
Gli effetti della scossa su un palazzo a Mandalay, in Myanmar - Reuters
Le sei regioni e gli Stati colpiti in Myanmar (Sagaing, Mandalay, Magway, Bago, Shan e Naypyidaw) ospitano oltre 28 milioni di persone, tra cui circa 6,7 milioni di bambini. È la fotografia di Save the Children, organizzazione che da sempre lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro, che sta monitorando l'impatto del sisma. Le scosse hanno causato ingenti danni anche in Thailandia e sono state avvertite altrove nella regione.
I primi rapporti indicano numerose vittime in entrambi i Paesi, sebbene i numeri esatti non possano essere verificati a causa delle strade bloccate e delle comunicazioni interrotte. «L'entità dei danni causati dal terremoto non è ancora chiara, ma sappiamo che i bambini sono i più vulnerabili dopo il disastro - ha dichiarato Jeremy Stoner, direttore regionale ad interim per l'Asia di Save the Children - I nostri operatori si stanno muovendo rapidamente per verificare che tutto il nostro personale sia al sicuro e per rispondere all'emergenza, ma è fondamentale che la comunità internazionale agisca subito per fornire supporto alle migliaia di persone che ne hanno bisogno».
Il primo bilancio fatto dalla giunta birmana parla di almeno 144 morti e 732 feriti, ma si tratta di una stima purtroppo provvisoria. Intanto, secondo il Guardian, l'attivazione degli aiuti da parte americana potrebbe essere bloccata dal recente smantellamento di Usaid, che impedirebbe l'implementazione del programma Usa per l'assistenza in caso di catastrofi e crisi internazionali. In casi come questo, infatti, dovrebbe entrare in funzione il personale altamente qualificato specializzato nelle risposte alle catastrofi umanitarie.
I primi rapporti indicano numerose vittime in entrambi i Paesi, sebbene i numeri esatti non possano essere verificati a causa delle strade bloccate e delle comunicazioni interrotte. «L'entità dei danni causati dal terremoto non è ancora chiara, ma sappiamo che i bambini sono i più vulnerabili dopo il disastro - ha dichiarato Jeremy Stoner, direttore regionale ad interim per l'Asia di Save the Children - I nostri operatori si stanno muovendo rapidamente per verificare che tutto il nostro personale sia al sicuro e per rispondere all'emergenza, ma è fondamentale che la comunità internazionale agisca subito per fornire supporto alle migliaia di persone che ne hanno bisogno».
Il primo bilancio fatto dalla giunta birmana parla di almeno 144 morti e 732 feriti, ma si tratta di una stima purtroppo provvisoria. Intanto, secondo il Guardian, l'attivazione degli aiuti da parte americana potrebbe essere bloccata dal recente smantellamento di Usaid, che impedirebbe l'implementazione del programma Usa per l'assistenza in caso di catastrofi e crisi internazionali. In casi come questo, infatti, dovrebbe entrare in funzione il personale altamente qualificato specializzato nelle risposte alle catastrofi umanitarie.