
Le lacrime degli abitanti di una località colpita dal terremoto in Myanmar - Reuters
Un forte terremoto di magnitudo 7.7 ha colpito il Myanmar centrale e la Thailandia, provocando il crollo di diversi edifici a Mandalay, la seconda città più grande del Paese asiatico, e seminando il panico anche a Bangkok. Secondo il Servizio Geologico degli Stati Uniti (Usgs), il sisma si è verificato a una profondità di 10 chilometri, con epicentro a circa 17 km da Mandalay, città di 1,5 milioni di abitanti. Una violenta scossa di assestamento ha seguito il terremoto principale. Ci sarebbero molte vittime, sia in Myanmar che in Thailandia: i due governi hanno dichiarato subito lo stato d'emergenza. A crollare anche un grattacielo di 30 piani in costruzione a Bangkok, dove almeno 43 lavoratori sono dispersi sotto alle macerie. Lo si apprende da fonti ospedaliere e della polizia della capitale thailandese.
Il terremoto ha avuto una magnitudo 300 volte superiore a quella del sisma di Amatrice del 2016 e 8 volte superiore alla più alta mai registrata in Italia, che è quella di 7.1 dell'evento del 1908 a Messina. «Non c'è rischio di tsunami poiché il sisma è avvenuto a circa 300 chilometri dalla costa - ha sottolineato Salvatore Stramondo, dirigente di ricerca dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia - ma quando ci sono scosse di questa intensità in aree montuose c'è la possibilità che vengano attivate frane e che si verifichi la liquefazione del terreno, con possibile impatto sulle infrastrutture».
Immediata la reazione della comunità internazionale. «Profondamente addolorato per la perdita di vite e la diffusa devastazione causata dal terremoto nel sud-est asiatico, in particolare in Myanmar e Thailandia» si è detto il Papa, che ha offerto le sue preghiere per le vittime e «l'assicurazione della sua vicinanza spirituale a tutti coloro che sono stati colpiti da questa tragedia». Francesco «prega anche affinché il personale di emergenza sia sostenuto nella cura dei feriti e degli sfollati». È quanto si legge in un telegramma alle autorità civili ed ecclesiastiche dei due Paesi, inviato, a nome del Papa, dal cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin.
Caritas ha fotografato la situazione con parole drammatiche. Tutti gli operatori e le operatrici di Kmss, Caritas Myanmar, «sono al sicuro, ma alcune delle case dove vivono, nella diocesi di Mandalay, sono crollate. Le telecomunicazioni sono limitate. Il direttore della diocesi di Mandalay ha riferito che molte persone nella città sono ancora disperse. Si temono migliaia di vittime. È impossibile contattare i propri familiari a causa dell'interruzione delle comunicazioni». Gli uffici nazionali di Kmss hanno attivato l'apposito team per la valutazione rapida dei bisogni.
Edifici e infrastrutture pubbliche sono stati danneggiati e sono crollati a causa del sisma. «Le infrastrutture pubbliche sono state danneggiate: strade, ponti ed edifici pubblici. Attualmente abbiamo preoccupazioni per le dighe su larga scala» ha detto Marie Manrique, coordinatrice del programma per la Federazione Internazionale della Croce Rossa ai giornalisti a Ginevra , tramite collegamento video da Yangon.
L'Organizzazione mondiale della sanità ha attivato il suo sistema di risposta alle emergenze. Il sisma, ha detto ai giornalisti la portavoce Margaret Harris, rappresenta «una minaccia molto, molto seria per vite e salute». A Dubai si stanno raccogliendo rifornimenti per i feriti e articoli medici come i tutori per la cura dei traumi. Grazie alla recente esperienza dell'Oms con i terremoti in Turchia e Siria, «sappiamo benissimo cosa inviare per prima», ha affermato Harris.
I feriti stanno accumulandosi «in massa» dentro e fuori dal principale ospedale di Naypyidaw, la capitale della ex Birmania, oggi Myanmar. Tantissimi feriti sono stati curati fuori dal pronto soccorso da 1.000 posti letto. Testimoni riferiscono che diversi edifici sono venuti giù nel centro di Mandalay. Un residente ha raccontato a Reuters di aver assistito al collasso di un palazzo di cinque piani davanti ai suoi occhi: «Siamo tutti scappati di casa non appena ha iniziato a tremare. Nessuno ha il coraggio di rientrare negli edifici». Un altro testimone ha riferito che una sala da tè è crollata, intrappolando diverse persone al suo interno. Un terzo ha segnalato danni ingenti a una moschea della città. Le autorità birmane non hanno ancora diffuso dati ufficiali su vittime e danni, ma i vigili del fuoco stanno conducendo operazioni di ricerca sia a Mandalay che a Yangon.
La scossa è stata avvertita anche in Cina, nel regione dello Yunnan, confinante al confine con il Myanmar. Al momento non si segnalano vittime, ma le autorità cinesi stanno monitorando la situazione. Anche in Vietnam e Laos la popolazione ha percepito il sisma. Gli edifici hanno tremato a Vientiane, capitale del Laos, e Hanoi, capitale del Vietnam. A Vientiane, gli edifici sopra i tre piani hanno subito notevoli scosse, con i residenti nei palazzi alti che hanno avvertito forti oscillazioni all'interno. Anche ad Hanoi e Ho Chi Minh City (ex Saigon), i residenti che vivono nei palazzi alti hanno anche subito notevoli scosse mentre erano a casa.