martedì 17 settembre 2024
Obsoleti e rimpiazzati dagli smartphone, sono utilizzati dai terroristi perché non collegati a Internet (e quindi non tracciabili). L'ipotesi di un attacco hacker: come può essere avvenuto?
Alcuni vecchi modelli di cercapersone

Alcuni vecchi modelli di cercapersone - Web

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In inglese li chiamano pager o beeper: trattasi di quei piccoli dispositivi elettronici che comunemente ci vengono consegnati fuori da un ristorante, o da un locale, per avvisarci quando è arrivato il nostro turno per pagare o per entrare. Beep beep, ci avverte il suono. In Italia li chiamiamo “cercapersone” e non fanno parte della nostra quotidianità almeno dagli anni Novanta, da quando cioè hanno preso piede i ben più performanti primi cellulari.

Ma come funzionano i cercapersone?

È piuttosto semplice: l'utente inserisce un codice nel dispositivo, che viene trasmesso a un centro o a un sistema di ricezione, il quale a sua volta invia una notifica al cercapersone. Quest'ultimo emette un suono, può mostrare messaggi di testo o brevi notifiche. In alcuni modelli gli utenti possono anche rispondere o chiamare un numero specifico.

Dove e perché vengono ancora utilizzati?

Nei ristoranti e nei locali pubblici, come s'è detto all'inizio. Ma anche in alcuni settori specializzati come negli ospedali e nelle strutture sanitarie, dove fondamentale la rapidità e l'affidabilità delle notifiche diretti a medici e operatori sanitari.

I terroristi di Hezbollah utilizzano i cercapersone per comunicare principalmente per motivi di sicurezza e affidabilità, proprio perché la loro tecnologia è obsoleta rispetto agli smartphone. Essendo dispositivi a senso unico, infatti, i pager ricevono messaggi senza inviare segnali costanti e non hanno funzioni Gps: ciò rende molto più difficile per le autorità o per agenzie di intelligence, come quella israeliana, tracciare la posizione esatta dell'utente.

Ancora, la semplicità tecnica dei pager li rende meno vulnerabili a certi tipi di attacchi informatici rispetto agli smartphone, che utilizzano reti più avanzate e sofisticate: il loro sistema di comunicazione non è strettamente integrato in Internet o nelle reti cellulari globali, il che limita alcune forme di intercettazione digitale. E proprio perché funzionano tramite segnali radio, non richiedendo una connessione a Internet o un'infrastruttura di rete mobile complessa, i cercapersone sono anche più affidabili in zone con copertura limitata o in situazioni di emergenza dove le reti cellulari potrebbero essere interrotte.

Perché sono esplosi?

Le batterie agli ioni di litio, comunemente utilizzate nei dispositivi elettronici di consumo, possono surriscaldarsi e incendiarsi, e in alcuni casi esplodere violentemente. A quanto risulta da indiscrezioni, però, piccole quantità di esplosivo sarebbero state impiantate nei cercapersone che Hezbollah aveva di recente ordinato a un'azienda taiwanese.

I cercapersone d'altronde spesso utilizzano canali di comunicazione non criptati e software obsoleti, rendendoli bersagli estremamente facili per un attacco. Anche se sono ricevitori passivi, e quindi non possono essere tracciati, quando viene inviato un messaggio si attivano tutti i trasmettitori nella zona. Dirottando quindi il segnale di trasmissione, un hacker avrebbe potuto infettare contemporaneamente tutti i cercapersone della rete.

La loro esplosione può uccidere?

I danni fisici subiti dall'utente del dispositivo possono variare da gravi a lievi, a seconda della zona del corpo che è venuta a contatto con il dispositivo.

Articolo aggiornato alle 12:00 di mercoledì 18 settembre. In una prima ricostruzione era sembrato che ad esplodere fossero state le batterie, sovraccaricate in seguito a un'intromissione informatica

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