sabato 29 marzo 2025
La presenza femminile rappresenta circa il 52% della forza lavoro complessiva nelle scienze e tecnologie in Europa e il 31% in Italia nel 2023
Ancora poco le donne iscritte ai percorsi Stem

Ancora poco le donne iscritte ai percorsi Stem - Archivio

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Poco più di un quarto (26,6%) degli studenti europei è iscritto a percorsi di educazione terziaria in ambito tecnico-scientifico e la metà delle aziende riporta difficoltà nel reperire risorse Stem, acronimo che abbraccia le discipline di Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica. In questo campo persiste un forte divario di genere visto che Scienze naturali, matematica e statistica è la sola disciplina Stem a raggiungere la parità di genere (50,3% sono studentesse), mentre in ingegneria e Ict, al contrario, le studentesse sono in netta minoranza (27% in ingegneria e 20,3% in Ict). Sono alcuni dei dati (fonte: Osservatorio Stem 2024-2025 di Deloitte) citati nel corso dell’evento Competenze Stem: chiave per le transizioni multiple e la competitività italiana organizzato dall’Associazione Civita, realtà che da 35 anni si occupa di costruire un dialogo tra mondo della cultura e delle imprese, in collaborazione con la Fondazione Deloitte, che da anni offre un importante contributo scientifico con l’Osservatorio Stem.

L’appuntamento ha messo in luce la necessità di un cambio di narrazione, fondamentale per informare correttamente l’opinione pubblica ed in modo particolare le famiglie ed i ragazzi, sulle opportunità offerte dalle discipline Stem e l’urgenza di rafforzare la cooperazione tra pubblico e privato per promuovere le competenze tecnico-scientifiche, fattore chiave per affrontare le sfide complesse e interconnesse del mondo di oggi: dalla transizione ecologica a quella digitale, dall’innovazione tecnologica alla sostenibilità sociale. Cambiamenti che richiedono una risposta strutturata e incisiva e rispetto ai quali le competenze Stem rappresentano la chiave per garantire la competitività del sistema Paese.

Le iniziative

Negli ultimi anni la presenza femminile nelle discipline Stem è aumentata a livello europeo e nazionale, sino ad arrivare, secondo i dati di Eurostat, a rappresentare circa il 52% della forza lavoro complessiva nelle scienze e tecnologie in Europa e il 31% in Italia nel 2023. Eppure nel settore Space tech la presenza delle donne è ancora significativamente inferiore rispetto a quella degli uomini: negli Stati Uniti nel 2021 solo il 13,4%3 della forza lavoro in ambito aerospaziale era composta da donne mentre, in Italia, nel 2019 su 500 imprese della Space industry (con media 85 dipendenti) la percentuale di donne impiegate era inferiore al 10% nel 63% dei casi4. Inoltre meno del 10% dei piloti è di genere femminile (meno del 7% se si escludono le studentesse)5 e dall’inizio delle missioni, su 600 astronauti, solo 72 donne sono andate nello spazio.

«Il settore aerospaziale è a predominanza maschile e questa purtroppo non è una novità. In Italia e in Europa si stanno facendo investimenti significativi per promuovere la parità di genere, ma l’approccio presenta spesso dei limiti - sostiene Ilaria Cinelli, Senior Institutional Business Developer in Aiko, scaleup torinese che sviluppa software avanzati basati su Intelligenza Artificiale e automazione per applicazioni spaziali -. Un esempio evidente sono gli eventi istituzionali di alto profilo, dove la maggioranza dei partecipanti è composta da uomini. O, ancora, l’idea che l’educazione di genere sia utile solo alle ragazze: al contrario è fondamentale educare maschi e femmine, affinché crescano consapevoli delle discriminazioni. La formazione, inoltre, non dovrebbe limitarsi a studenti e studentesse: è necessario che chi lavora già nel settore sviluppi una sensibilità sul tema, così da arrivare a scardinare pregiudizi e ostacoli professionali che impediscono alle donne di raggiungere posizioni di leadership nella Space industry».

