martedì 16 gennaio 2024
Nel 2023 in Francia sono venuti al mondo solo 678mila bebè, un calo del 7%. Il tasso di fecondità è sceso a 1,68. Con i limiti ad assegni e quoziente familiare la natalità è crollata di oltre il 40%
Le nascite in Francia sono scese del 7% nel 2023

Le nascite in Francia sono scese del 7% nel 2023

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Il mito della Francia come culla europea della natalità e modello per le politiche familiari è ufficialmente entrato in crisi: nel 2023 i bebè francesi venuti al mondo sono stati 678mila, il 7% in meno di un anno prima, il 20% in meno rispetto a 15 anni fa. La notizia non ha sorpreso più di tanto la Francia, perché il calo delle nascite è una tendenza che prosegue da tempo anche Oltralpe, ma il fatto che i nati siano stati meno di 700.000, cifra altamente simbolica, ha dato il fiato a un ampio dibattito e spinto a fare alcune considerazioni sul futuro demografico francese, dell’Europa oltre che sull’efficacia delle misure per la famiglia e la natalità nella società contemporanea.

L’Insee, nel suo bilancio demografico annuale, ha fatto notare che il calo delle nascite è dovuto in parte alla diminuzione delle donne in età fertile, a causa di un tasso di fecondità che da tempo è sotto la quota di sostituzione di 2,1, tuttavia dato che il numero delle potenziali madri è stabile dal 2016, la denatalità recente si deve a un calo significativo del numero di figli per donna. Il tasso di fecondità è sceso a 1,68 figli, da 1,79 di un anno prima.

È un dato che può sembrare molto alto se rapportato a quello italiano, sceso nel 2023 a 1,2. Tuttavia la tendenza decrescente molto marcata sembra dire che qualcosa si è rotto anche in Francia, come in molti Paesi europei. Si tratta infatti della cifra più bassa dai tempi della Seconda Guerra Mondiale, a parte il 1993 e il 1994.

Per fare un esempio, guardando alle nazioni dove il tasso di fecondità è più alto, nel 2021 la Francia – che resta il Paese più fecondo nell’Ue – contava 1,83 figli per donna, come la Repubblica Ceca, seguita dalla Romania a 1,81. Nel 2022 la Repubblica Ceca è scesa a 1,62 e la Romania a 1,71. La Germania ha visto il dato calare da 1,58 a 1,46, la Svezia da 1,67 a 1,52. La Finlandia è a 1,32. Nell'Europa dei 27 il dato è di 1,53 figli per donna.

Sono numeri che indicano una trasformazione abbastanza marcata, che unisce cambiamenti culturali, sociali, oltre che di prospettive economiche, e che dovrebbe aprire una seria riflessione su quanto possano incidere, e come debbano essere pensate, le misure per assecondare il desiderio di figli e famiglia oggi.

Guardando al caso francese, il calo delle nascite sembra essere collegato al taglio degli storici e quasi "leggendari" sostegni alla natalità. Durante la presidenza di François Hollande, nel 2014 e nel 2015 per la prima volta gli assegni familiari sono stati collegati al reddito e ridotti di importo, e il quoziente familiare limitato nel suo beneficio massimo. Un’operazione alla quale ha fatto seguito un calo della natalità di circa il 40%, come ha calcolato uno studio dell’economista Nelly Elmallakh. Guardando agli ultimi tempi, nel 2021, con la presidenza Macron, è stato deciso di limitare ulteriormente lo sconto massimo ottenibile per ogni figlio con il quoziente familiare.

Difficile dire se questi nuovi tagli ai sostegni, motivati con la necessità di limitare i benefici alle famiglie con redditi più alti e per una maggiore equità, abbiano inciso sull'ulteriore e deciso calo delle nascite in Francia, scoraggiando le coppie dall'avere figli. Di certo la natalità oggi in Europa sta conoscendo una fase di grande difficoltà, tra tensioni internazionali, ansie climatiche, maggiore insicurezza globale, uno sguardo diverso sulla dimensione familiare da parte delle giovani generazioni. Un quadro problematico nel quale la politica può avere ancora un ruolo determinante. Anche per questo il presidente francese Macron mercoledì 17 gennaio ha annunciato un grande piano per tornare a fare crescere le nascite.

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