Ennesima giornata calda, quella di ieri, sul fronte del Datagate, lo scandalo delle intercettazioni ai danni di leader europei da parte dell’agenzia di intelligence americana Nsa. Stando a quanto ha riferito il
Los Angeles Times, l’intelligence Usa sarebbe furiosa con la Casa Bianca, che nei giorni scorsi ha negato di essere a conoscenza del programma di sorveglianza. Stando a fonti della stessa intelligence, invece, la Casa Bianca e il dipartimento di Stato diedero il loro assenso all’operazione. «Barack Obama ci ha scaricato, prendendo le distanze dallo scandalo Nsa. Il presidente – sottolinea una fonte – potrebbe non aver ricevuto briefing sullo spionaggio dei leader. Ma il Consiglio nazionale della sicurezza della Casa Bianca sapeva esattamente cosa stesse accadendo, sostenere il contrario è ridicolo». Partner e amici «non si spiano, per il buon esito di negoziati ambiziosi e complessi occorre fiducia tra i negoziatori. È essenziale ed urgente che i nostri partner Usa facciano qualcosa per ricostruire la fiducia», ha ribadito da parte sua il commissario alla Giustizia europeo Viviane Reding, parlando a Washington delle trattative sull’accordo commerciale di libero scambio Ue-Usa. E Obama, tanto per cominciare, avrebbe già ordinato alla Nsa di limitare le intercettazioni nella sede dell’Onu a New York.James Clapper, direttore nazionale dell’intelligence, ha difeso l’operato dei servizi davanti alla Commissione Intelligence della Camera. «Non spiamo chiunque a meno che non ci siano valide finalità di intelligence ed operiamo unicamente nel rispetto della legge», ha detto Clapper, sottolineando poi che anche gli alleati europei degli Usa spiano i leader e i servizi d’intelligence americani. «Non abbiamo raccolto noi le informazioni sui cittadini europei ma questi dati erano forniti dai nostri partner europei», ha rilanciato il capo della Nsa, Keith Alexander, definendo totalmente infondate le accuse apparse sulla stampa europea e smentendo quanto pubblicato dal francese Le Monde, dallo spagnolo El Mundo e da l’Espresso. La presidente della commissione, Diane Feinstein, ha ribattuto dicendosi «decisamente contraria» alla sorveglianza dei leader amici.Mosca, intanto, ha bollato come una «bufala» le rivelazioni pubblicate ieri dal Corriere della Sera e da La Stampa, secondo cui al vertice del G20 di San Pietroburgo i russi hanno regalato ai leader mondiali chiavette Usb per intercettare i contenuti dei loro cellulari e computer. Secondo i due quotidiani italiani, i primi sospetti sono venuti al presidente dell’Ue Herman Van Rompuy. Per il Cremlino si tratta di «un chiaro tentativo di distogliere l’attenzione da un problema reale che sono le attività di spionaggio americane che stanno creando tensione con l’Europa». L’esame delle chiavette sarebbe ancora in corso. Il premier britannico David Cameron ha fatto sapere di non aver direttamente ricevuto una chiavetta Usb al G20, in quanto la “pennetta” faceva parte di un pacchetto omaggio per i delegati al vertice e non per i leader.Ieri, intanto, la stampa greca ha definito l’ambasciata Usa ad Atene come «un centro d’ascolto e di intercettazioni», sulla base di un documento della Nsa. Secondo il quotidiano Ta Nea, a parte le speciali unità di spionaggio Usa attive ad Atene, nella capitale greca esistono anche sofisticate attrezzature spionistiche che possono funzionare autonomamente ed essere attivate con comandi a distanza.Da parte sua anche il quotidiano israeliano Maariv ha sottolineato che sul tetto dell’ambasciata degli Stati Uniti a Tel Aviv c’è una vistosa struttura bianca, dove potrebbero essere state installate apparecchiature di ascolto. Il giornale ha constatato che strutture simili appaiono anche sui tetti delle ambasciate Usa a Pechino, Mosca, Stoccolma, Madrid ed Abu Dhabi.