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Accordo fatto, di nuovo, cinque anni dopo l’ultima intesa poi naufragata nel 2019. A Montevideo, capitale dell’Uruguay, la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha annunciato trionfante l’intesa politica con i Paesi del Mercosur (Brasile, Argentina, Bolivia, Uruguay e Paraguay) per un mega-accordo commerciale. Il più grande mai siglato dall’Ue, con un mercato di 780 milioni di persone e, dice la Commissione, straordinarie opportunità per le imprese europee e oltre 4 miliardi di euro risparmiati.
Che cosa prevede il mega accordo commerciale tra l'Europa e il Mercosur
L’intesa, ha detto Von der Leyen, «segna l’inizio di una nuova storia», è «una vittoria per l’Europa. Sessantamila aziende esportano oggi nel Mercosur, trentamila delle quali sono piccole e medie imprese: beneficeranno di tariffe ridotte, procedure doganali più semplici e accesso preferenziale ad alcune materie prime critiche». Un accordo di cui si parla dal 1999, che però che torna a dividere l’Ue, con la Francia sul piede di guerra cui ora si aggiunge l’Italia.
Nel 2019, l’intesa politica raggiunta era poi fallita per lo stop di vari Stati Ue a fronte delle politiche anti-ecologiche in Amazzonia dell’allora presidente brasiliano Jair Bolsonaro. Il ritorno al potere a Brasilia di Luiz Inácio Lula da Silva ha rilanciato il negoziato. Per arrivare alla conclusione, l’Ue ha ottenuto impegni vincolanti sul rispetto dell’Accordo di Parigi sul clima e lo stop della deforestazione entro il 2030, ma ha anche dovuto fare concessioni, anzitutto l’allungamento da 15 a 18 anni del periodo di transizione per i dazi zero sulle auto europee.
Il presidente dell'Argentina, Milei - ANSA
Per la Commissione l’accordo con il Mercosur è urgente, visto che in Sud America dilaga la Cina, ormai primo partner commerciale della regione davanti a Ue e Usa. E il continente è ricco di materie prime rare, come nickel, litio, titanio, cruciali per il settore high tech (l’accordo prevede una facilitazione della loro esportazione verso l’Ue). L’Ue nel 2023 costituiva il 16,9% della quota di mercato del Mercosur, a sua volta il decimo partner commerciale dell’Unione. L’Ue esporta nei quattro Paesi per 55,7 miliardi di euro, a fronte di import da 53,7 miliardi. I servizi Ue nella regione sono pari a 28,2 miliardi di euro, quelli Mercosur nell’Ue 12,3 miliardi di euro. Tra il 2000 e il 2022 lo stock di investimenti Ue nella regione sono passati da 130 miliardi di euro a 384,7 miliardi.
L’intesa, che copre 780 milioni di persone, prevede complessivamente la soppressione dei dazi per il 93% delle importazioni dal Mercosur nell’Ue, e del 91% in direzione contraria, con un risparmio di dazi per l’Ue pari a 4 miliardi di euro. L’Ue eliminerà il 100% dei dazi sui prodotti industriali provenienti dal Mercosur, su un periodo di 10 anni. Il Mercosur eliminerà i dazi sul 90% dei prodotti industriali europei. Una clausola particolare è per le auto Ue (ora oggetti di dazi del 35%): l’intesa prevede un periodo di transizioni di 18 anni, contro i 15 previsti nel 2019.
L’accordo prevede l’eliminazione dei dazi sull’82% dei prodotti agricoli del Mercosur, del 93% dei prodotti Ue. Oltre 350 prodotti protetti europei saranno riconosciuti nel Mercosur, tra cui Parmigiano, Prosciutto di Parma, Prosecco. Ci saranno quote per prodotti considerati sensibili. Anzitutto la carne di manzo: dazi 7,5% per 99.000 tonnellate (l’1,5% del consumo europeo). Per la carne di pollo 180.000 tonnellate a dazi zero (1,4% del consumo europeo). Per lo zucchero zero dazi per 180.000 tonnellate dal Brasile e 10.000 tonnellate dal Paraguay (1% del consumo europeo). I Paesi del Mercosur dovranno rispettare gli standard fitosanitari Ue per la salute umana e attuare quelli dell’Organizzazione internazionale del lavoro. Il Mercosur si impegna ad aprire alle aziende europee le gare d’appalto. Infine, l’accordo consente alle due parti di introdurre misure nel caso di danni alle relative economie.
