Arriva il taglio delle mini-province sotto i 200 mila abitanti. La commissione Affari Costituzionali della Camera ha infatti approvato un emendamento del relatore al ddl sulla Carta delle Autonomie, Donato Bruno, che prevede che la popolazione delle province non possa essere in ogni caso inferiore ai 200 mila abitanti. L'emendamento è passato con i voti di Lega e Pdl mentre le opposizioni hanno votatocontro.L'emendamento approvato prevede che nell'ambito della delega al governo ad adottare, entro 24 mesi dalla data di entrata in vigore del ddl, uno o più decreti per la razionalizzazione delle province e la riduzione del numero delle circoscrizioni provinciali il governo si attenga a una serie di principi, tra i quali quello del numero di abitanti non superiore a 200mila.I criteri ai quali il governo si deve attenere, come si legge nel testo, partono dalla "previsione della soppressione di province in base all'entità della popolazione di riferimento, all'estensione del territorio di ciascuna provincia e al rapporto tra la popolazione e l'estensione del territorio e tenendo conto della peculiarità dei territori montani" per cui "il territorio di ciascuna provincia abbia un'estensione e comprenda una popolazione tale da consentire l'ottimale esercizio delle funzioni previste per il livello di governo di area vasta e tale da realizzare le maggiori economie di scala" e dunque una "popolazione di riferimento" che "non possa in ogni caso essere inferiore ai 200.000 abitanti, secondo i dati dell'Istituto nazionale di statistica relativi all'anno 2009". E ancora "attribuzione a una o più province contigue nell'ambito della stessa regione delle funzioni e delle corrispondenti risorse umane e strumentali della provincia da sopprimere; individuazione di una disciplina transitoria che assicuri la continuità dell'azione amministrativa e dei servizi ai cittadini".I sub-emendamenti volti anche a innalzare la soglia del numero di abitanti (uno dell'Api a firma Linda Lanzillotta portava la soglia a 500 mila) sono stati respinti.