«Perché dedicare un convegno agli influencer? Perché sentiamo la necessità di capire meglio questo mondo ancora nebuloso, in cui non sappiamo se i dati che vengono forniti sono veri, se il numero dei follower è reale, se gli influencer sono reali o virtuali. Questa "nebulosità" è una caratteristica del mondo digitale, in cui pian piano cerchiamo di avvicinarci alla realtà, ma con grande fatica. Lo facciamo per cercare di capire sempre di più le dinamiche e di fornire alle nostre imprese gli strumenti per investire con più efficacia». In poche righe, Lorenzo Sassoli de Bianchi, presidente di Upa, "Utenti Pubblicità Associati" ha spiegato il senso di "Influencer Marketing 2023", l'incontro tenutosi a Milano per fare un punto sul potere della pubblicità in mano a queste figure oggi particolarmente influenti nel panorama commerciale. Quello che è emerso è che il volume degli investimenti delle aziende è in costante aumento e nel 2023 ha superato i 300 milioni di euro, 323 per la precisione, il 10% in più rispetto allo scorso anno. Rispetto al 2022 cresce anche la percentuale delle aziende che fa ricorso a questa leva di comunicazione, passando dall'81% al 90%. I creator vengono sempre più equiparati a dei veri e propri mezzi di comunicazione, come dimostra il fatto che per il 56% delle aziende intervistate la spesa destinata all'influencer marketing è parte del budget media.
Quello che è emerso è che, per il momento, sono pochi gli influencer su cui si focalizzano le aziende, concentrando le molte pubblicità nelle mani di pochi. Tra questi c'è chiaramente Chiara Ferragni, in merito alla quale il presidente di Upa ha aggiunto: «Sugli influencer, porto un esempio tra tutti, quello della Ferragni. Chiara Ferragni, ogni volta che parla di un prodotto o di un servizio, sottolinea il fatto che si tratta di pubblicità. Ha aderito per prima all'Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria e ha un atteggiamento estremamente responsabile anche nell'affollamento pubblicitario, nel senso che sa bene che la pubblicità deve essere qualcosa che serve a chi la riceve, non un ostacolo o un disturbo. Per cui noi apprezziamo molto influencer che si dimostrano responsabili e trasparenti quando comunicano la pubblicità e che, soprattutto, sono responsabili nei confronti dei loro follower».
La pubblicità sta diventando un elemento fondamentale nella comunicazione di qualsiasi azienda; per questo motivo - fa sapere sempre Lorenzo Sassoli de Bianchi - è nata la Upa Academy, «un sistema articolato di formazione, sia per i giovani sia per le aziende associate, su tutti i temi della comunicazione».
Nel corso dell'evento, il presidente di Upa, pur ricordando gli effetti più che positivi sul comparto pubblicitario nel 2023, ha mostrato una certa incertezza per il prossimo anno. «L'anno prossimo, tanto per cambiare, è caratterizzato da una grande incertezza. Sapete che la Germania, in questo momento, è in piena recessione. Siccome è un po' il Paese guida dell'Europa ed è il nostro primo sbocco per esportazione, il rischio è che questa recessione tedesca si rifletta un po' sull'industria italiana, soprattutto su quella che esporta. Per cui non è facile fare previsioni per il 2024» ha infatti aggiunto. Nonostante queste previsioni incerte, Sassoli ha sottolineato quanto nelle aziende si stia verificando un importante cambio di mentalità: sempre più imprese, infatti, considerano la pubblicità un investimento invece che una spesa, che in tempi passati veniva tagliata nei momenti di crisi. I dati di quest'anno confermano invece il cambiamento di tendenza. «Quindi possiamo dire che si sta chiudendo un anno buono, con una certa soddisfazione», ha aggiunto Sassoli.
A Milano l'appuntamento organizzato da Upa "Influencer Marketing 2023". Rispetto al 2022 cresce anche la percentuale di aziende che fa ricorso a questa leva di comunicazione, passando dall'81% al 90%
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