venerdì 31 gennaio 2025
I genitori arrivati dall’Egitto. Un’adolescenza difficile. Una comunità per ricominciare. Ex ospite del Borgo Ragazzi Don Bosco di Roma, ora è studente di medicina in Bulgaria. Prossima meta: Cagliari
A sinistra, Miriam all'università di Plovdiv. A destra, la statua di Don Bosco nel Borgo Ragazzi di Roma

A sinistra, Miriam all'università di Plovdiv. A destra, la statua di Don Bosco nel Borgo Ragazzi di Roma - .

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Dentro o fuori? Dalla società, dalle relazioni, dalla possibilità di realizzare sé stessi. Basta poco a volte per ritrovarsi fuori da tutto e passa come un soffio la possibilità di afferrare una mano tesa, pronta a ritirare su chi è schiacciato da pesi più grandi lui. Per molti giovani quella mano ancora oggi sbuca fuori dalla manica nera della talare di un prete, don Giovanni Bosco (di cui oggi ricorre la memoria liturgica). Un sacerdote che, orfano per primo, fu chiamato da Dio ad essere segno di una paternità più grande. In tutto il mondo non si contano i ragazzi che entrano ed escono dai cortili col suo volto sulle pareti: e tra loro, al Borgo Ragazzi Don Bosco di Roma, c’è anche Miriam.

I genitori, arrivati nell’Urbe dall’Egitto, la avevano cresciuta bilingue, ma qualche difficoltà aveva richiesto le cure di un logopedista. Crescendo, poi, la lontananza da casa del padre per lavoro, la malattia della mamma, in difficoltà ad orientarsi in Italia, e la nascita di tre fratelli la avevano portata a sentire sulle proprie spalle tutta la responsabilità della casa e della famiglia. «Tu che vuoi fare?», le aveva chiesto la coordinatrice della comunità semiresidenziale (Semi) una volta arrivata al Borgo su indicazione dei Servizi sociali, nonostante che per lei un progetto fosse già stato ideato. «Vorrei fare l’adolescente» era stata la risposta. E così è stato.

A 15 anni Miriam inizia il suo percorso alla «Semi», nata pochi mesi prima di accoglierla con questo nome, per indicare la speranza di un lento e continuo lavoro educativo. E le ribellioni iniziali non mancano: «Dicevo di voler stare a casa e di avere da fare altro. Volevo la mia indipendenza» ci dice. Nel frattempo, però, «iniziai a rendermi conto che stare in un nuovo ambiente mi faceva bene – racconta –. Per la prima volta vedevo una comunità di persone che pranzava insieme, si divideva i compiti perché l’ambiente fosse ordinato e insieme scambiava qualche parola o passava il tempo giocando. In famiglia avevamo sempre orari diversi».

Si appropria così di una normalità per lei fuori dall’ordinario, di «un pezzo di Paradiso», che per don Bosco, in mezzo alle difficoltà, «aggiusta tutto», diceva il santo, di cui oggi ricorre la memoria liturgica. Una stanza silenziosa le permette di studiare in serenità e al momento della maturità si diploma a pieni voti. È la prima della «Semi». In lei germoglia il desiderio di iscriversi a Medicina, prova diversi test d’ingresso, passandoli tutti, tranne il più agognato. Studia per un anno farmacia, poi il suo spirito combattivo la spinge ad iscriversi alla Medical University of Plovdiv, in Bulgaria. I primi tre anni passano con successo e, con le soddisfazioni dei primi tirocini, arriva la possibilità di trasferirsi all’Università di Cagliari.

«Nella mia vita di fuorisede ho portato la gioia e la vita di comunità che avevo visto alla “Semi”: qui l’ho ritrovata nell’entusiasmo degli italiani che spesso organizzano cene e momenti conviviali tra loro. Se non avessi conosciuto i Salesiani, non mi sarei sentita a mio agio in queste circostanze» dice dalla Bulgaria, ricordando che, prima di approdare al Borgo, dopo la scuola non usciva spesso di casa per vedere altri coetanei. E la distanza la aiuta anche nel rapporto con la famiglia: «Ci ha educati a esprimere il nostro affetto», racconta. Il Borgo nel frattempo rimane sullo sfondo nel rapporto con le educatrici, che nel tempo continua. «Don Bosco per me è una spalla – dice –. Un nido dove tornare ogni volta che ne ho bisogno». Non esclude, infatti, che anche a Cagliari il cortile con quel volto sulla parete, possa vedere un giorno far capolino anche lei.


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