mercoledì 15 maggio 2024
La frantumazione delle strutture familiari continua: entro il 2050 una famiglia giapponese su cinque sarà composta da anziani soli
Gli anziani giapponesi sono sempre più soli

Gli anziani giapponesi sono sempre più soli - ANSA

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Desiderosi di trascorrere del tempo con i figli, Shukichi e Tomi Hirayama, alla soglia dei settant’anni, decidono finalmente di lasciare il loro piccolo paese, abbarbicato a tradizioni secolari, per immergersi nella vita della capitale. Ma la Tokyo che aveva sognato è ben diversa da quella che, nella realtà, li accoglie. I figli della coppia – frettolosi, presi da mille incombenze, schiacciati dagli impegni di lavoro – si rimpallano gli anziani genitori, non hanno tempo da dedicare loro, finendo così per trascurali. Nel film-capolavoro del 1953 del maestro del cinema giapponese Yasujiro Ozu, il sogno si dissolve cupamente: la madre muore durante il viaggio di ritorno, il padre si trova così condannato a vivere la sua vita, imprigionato nella ragnatela di una solitudine irrimediabile. La trasfigurazione cinematografica di Viaggio a Tokyo di Ozu ha anticipato un fenomeno che ha assunto, negli anni, un ritmo di crescita vertiginoso. Il Giappone è sempre più un Paese “stretto” nella solitudine. I più vulnerabili, i più esposti, i più indifesi sono gli anziani. I dati, raccolti dall'Agenzia nazionale di polizia, catturano un fenomeno drammatico.

Come riportato dal quotidiano nipponico Mainichi, «68.000 persone di età pari o superiore a 65 anni in Giappone muoiano ogni anno da sole a casa, senza che nessuno se ne accorga». Una morte solitaria è definita, dalle autorità nipponica, come quella in cui una persona «muore senza che nessun altro ne sia testimone, con un certo periodo che trascorre prima che il corpo venga ritrovato». L’onda lunga della frantumazione della società giapponese sembra, peraltro, un processo inarrestabile. Secondo il National Institute of Population and Social Security Research giapponese, entro il 2050 una famiglia giapponese su cinque sarà composta da anziani soli. In totale si stima che saranno 10,8 milioni i nuclei familiari formati da un anziano che vive in solitudine. Come sottolinea il Japan Times, si tratta di un aumento rispetto al 2020, quando 7,37 milioni di anziani, ovvero il 13,2% di tutte le famiglie, vivevano senza compagnia.

Uno dei fattori della “depressione” demografica che sta demolendo il Giappone è la disaffezione, sempre più marcata, verso i matrimoni. Sono sempre meno numerosi i giovani giapponesi che scelgono di sposarsi. Nel 2023 il numero delle unioni in Giappone è sceso sotto la soglia delle 500mila unioni, per la prima volta in 90 anni. Sempre nel 2023 si è registrato l’ennesimo – l’ottavo consecutivo – calo delle nascite. Secondo i modelli elaborati dal National Institute of Population and Social Security Research, la popolazione diminuirà del 30% entro il 2070. Il numero di persone di età pari o superiore a 65 anni sarà pari al 40% della popolazione. «La disponibilità dei giapponesi a formare una famiglia è notevolmente diminuita», ha sottolineato l’organismo di ricerca. Le statistiche sono impietose. Più di una persona su 10 nel Paese del Sol Levante ha ormai 80 anni o più. Il 29,1% dei 125 milioni di abitanti ha 65 anni o più. Il Giappone ha, insomma, la popolazione più anziana nel mondo. L’intero sistema sociale e sanitario rischia di crollare. Secondo uno studio del think tank Recruit Works Institute, il Paese potrebbe trovarsi a fronteggiare un “buco” di oltre 11 milioni di lavoratori entro il 2040.


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