Kimia Alizadeh con la medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Rio
«Ho il diritto di vivere la vita che voglio. Nessuno di noi atleti è importante per loro, i vertici della Repubblica islamica. Siamo solo giocattoli. Utilizzano le medaglie che vinciamo per la loro propaganda ma non ci considerano. Specie se sei una donna». Così Kimia Alizadeh, 21 anni, unica iraniana a vincere una medaglia olimpica, ha spiegato la decisione di lasciare Teheran e rifugiarsi in Olanda, dove attualmente si trova. «È stata una scelta molto, molto difficile», aggiunge la campionessa di taekwondo, premiata con la medaglia di bronzo ai Giochi di Rio 2016.
Per quale ragione?
Perché ti si rompe il cuore quando sei costretto ad abbandonare il luogo dove sei nata e cresciuta e a cui sono legati i ricordi più belli. Mi mancano la famiglia e gli amici. Anche se gli olandesi mi hanno accolto con grande affetto.
Che cosa vuol dire essere una donna in Iran?
Non è facile anche se tante di noi hanno dato prova di grande coraggio e abilità nei campi più svariati. Le donne non godono di uguali diritti rispetto agli uomini e le opportunità di migliorare la propria condizione sociale ed economica sono scarse. Ci sono molte regole non scritte a cui le iraniane devono attenersi che si sommano ai già vistosi limiti codificati.
Quale di queste limitazioni le dava maggior fastidio?
In realtà, ciò che più mi faceva soffrire erano gli insulti ed avances esplicite che le donne iraniane sono costrette a subire ogni giorno. Non c'è alcuna tutela verso questo tipo di abusi.
Che cosa desidera per il suo Paese?
Che al mio popolo possano essere garantite pace e giustizia. Ovunque vivrò non smetterò mai di amare l'Iran e di pregare per il mio Paese.
Quali sono i suoi progetti immediati?
Sono in forma e vorrei partecipare a Tokyo 2020. Il regime iraniano ha cercato di impedirmelo dicendo che mi ero infortunata ma era una bugia. Ora mi sto allenando duramente e spero di poter gareggiare di nuovo alle Olimpiadi.