Cinelli è ricercatrice e ha comandato dieci missioni “analoghe”, ovvero simulazioni di missioni spaziali condotte sulla Terra in ambienti che riproducono condizioni simili a quelle dello spazio (o di altri corpi celesti, come la Luna o Marte) utili a testare tecnologie, protocolli operativi e a studiare il comportamento umano in tali situazioni. In AIKO si occupa di creare e consolidare relazioni strategiche con enti istituzionali, agenzie governative e organizzazioni internazionali per supportare la crescita e il posizionamento dell’azienda nel settore space tech.

Tra gli obiettivi di Aiko c’è quello di sostenere e promuovere l’inclusione e la diversità in ambito aerospaziale: per questo la scaleup fa parte della divisione europea ed è membro fondatore del comitato torinese di Women in Aerospace, una delle organizzazioni internazionali più attive nel promuovere la partecipazione delle donne nel settore aerospaziale mediante numerose iniziative, tra cui eventi e programmi di mentorship. Aiko, inoltre, ha inserito all’interno delle proprie politiche di responsabilità aziendale l’obiettivo di arrivare nei prossimi anni a raggiungere la parità di genere, aumentando ulteriormente la percentuale di donne assunte: a oggi la presenza femminile nella scaleup è del 24%, perlopiù impiegate in ruoli tecnici, superiore alla media nazionale.

Sebbene più brave dei colleghi maschi (voto medio di laurea 104,2 su 110 per le donne, 102,3 degli uomini; studi conclusi nei tempi previsti per il 57,6% delle donne contro il 53% degli uomini) le laureate in discipline Stem in Italia sono ancora poche e con qualche difficoltà in più a trovare lavoro: a cinque anni dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione femminile è del 90,9% contro il 94,1% di quello maschile. Secondo Cinelli, «il mondo del lavoro deve evolversi con azioni concrete. Servono incentivi all’assunzione di donne, ma anche misure di supporto per chi ha dovuto interrompere la carriera per motivi familiari o di salute, facilitando il reinserimento professionale. Inoltre, i datori di lavoro dovrebbero promuovere corsi di formazione sulla comunicazione inclusiva, non come iniziative isolate, ma come strumenti strutturali per migliorare l’ambiente lavorativo a livello nazionale. Programmi di mentoring, networking e formazione sono strumenti chiave per abbattere bias e stereotipi e per garantire che il talento possa realmente emergere. L’inclusione non è un obiettivo che si raggiunge dall’oggi al domani, ma un processo di trasformazione culturale che richiede tempo, impegno e cambiamenti concreti nelle strutture e nelle mentalità».

Le barriere e i pregiudizi di genere sono radicati in una cultura che per troppo tempo ha considerato il settore come prevalentemente maschile. Un esempio celebre è quello che ha visto per protagonista l’astronauta statunitense Sally Ride: quando si stava preparando per la sua missione del 1983 a bordo dello Space Shuttle Challenger, gli ingegneri della Nasa le chiesero se 100 tamponi mestruali sarebbero stati sufficienti per una missione di una settimana. Un altro caso è il rinvio della prima passeggiata spaziale interamente femminile fuori dalla Stazione Spaziale Internazionale nel 2019: l’evento, che avrebbe dovuto segnare un momento storico, è stato posticipato perché a bordo non c'erano tute spaziali della taglia adatta per entrambe le astronaute. “Il primo episodio evidenzia una mancanza di considerazione, oltre che scarsa conoscenza, per le esigenze specifiche delle donne nello spazio; il secondo rende palese come l’infrastruttura sia stata pensata a uso maschile, senza considerare le astronaute. La progettazione delle attrezzature spaziali ha storicamente dato priorità agli uomini, con conseguenze pratiche che hanno limitato la partecipazione femminile alle operazioni extraveicolari. Cambiare questa mentalità richiede non solo la presenza di più donne in ruoli di leadership, ma anche una revisione strutturale delle politiche e delle pratiche per garantire un ambiente di lavoro equo e inclusivo per tutti», osserva Cinelli.

