giovedì 3 aprile 2025
Presentato il decimo rapporto della Community cashless society di Teha Group: il 40% delle transazioni è digitale, per rientrare nella media Ue ci vorranno altri 13 anni
I pagamenti digitali sono triplicati in dieci anni. Resta il nodo del sommerso
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Il pareggio con il contante è ancora lontano ma anche in Italia i pagamenti digitali continuano a guadagnare terreno. Negli ultimi dieci anni si sono triplicati passando da 174 a 471 miliardi e valgono il 40% dei consumi delle famiglie. Il dato emerge dalla decima edizione del rapporto “Verso un'Italia cashless: il bilancio di 10 anni e cosa resta da fare per cittadini, imprese ed esercenti” a cura della Community cashless society di Teha Group.

La filiera dei pagamenti digitali vale 16,8 miliardi di fatturato. Dalla sua nascita ormai dieci anni fa la Comunity fornisce un osservatorio sull'evoluzione dell'utilizzo e dell'impatto degli strumenti di pagamento cashless nel mondo, in Europa e in Italia. Dall'analisi emerge un cambiamento nelle abitudini di cittadini, esercenti e aziende che ha spinto anche a una forte crescita della filiera industriale dei pagamenti digitali. Filiera che nel 2023 ha generato 16,8 miliardi di fatturato (più che raddoppiato rispetto a dieci anni fa, con un aumento del 104,9%) e dà lavoro a oltre oltre 34.400 (con un aumento del 20,8%).

Quest'anno, per la prima volta, l'Italia è uscita dal gruppo delle 30 peggiori economie secondo il cash intensity index, parametro che analizza l'incidenza del contante nelle principali economie nazionali. Il Belpaese scivola al 31esimo posto con un miglioramento di 3 posizioni rispetto a 2024 e 2023, anche se l'attuale livello di cash intensity rimane più alto della media europea dell’1,6% e di tutte le aree geografiche (Nord America, Centro-Sud America, Asia-Oceania). Per quanto riguarda invece il cashless society index, che monitora il trend a livello europeo, l'Italia rimane al 20esimo posto tra i Paesi Ue-27, il più alto di sempre, ancora lontana dagli altri grandi Stati come Spagna (10 ), Germania (11) e Francia (16).

I pagamenti digitali rappresentano il 25% del Pil. Il transato cashless rappresenta il 25% del Pil, rispetto al 28% della media Ue, e l'importo medio di una transazione cashless è ancora superiore di 11 euro rispetto alla media europea (il 29% in più) a conferma di un'abitudine ai pagamenti digitali che può ancora crescere soprattutto per le piccole spese.

Italia maglia nera per l'economia sommersa. Il tasto dolente resta l'economia sommersa, che viene alimentata dal contante. Impatta sull'indicatore (Vat gap) in cui l'Italia si conferma, nel 2022, fanalino di coda in Europa: da sola rappresenta il 18,3% del Vat Gap dell'Ue-27 (89,3 miliardi di euro in totale). In questo contesto, con l'obiettivo di ridurre ulteriormente l'impatto ambientale delle attività inerenti ai pagamenti, si inserisce la proposta della Community di dematerializzare lo scontrino cartaceo permettendo l'emissione di un documento commerciale in formato totalmente digitale, a partire dai pagamenti con carta, senza bisogno di supporti cartacei, ed ampliando tale possibilità anche ai commercianti con volume d'affari inferiore ai 400mila euro.

L'economia sommersa nel 2022, secondo un'elaborazione di Teha Group su dati Istat, vale 201,6 miliardi di euro. Tra le grandi economie europee, l'Italia è anche la prima per Vat gap sul Pil: l'Italia riporta un valore (0,8%) pari a 1,5 volte la media Ue-27 (0,6%), 1,7 volte la Francia e 2,5 volte il valore della Germania e della Spagna.

Le proposte della Community: educazione finanziaria e trasparenza sui costi. La Community ha elaborato e posizionato 46 proposte d'azione di cui 34 sono state ad oggi implementate (74%). In particolare l'avviamento di programmi di educazione finanziaria nelle scuole e la promozione del lancio di un'operazione ''trasparenza'' verso i commercianti sui reali costi associati ai pagamenti cashless, e l’obbligo di tracciabilità per i pagamenti (ad esempio quelli medici) che si possono detrarre. Tra le nuove proposte, oltre alla dematerializzazione degli scontrini, il data sharing (la condivisione di informazioni sui pagamenti) tra le aziende per ottimizzare nei vari ecosistemi di servizi ad esempio nella mobilità.

Nonostante l'importante diffusione del contante, secondo il rapporto, l'Italia sta mostrando una certa accelerazione nell'implementazione di soluzioni cashless, ma ancora insufficiente a raggiungere la media europea: ai tassi di crescita italiani ed europei attuali, l'Italia si allineerebbe al valore europeo di transazioni pro-capite con carte di pagamento soltanto tra quindici anni, nel 2038.

L'impatto ambientale dei pagamenti cashless. L'analisi sottolinea, inoltre, anche l'impatto ambientale dei pagamenti digitali rispetto al contante: una transazione cashless risulta il 72,4% meno inquinante di una in contanti. Dal 2015 al 2023, infatti, i pagamenti digitali hanno consentito il risparmio di oltre 254 milioni di chili di Co2.

Valerio De Molli: in dieci anni c'è stata una profonda trasformazione. Il percorso di questi primi 10 anni della community cashless society ci "restituisce, da un lato, cinque punti di attenzione su cui occorre lavorare ancora e, dall'altro, cinque successi ottenuti anche grazie al nostro lavoro e a quello di tutti i partner che ci hanno accompagnato fin dal 2015", afferma Valerio De Molli, managing partner e ceo di Teha Group e The European House - Ambrosetti. "I cinque punti di attenzione - aggiunge - riguardano l'elevata economia sommersa e Vat gap, siamo ancora i primi in Europa, e il posizionamento non ancora virtuoso del Paese nei nostri indici proprietari. Dobbiamo però evidenziare anche cinque successi raggiunti in questi 10 anni: il fatturato cashless è triplicato e l'abitudine si sta consolidando sempre di più sia tra i cittadini che tra gli esercenti".

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