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AAA cercasi “Animatori di comunità” per la diocesi di Vicenza. In sette hanno già rotto il ghiaccio ma, per chi volesse candidarsi, c’è ancora tempo fino al 21 marzo. Un lavoro contrattualizzato e retribuito. Una decina di ore a settimana per circa 500 euro al mese, sono previsti contratti di un anno rinnovabili fino a tre. Insomma una stimolante prima esperienza professionale. E si può pure... fare carriera. Così è successo a Francesco Caccin, 33 anni, padovano, un baccalaureato in Scienze dell’educazione, che decise di candidarsi dopo che aveva letto dell’opportunità proprio da un articolo pubblicato su Avvenire, e che oggi è entrato a far parte dell’équipe di coordinamento, guidata dall’Ufficio diocesano di pastorale giovanile. « Per me - racconta - si è trattato di un trampolino di lancio, che mi ha permesso di crescere e poi di intraprendere il mio attuale percorso professionale di educatore e formatore». Dal 2018 al 2021 ci fu infatti la prima sperimentazione.
L’allora vescovo Beniamino Pizziol intuì che, per realizzare progetti, facilitare processi, creare sinergie, nelle parrocchie e nelle unità pastorali servivano dei professionisti. D’altro canto, la disoccupazione giovanile necessitava di qualche risposta. Francesco superò la selezione e fu destinato per tre anni alla parrocchia di San Lazzaro, nella periferia di Vicenza, caratterizzata dall’alto numero di persone immigrate. Seguì un secondo impegno fuori dalla città, nell’unità pastorale di Caldogno-Villaverla. « Fu molto stimolante - ricorda -. Abbiamo riorganizzato la canonica affinché diventasse luogo di accoglienza per giovani che desiderano vivere un’esperienza di comunità.
Francesco Caccin, 33 anni, padovano, baccalaureato in Scienze dell’educazione, oggi membro dell’èquipe, nel 2018 ha deciso di candidarsi dopo aver scoperto l’iniziativa da un articolo pubblicato su questa pagina Gli animatori di comunità di Vicenza
Il mio lavoro è stato molto apprezzato, infatti le realtà dove sono stato, stanno richiedendo la presenza di un animatore di comunità». L’attuale vescovo Giuliano Brugnotto ha rilanciato il progetto, che lo scorso settembre ha compiuto sei anni, ha visto finora coinvolte 10 unità pastorali e ha preso piede in 36 parrocchie. «Cerchiamo una decina di persone, dai 22 ai 35 anni, con laurea triennale o almeno tre anni di studi universitari, con sensibilità alla dimensione ecclesiale spiegano gli organizzatori -. Il lavoro consiste nell’incontrare le comunità, soprattutto i giovani, mettersi in connessione con chi già vi opera - associazioni, catechisti, ovviamente il parroco -, per creare delle progettualità a partire dall’analisi dei bisogni. Una volta raccolte le candidature, faremo una prima scrematura; chi sarà stato selezionato, dovrà partecipare a un percorso di formazione. Il lavoro inizierà a settembre 2025 e si protrarrà fino a settembre 2028».
Alessia Carraro, 33 anni, psicologa, all’ultimo anno di Psicoterapia a Verona, è stata animatrice di comunità presso un’unità pastorale di Schio, nell’Alto Vicentino: « Nessuno viene mandato nella sua parrocchia di provenienza, perché è necessario essere distaccati rispetto a dinamiche già presenti. È positivo, ma ne consegue che sei una figura “estranea” e anche l’unica retribuita in una realtà di volontari». «Questo all’inizio può comportare un rapporto con la comunità un po’ teso - conclude Alessia - e quindi può essere frustrante. Ma, se ti metti in ascolto dei bisogni, dialoghi, ti fidi delle persone e credi nel processo, poi il processo diventa sorprendente».