«Corrotti, adulterati e contraffatti in modo pericoloso per la salute pubblica». Il decreto di sequestro della Procura della Repubblica di Latina non potrebbe essere più esplicito. E drammatico. Incombe sul biologico italiano un nuovo scandalo, dopo la maxitruffa siciliana del 2017, le finte etichette del 2013, il miele tossico del 2012 e naturalmente le 700 mila tonnellate di finto bio smerciate sul mercato tedesco nel 2011… L’indagine sui tre fertilizzanti riscontrati negli ortaggi e distribuiti da una multinazionale è ancora agli inizi, ma molti tremano. Non tanto per le (limitate) sanzioni previste dal decreto legislativo 75/2010. La spada di Damocle, che sta cadendo, rischia di infrangere la bella vetrina del made in Italy e lo specchio magico dietro cui si celano connivenze e silenzi che consentono di commercializzare per biologico ciò che biologico non è. È la paura di pagare colpe altrui che fa dire a Paolo Carnemolla: «ci sono in giro centinaia di formulati commerciali che non sono fertilizzanti ma agrofarmaci». Carnemolla ha le mani in pasta: Feder-Bio era l’Associazione che riuniva tutti i certificatori del bio. Un sistema opaco, in cui l’azienda paga chi la controlla: lo si dice da anni, ma la legge è rimasta quella.
A sparigliare ci ha pensato proprio Carnemolla, qualche anno fa, imponendo ai propri associati la politica della trasparenza. Immediatamente è nata un’altra associazione. FederBio, però, tira dritto. Conferma le denunce del 2017. Parlavano di «centinaia di formulati commerciali palesemente non aventi funzione fertilizzante ma fitosanitaria» e forniva alle autorità un elenco di questi prodotti. Nessuno rispose a quella lettera, che faceva riferimento a una «situazione gravissima», affermando tra l’altro che «in assenza di controlli da parte di ICQRF le autodichiarazioni delle ditte che inseriscono in elenco i formulati commerciali sono non di rado mendaci rispetto alla reale composizione del formulato ». Due anni prima, a Cagliari, aveva fatto la sua comparsa la matrina: nell’ambito dell’operazione Mela Stregata erano state sequestrate 16 tonnellate di prodotti chimici destinati all’agricoltura biologica.
FederBio ha denunciato l’uso di matrina nelle serre biologiche?
L’inchiesta di Latina, di cui ha parlato Avvenire, prende avvio anche da una segnalazione di FederBio alle Autorità competenti che derivava non solo dall’evidenza documentale di una probabile frode alla portata di qualunque tecnico agricolo o agricoltore, ma anche da campionamenti effettuati a nostre spese su colture trattate presso laboratori accreditati.
Non può essere un caso isolato?
No, perché non è la prima volta che avviene e perché questa gravissima situazione dipende dal fatto che il sistema delle autodichiarazioni, in assenza di controlli, alimenta un mercato di formulati che non sono fertilizzanti, ma agro farmaci o truffe.
Cosa si rischia nel sottovalutare il problema?
Danni allo Stato e ai cittadini. I fertilizzanti godono di un’aliquota Iva ridotta rispetto ai fitofarmaci, dunque l’attuale gestione dell’elenco ministeriale favorisce l’evasione fiscale e genera danno erariale; i fitofarmaci sono soggetti ad una tassazione specifica del 2% sul fatturato, che alimenta il fondo per la ricerca in agricoltura biologica, dunque l’attuale gestione dell’elenco ministeriale favorisce l’evasione fiscale a danno diretto del settore biologico, nel quale questi denari dovrebbero essere impiegati; i fitofarmaci sono soggetti a specifiche normative e tassazione relativamente al procedimento autorizzatorio, che in questo modo vengono eluse, con danno erariale e rischi per la salute umana e per l’ambiente; l’impiego di fitofarmaci è ora soggetto a precise e stringenti normative anche da parte degli agricoltori, dunque la possibilità di eluderle è un forte vantaggio commerciale per i formulati di cui si tratta ma può comportare gravi rischi per la salute degli addetti, dei consumatori e per l’ambiente.
1,9 milioni
Gli ettari di terreno agricolo coltivati con il metodo biologico in Italia
76.000
Imprese certificate bio in Italia
Concretamente, in che modo il governo favorisce la diffusione dei fertilizzanti illegali?
Non essendovi alcuna verifica preventiva sulle autodichiarazioni che le ditte presentano al Ministero delle politiche agricole, viene permesso l’impiego di prodotti che palesemente non solo fertilizzanti ma biocidi o fitofarmaci e anche di formulati contenenti principi attivi non ammessi, come nel caso della matrina.
Con il sequestro di Latina la matrina è un problema superato?
No, perché tutti i presunti fertilizzanti oggetto di sequestro e indagine da parte della Procura di Latina risultano ancora regolarmente presenti nel registro SIAN dei fertilizzanti consentiti in agricoltura biologica.
C’è il rischio che importiamo prodotti irrorati con fertilizzanti velenosi?
I formulati commerciali individuati a Latina sono velenosi, in quanto l’alcaloide “matrina” presenta un’elevata residualità sui prodotti alimentari. L’operazione coordinata dalla Procura della Repubblica di Latina ha certamente consentito di bloccare una rilevante frode nel settore biologico ma se il governo non provvede rapidamente ad attivare una segnalazione nel sistema europeo di allerta rapido dei prodotti biologici non avremo alcuna garanzia che la frode venga fermata anche nei Paesi dove questi prodotti vengono fabbricati (Spagna) e commercializzati (Francia e altri nell’Ue). I finti fertilizzanti in questione sono particolarmente utilizzati in serra su produzioni ortofrutticole e officinali che sono esportate anche in Italia, in particolare dalla Spagna.
3,6 miliardi
è il valore in euro delle vendite di prodotti biologici in Italia nel 2018
45%
è il peso nel business bio della Grande distribuzione
Quali sono le responsabilità del settore biologico?
L’utilizzo dei prodotti sequestrati nel Lazio è avvenuto in maniera consapevole, dunque dolosa, da parte degli operatori biologici e gli organismi di certificazione autorizzati che ne avessero tollerato l’impiego hanno anch’essi dolosamente o colpevolmente violato i loro compiti istituzionali: come FederBio chiediamo massima severità.
Ci sono strumenti normativi o di controllo che potrebbero risolvere il problema?
E’ necessario che l’inserimento dei fertilizzanti nell’elenco ministeriale che ne autorizza la commercializzazione avvenga solo dopo una verifica di merito sulla composizione del formulato che preveda anche analisi; come FederBio abbiamo deciso di definire uno standard nazionale che possa essere la base per un sistema di certificazione di questi prodotti, affidato a un organismo indipendente svizzero, che già pubblica una lista europea di prodotti approvati.