Come sono le alleanze: Francia e Italia, i Paesi contrari all'intesa
«Dopo oltre due decenni di intensi negoziati - ha dichiarato Lula - oggi disponiamo di un testo moderno ed equilibrato». Sul fronte Ue a premere soprattutto la Germania e la Spagna, la prima guardando alle sue industrie dell’auto, la seconda ai suoi stretti rapporti storici ed economici con l’America Latina. L’accordo, esulta il cancelliere Olaf Scholz su X, «creerà un mercato libero per più di 700 milioni di persone, maggiore crescita e competitività». Il premier spagnolo Pedro Sánchez parla di «ponte economico senza precedenti fra Europa e America Latina».
Sul fronte opposto il presidente francese Emmanuel Macron, che da mesi, pressato dagli agricoltori che più volte gli hanno paralizzato il Paese, si oppone, e alla vigilia aveva definito l’intesa “inaccettabile” in una telefonata a Von der Leyen. L’accordo di Montevideo, ha tuonato ieri la ministra per il Commercio Sophie Primas, «impegna solo la Commissione, non gli Stati membri».
Cinque anni fa il divieto di alcuni Paesi fece naufragare l’intesa con il pretesto
delle politiche anti-ecologiche di Bolsonaro
Guarda caso, Von der Leyen ha annullato la sua partecipazione alla cerimonia di riapertura della cattedrale di Notre Dame a Parigi in programma oggi.
Certo è che la tedesca ha pensato di sfruttare la debolezza di Macron per tirare dritto, nonostante il rischio di una nuova esplosione, in un Paese già in crisi, della furia degli agricoltori. Che lei ha cercato di rassicurare: «agli agricoltori dico: abbiamo dato ascolto alle vostre preoccupazioni e stiamo agendo di conseguenza. L’accordo include solide salvaguardie per proteggere i vostri mezzi di sussistenza. È il più grande mai realizzato in materia di protezione dei prodotti alimentari e delle bevande Ue: più di 350 indicazioni geografiche sono protette e i nostri standard in materia di salute e prodotti alimentari rimangono intatti».
Fonti Ue venerdì inoltre evidenziavano altre salvaguardie e la disponibilità di un miliardo di euro per indennizzi in caso di danni al settore. Non è servito: Copa-Cogeca, l’organizzazione quadro Ue degli agricoltori, ha invitato a una protesta lampo lunedì a Bruxelles, lamentando che «il settore agricolo viene usato come merce di scambio a beneficio di altre industrie». Esulta invece BusinessEurope, che rappresenta le associazioni industriali, parlando di «importante risultato all’inizio del nuovo ciclo legislativo».
Dopo l'accordo con il Mercosur, che cosa può accadere a livello Ue
La partita è tutt’altro che conclusa. La Commissione deve ancora decidere la base giuridica per la ratifica. Molto probabilmente, dividerà in due l’accordo separando gli aspetti puramente commerciali da altri come gli investimenti: i primi sono mera competenza Ue, il che richiede solo la maggioranza qualificata degli Stati membri al Consiglio Ue e di quella assoluta al Parlamento Europeo. L’altra parte, invece, necessita la ratifica unanime di tutti e 27 Parlamenti nazionali, percorso arduo. Anche quello “puramente Ue” è però irto di ostacoli: se, fino all’estate, sembrava assicurata la maggioranza al Consiglio Ue (55% degli Stati pari al 65% della popolazione), visto che a opporsi erano rimaste Francia, Polonia, Austria e Olanda, adesso anche Palazzo Chigi afferma che «non ci sono le condizioni». Senza l’Italia niente maggioranza. Né sarà facile al Parlamento Europeo, il no va dai Verdi a parte dei Liberali, fino all’estrema sinistra e alla destra. A Bruxelles però insistono: «Le modifiche non saranno possibili, il testo è consolidato».
L'abbraccio tra il presidente del Paraguay e il presidente dell'Uruguay nel giorno del raggiungimento dell'accordo commerciale con l'Unione Europea - Reuters