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La decisione della Commissione europea di ritirare il regolamento SUR, comunicata dalla presidente Ursula Von Der Leyen, «rappresenta una ammissione di fatto del mancato coinvolgimento degli agricoltori». Il primo vicepresidente della commissione agricoltura del Parlamento europeo Paolo De Castro, già ministro italiano all’agricoltura, considera politicamente inadeguato l’esecutivo europeo nel suo rapporto con le campagne.
«L’Europa ha commesso l’errore di creare un clima negativo nei confronti dell’agricoltura: quando ha presentato la strategia Farm to fork, che applica il green deal al mondo agroalimentare, ha creato la percezione che l’agricoltura fosse “nemica” dell’ambiente - dice De Castro in un’intervista rilasciata ad Avvenire -. Da allora, ha preso delle decisioni importanti senza minimamente consultare il mondo agricolo; e in taluni casi contenevano aspetti punitivi».
Guardando al futuro, aggiunge: «Mi auguro che il prossimo commissario all’agricoltura abbia la C maiuscola e non sia succube del commissario all’ambiente».
La scelta di ritirare il provvedimento più contestato dagli agricoltori dell’Unione dimostra che Bruxelles prende molto sul serio le proteste del settore primario. Il SUR prevedeva la riduzione del 50% degli agrofarmaci e del 20% dei fertilizzanti di sintesi entro il 2030. Gli ambientalisti avevano chiesto di inasprirlo, ma nell’Europarlamento e nel Consiglio europeo si era sollevato un muro, anche perché studi indipendenti hanno dimostrato che l’Europa avrebbe rinunciato all’autosufficienza alimentare. Questo passo indietro di fatto incrina l’impianto del Green new deal, spostando la barra di navigazione dell’Unione verso un maggior realismo nelle politiche di transizione ecologica.