In Italia e in Europa si stanno facendo investimenti significativi per promuovere la parità di genere nella space industry ma, secondo Ilaria Cinelli, è fondamentale che l'educazione arrivi sia alle nuove generazioni attraverso scuola e università, sia alle generazioni più grandi che già hanno ruoli di responsabilità in azienda. Corsi e workshop sulla parità di genere sono importanti, ma rischiano di rimanere attività isolate se non vengono integrati nella cultura aziendale. Inoltre si tende a insegnare la leadership alle donne in modo diverso rispetto agli uomini, come se questa richiedesse strumenti e metodi distinti, invece di riconoscervi una competenza che trascende il genere. Conclude Cinelli: «Per garantire una crescita sostenibile del settore aerospaziale e, più in generale, dell’industria tecnologica italiana, è necessario un approccio più ampio, che tenga conto non solo della parità di genere, ma anche dell’inclusione intergenerazionale. Finché non si comprenderà che sia il genere sia la diversità generazionale sono fattori essenziali per la crescita del nostro Paese, il raggiungimento di una semplice parità numerica non sarà sufficiente. Serve una cultura che valorizzi il talento, indipendentemente dal genere o dall’età, e che crei un ambiente di lavoro realmente inclusivo, capace di attrarre e trattenere le migliori risorse nel settore aerospaziale».


In Italia, le donne rappresentano solo il 26,6% dei laureati nei diversi rami dell’ingegneria . Un dato, questo, che sottolinea il persistere di un ampio divario di genere nelle materie Stem legato a barriere che limitano le opportunità di studio e di carriera delle donne. Per valorizzare il talento femminile e contribuire a superare gli stereotipi di genere, Amplia Infrastructures Società del Gruppo Autostrade per l’Italia, player di riferimento nel panorama delle costruzioni in Italia, e Gi Group, la prima Agenzia italiana del lavoro, hanno lanciato un percorso formativo altamente professionalizzante.

L’Academy, che ha coinvolto 12 neolaureate in Ingegneria civile, edile, ambientale interessate a lavorare nella cantieristica stradale, si inserisce all’interno del progetto Women4 di Gi Group volto a favorire l'occupazione femminile in settori tradizionalmente ad appannaggio maschile e a valorizzare corsi di formazione e crescita per le lavoratrici. Le partecipanti, assunte con un contratto in somministrazione a tempo indeterminato con Gi Group, verranno ora inserite in azienda, in qualità di Planner di commessa, Addette qualità di cantiere, Addette salute e sicurezza in cantiere e Addette al Servizio di Prevenzione e Protezione, nelle sedi di Barberino di Mugello (Firenze), Genova, Napoli, Codognè (Treviso) e Rescaldina (Milano) - in uno dei dipartimenti delle aree Qualità, Ambiente e Pianificazione cantieri. Il percorso, progettato da Gi Group e Amplia Infrastructures, ha previsto 200 ore di formazione teorica guidata da docenti altamente qualificati presso il Gi Group Training Hub, il centro per la formazione e l’orientamento dell'Agenzia italiana per il lavoro con sede principale a Milano.


Intred, operatore di telecomunicazioni quotato da luglio 2018 sul mercato Euronext Growth Milan di Borsa Italiana, sostiene il progetto Stem in Genere. Lanciato dalla Commissione Genere dell’Università degli studi di Brescia, questo programma mira a contrastare gli stereotipi di genere nelle discipline Stem e a promuovere l’inclusività in questi settori. Intred sostiene l’iniziativa sin dal 2022. Il supporto di Intred è stato particolarmente visibile durante l’evento Math4Fun, organizzato in occasione della Giornata Internazionale della Matematica, che si tenuto sabato 15 marzo al Mo.Ca – Centro per le nuove culture di Brescia. Durate questa giornata, ragazze e ragazzi hanno potuto esplorare il mondo della matematica e delle scienze attraverso attività interattive e coinvolgenti. Intred ha curato l’organizzazione dell’evento fornendo giochi in scatola, rompicapo e sfide logiche, strumenti che stimolano la curiosità dei partecipanti e favoriscono un approccio divertente alle materie scientifiche.







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