che «bisogna estrarre dai radar l’angolo di discesa del velivolo, calcolare la velocità e la distanza, dunque fare i conti per ipotizzare dove potrebbe arrivare e in quale momento intercettare la sua traiettoria». Sparare non è sempre la prima cosa da fare. Premere il grilletto può essere una pessima idea. Perché l’operatore dell’esercito nemico che a migliaia di chilometri guida l’avvoltoio d’acciaio carico di esplosivo, osserverebbe dalle microcamere aeree il tiro dei proiettili e cambierebbe traiettoria, infilandosi nelle smagliature della contraerea. Inseguire il drone non è una cosa che si fa solo dallo schermo di un computer. L’unità mobile deve correre tra i boschi cercando ogni volta una nuova postazione di tiro. Per colpire, e per non essere colpita.
Le notizie che arrivano dal fronte oggi non sono le peggiori. Con 240 chilometri quadrati conquistati nel marzo 2025, l’avanzata delle forze russe in Ucraina ha rallentato per il quarto mese consecutivo. Lo rileva un'analisi dell’agenzia “Afp” sui dati forniti dall'Institute for the Study of War (Isw), basato negli Stati Uniti, secondo cui le forze di Mosca hanno quasi completamente riconquistato la regione frontaliera di Kursk. Al momento l'esercito di Kiev è presente solo in una sacca di 80 chilometri quadrati, pari al 6% dell'estensione massima dell'offensiva ucraina nel Kursk iniziata nell'agosto 2024 e che ha raggiunto il picco di circa 1.300 chilometri quadrati dopo due settimane. L’area sotto il controllo ucraino si è ridotta progressivamente nel corso dei mesi successivi. Alla fine del 2024 erano ancora 500 chilometri quadrati, mentre marzo è stato segnato da un’accelerazione della controffensiva russa, che ha ridotto l'area da oltre 400 chilometri quadrati a circa 80. In Ucraina, invece, a marzo le forze russe hanno conquistato circa 150 chilometri quadrati in meno rispetto a febbraio. La loro avanzata ha rallentato ogni mese dopo aver raggiunto il picco di 725 chilometri quadrati nel novembre 2024.

Una delle Streghe di Bucha in azione contro i droni russi - .
Una volta ogni tre giorni le volontarie lasciano l’ufficio, le incombenze domestiche, i bambini messi in braccio al marito, l’ambulatorio medico, i lavori da massaia, i compiti da assegnare e quelli da correggere. C’è da buttare giù gli ordigni che attraverso la Bielorussia tornano sui luoghi della mattanza, come Irpin o Bucha, a ricordare che i russi non se ne sono mai dvvvero andati. Katerina ha un motivo in più. Lo sguardo è duro, i tratti anche. Il tempo di seppellire il fratello ucciso durante una attacco sui civili ed è scappata. Ma non è fuggita, perciò si è unita alle “Streghe di Bucha”. E quando lo racconta finalmente piange, tra le carezze delle altre: «Nessun altro civile dovra morire qui».