giovedì 6 giugno 2024
Per ascoltare qualcuno non basta aprire le orecchie. È necessario osservare, avere attenzione, sentire ciò che il corpo comunica. La testimonianza della Fondazione Oratori Milanesi
I ragazzi dell'oratorio di Cernusco sul Naviglio

I ragazzi dell'oratorio di Cernusco sul Naviglio - Oratorio Sacer Cernusco sul Naviglio

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In una puntata del podcast “Pont of View, Educatori Attraverso” dedicato a educatori ed educatrici degli oratori abbiamo raccontato la storia di un responsabile di oratorio che, in una giornata dell’oratorio estivo, aveva accolto un’animatrice che era arrivata in ritardo. Osservandola, si era accorto che c’era qualcosa che non andava: aveva gli occhi bassi, parlava sottovoce, si scusava mille volte per il ritardo.

Questa ragazza durante l’anno non frequentava l’oratorio e lui non la conosceva bene. Ha però avuto l’attenzione di trovare le parole giuste e dirle: «Tutto bene? Se vuoi ci sono due orecchie pronte ad ascoltarti». Questa ragazza sembrava non aver colto questo invito, e la sua offerta pareva essere caduta nel nulla. A fine giornata, però, la ragazza si era avvicinata a lui e lo aveva ringraziato, perché finalmente non si era più sentita invisibile per qualcuno. Gli aveva raccontato perché era triste e perché aveva lasciato il gruppo durante l’anno.

Questa storia mi ha fatto molto riflettere sul valore dell’ascolto. Molto spesso quando si chiede a qualcuno una qualità, dice «so ascoltare», forse pensando che sentire le parole pronunciate da qualcuno possa bastare. Questa storia però ci insegna che ascoltare (in particolare gli adolescenti) è complesso: innanzitutto non basta ascoltare le parole ma è fondamentale sentire ciò che il corpo comunica: comportamenti, modo di porsi, ma anche ad esempio il modo di vestire.

Ascoltare poi è un invito, che magari viene accettato con tempi lunghi e distesi, ha bisogno di essere elaborato dalla persona.

Un terzo aspetto è che ascoltare, soprattutto all’inizio, non è tendere una mano per aiutare ma offrire una pagina bianca in cui dare l’opportunità di far scrivere e disegnare ciò che si ha dentro. Mettersi in ascolto con l’obiettivo di offrire soluzioni o dare giudizi non permette alle persone di tirare fuori veramente ciò che provano, perché è un atteggiamento focalizzato sulla risoluzione della questione piuttosto che sulla sua narrazione. Per ascoltare è importante mettere al centro ciò che la persona racconta, non il giudizio che abbiamo su di lei.

Responsabile area adolescenti Fom Fondazione Oratori Milanesi

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