Esterno della sede centrale di New York dell'agenzia di rating
Il timore economico prevale sul rischio politico. In caso di vittoria del No al referendum a preoccupare i mercati “sono le banche italiane e la situazione degli Npl”, ovvero delle sofferenze. In quanto “probabilmente ritarderebbe la soluzione di questi problemi, perché le attenzioni sarebbero più concentrate su questioni politiche che finanziarie”. A lanciare l’allarme è Standard & Poor's. Il capo economista dell’agenzia di rating, Jean-Michel Six, intervenendo a un convegno a Milano sostiene che “l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno è una crisi politica in Italia”. Nel caso al voto del 4 dicembre prevalesse il voto contrario alle riforme volute da Renzi, secondo Six “ci sarebbe un governo tecnico che porterebbe a elezioni politiche. Anche se non è scontato, potrebbe durare a lungo prima di arrivare a nuove elezioni”.
Quali effetti finanziari ci sarebbero, invece, con un successo del No? "Avremo sicuramente un po’ di turbolenza sui mercati, prevedono gli esperti di S&P. Ma niente cataclismi: "Stavolta abbiamo sopra la testa l'ombrello nucleare" dice Six riferendosi al programma anti spread della Bce, "per questo non ci sarà una riproposizione del 2010", quando lo spread s’impenno oltre i 500 punti.