martedì 4 maggio 2010
Forte frenata per le richieste di cassa integrazione nel mese di aprile: rispetto a marzo si è registrato un calo del 5,7%, passando dai 122,6 milioni di ore autorizzate (marzo) a 115,6 milioni (aprile). Sono i dati resi noti dall'Inps.
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Forte frenata congiunturale per le richieste di cassa integrazione nel mese di aprile: rispetto a marzo si è registrato un calo del 5,7%, passando dai 122,6 milioni di ore autorizzate (marzo) a 115,6 milioni (aprile). Rispetto al mese di aprile 2009, invece, le ore autorizzate di Cig sono complessivamente aumentate del 52,9% (erano state 75,6 milioni), in gran parte attribuibili alla cassa integrazione in deroga (cigd), che come tutti gli ammortizzatori in deroga fu varata proprio nell'aprile 2009. Sono i dati resi noti dall'Inps. Rispetto a marzo è ancora più significativa la diminuzione per le autorizzazioni di cassa integrazione ordinaria (cigo): -22,5%. E ancora di più nel comparto industria, dove la flessione congiunturale della cigo è stata del -27,3% (solo nell'edilizia si è registrato un lieve incremento: +2,3%). «È la prima volta nel corso del 2010 che le ore autorizzate di cig diminuiscono, mese su mese – commenta il presidente dell'Inps, Antonio Mastrapasqua – e si nota un comportamento differenziato nelle regioni e nei comparti. Nell'industria, ad esempio e quindi nelle regioni del Nord più industrializzate, il ricorso alla cigo è più basso dello scorso anno». A livello tendenziale infatti la frenata della cigo è ancora più sensibile: -38,1% rispetto al aprile 2009.Rispetto al mese di aprile 2009, invece, le ore autorizzate di cig sono complessivamente aumentate del 52,9% (erano state 75,6 milioni), in gran parte attribuibili alla cassa integrazione in deroga (cigd), che come tutti gli ammortizzatori in deroga fu varata proprio nell'aprile 2009. Nel solo mese di aprile 2010 sono state 25,6 milioni le ore di cigd autorizzate, che valgono quasi il 25% del totale del mese (in leggero calo rispetto a marzo: -5,9%). Per circa due terzi, spiega l'Inps, si tratta di ore autorizzate nel comparto commercio e artigianato (rispettivamente il 19,9% e il 44%): «A conferma del fatto che la rete di protezione degli ammortizzatori sociali si è stesa su imprese e settori produttivi che fino all'anno scorso erano privi di sostegno», commenta il presidente Mastrapasqua.Cresce il ricorso alla cassa integrazione straordinaria (cigs): in aprile sono state autorizzate 56,8 milioni di ore, con un incremento dell'8% rispetto a marzo (+192% rispetto ad aprile 2009). Nel complesso dei primi quattro mesi 2010 le ore autorizzate di cig (ordinaria, straordinaria e in deroga) sono state 415,7 milioni contro 204,8 milioni del primo quadrimestre 2009 (con un incremento che sul periodo è stato del 103%). Si tratta di un incremento sensibile che tuttavia mostra forti segni di decelerazione, visto che nel 2009 le ore autorizzate di cig, rispetto al 2008 erano cresciute del 302%. Una decelerazione che in aprile è stata più evidente, fino a manifestare un forte segno "meno" di natura congiunturale.Risultano concordi con queste indicazioni i dati che provengono dalle domande di disoccupazione e mobilità, come sempre relative a un mese precedente. A marzo 2010 sono state presentate 75mila richieste di disoccupazione, 2.500 in meno rispetto a febbraio e circa 30mila in meno rispetto a marzo 2009. Complessivamente nel primo trimestre dell'anno le domande presentate sono state -12,5% rispetto a quelle dello stesso periodo del 2009. In flessione anche le richieste di mobilità:  6.200 nel mese di marzo 2010, circa il 12% in meno rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Una forte diminuzione anche per le domande di disoccupazione con requisiti ridotti, passate dalle 417mila del 2009 alle attuali 320mila. «Come e più di quanto abbiamo segnalato nella presentazione del Rapporto annuale Inps, la scorsa settimana a Montecitorio - conclude il presidente dell'Inps, Antonio Mastrapasqua - vediamo in questi dati il grande impegno delle imprese, sostenute dagli ammortizzatori sociali messi in campo da Governo e Parlamento, a tenere i lavoratori sui posti di lavoro. Il sistema di protezione sociale continua a funzionare a pieno regime».
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