Foto Esther Camps per Open Arms
Sono soprattutto loro: donne e bambini le prime vittime delle traversate del Mediterraneo. Naufragi, dispersi, bambini che arrivano soli sulla terraferma o che vengono salvati soli dal barchino colato a picco su cui viaggiava anche mamma e papà. Il bilancio del 2024 è drammatico e si parla di più di 2.200 morti, fra cui quasi 1.700 lungo la rotta del Mediterraneo centrale, fra Libia, Tunisia e Italia. Ben 112 sono bambini, secondo l'Oim, l'organizzazione internazionale delle migrazioni. Ma sono solo numeri ufficiali. Perchè quelli effettivi, ammettono le organizzazioni internazionali, sono molti di più. “Tra questi ci sono centinaia di bambine, bambini e adolescenti" dichiara Regina De Dominicis, direttrice dell'Ufficio regionale dell'Unicef per l'Europa e l'Asia centrale e Coordinatrice speciale per la risposta ai rifugiati e ai migranti in Europa.
E anche Il 2025 si apre con due naufragi, almeno quelli di cui si ha avuto notizia. Nelle acque antistanti Sfax, in Tunisia, sono stati soccorsi 83 migranti e recuperati 27 corpi dopo che due imbarcazioni stipate di subsahariani sono affondate a tre miglia dalla costa di El Attaya, a Kerkennah. Eventi drammatici che seguono una serie ravvicinta di tragedie del mare che hanno funestato la fine del 2024. Il 31 dicembre é accaduto davanti all'Italia, poco distante dalle coste di Lampedusa. Sette migranti sono stati tratti in salvo dai finanzieri arrivati in soccorso con una motovedetta. Fra i superstiti c’è anche un bambino di 8 anni. Venti persone, invece, fra cui 5 donne e 3 bambini, sono ritenute dispersi. I sopravvissuti (oltre al bambino due siriani, due sudanesi e due egiziani) hanno raccontato di essere partiti dal porto libico di Zuwara, il loro barchino é colato a picco sotto costa. Il bimbo è stato salvato da un parente che, dopo il naufragio, lo ha tenuto stretto impedendo che annegasse. Nello stesso giorno un'altra imbarcazione con 60 persone a bordo e' affondata nella Sar tunisina, in acque internazionali, a 37 miglia nautiche nord est di Djerba. Ancora, al largo della Tunisia, erano morte altre due persone, tra cui un bambino.
"Una persona ogni cinque di tutte quelle che migrano attraverso il Mediterraneo sono infatti minorenni. La maggior parte di loro fugge da conflitti violenti e dalla poverta” aggiunge De Dominicis. L'Unicef chiede ai governi di utilizzare il Patto sulla migrazione e l'asilo "per dare priorità alla salvaguardia di bambine e bambini - continua De Dominicis - ciò include la garanzia di percorsi sicuri e legali per la protezione e il ricongiungimento familiare, nonché operazioni coordinate di ricerca e salvataggio, sbarchi sicuri, accoglienza su base comunitaria e accesso ai servizi di asilo. Chiediamo inoltre maggiori investimenti nei servizi essenziali per i bambini e le famiglie che arrivano attraverso rotte migratorie pericolose, tra cui il sostegno psicosociale, l'assistenza legale, l'assistenza sanitaria e l'istruzione". "Centinaia di persone sono morte negli ultimi giorni", ribadisce Alarm Phone, "quando finirà?".