mercoledì 26 febbraio 2025
Il presidente degli Stai Uniti attacca i Paesi europei: l'Unione è nata per fregare gli Usa. Su Ucraina e difesa si attendono decisioni dal vertice del 6 marzo
Trump durante la prima riunione del suo gabinetto di governo

Trump durante la prima riunione del suo gabinetto di governo - Reuters

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Nonostante gli sforzi di Bruxelles, le missioni a Washington, le minacce di rappresaglia, i dazi contro l’Ue arrivano. E con il botto, con le durissime bordate di Donald Trump. «Io amo i Paesi della Ue – ha dichiarato il presidente Usa -, ma siamo onesti, l'Unione Europea è nata per fregare gli Stati Uniti e sta facendo un buon lavoro, ma ora sono io presidente», il tutto tornando ad accusare gli europei di «approfittarsi degli Usa, non accettando le nostre auto, niente da noi». E dunque, l’attesa quanto paventata conclusione, «abbiamo deciso (i dazi contro l’Ue, ndr) e lo annunceremo a breve»: precisando che «saranno al 25%, parlando in generale, e sarà sulle auto e su tutte le altre cose». L’Ue ha minacciato una rappresaglia, ma Trump non ci crede. «Possono provarci – ha replicato –, ma non possono farlo». Bruxelles si prepara da tempo a questo, pur avendo provato, con insistenza, a convincere Trump a desistere. Adesso è l’ora della verità. L’Ue sa dove colpire e dove far male agli Usa, lo ha dimostrato nel 2018 quando reagì ai dazi su acciaio e alluminio colpendo whisky bourbon, Harley Davidson, jeans e altro. La guerra commerciale comincia a breve. Nel frattempo, l’Ue si è dotata di altri, potenti mezzi di difesa commerciale, tra cui gli strumenti anti-coercizione, che consentono di colpire anche la fornitura di servizi Usa nell’Unione e investimenti finanziari. Vari esperti avevano stimato i danni all’economia Ue, con dazi inferiori, il 10%, tra lo 0,5% e l’1% del Pil. Per l’Italia si parlava di cifre intorno ai 6-7 miliardi di euro. Con il 25% saremmo naturalmente a ben altri livelli. «L’Ue reagirà in modo fermo e immediato alle barriere ingiustificate al commercio libero ed equo», ha fatto sapere in serata un portavoce della Commissione.

Gli Usa, insomma, da grande alleato a nemico degli europei. Una frattura plasticamente rappresentate ieri dalla notizia che il segretario di Stato Usa Marco Rubio non avrà tempo per incontrare l’Alto rappresentante Ue Kaja Kallas, arrivata ieri a Washington per restarci anche oggi. Un incontro era stato annunciato appena due giorni fa. Contemporaneamente, Trump, dando forfait anche alle richieste del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha chiarito che gli Usa non daranno garanzie di sicurezza a Kiev. «Lo faremo fare all'Europa – ha detto - perché l'Europa è il loro vicino di casa, ma ci assicureremo che tutto vada bene». Notizie arrivate in una giornata iniziata con una videoconferenza di mezzora dei 27 leader, anzitutto per ascoltare il resoconto di Emmanuel Macron, che pochi giorni fa ha visto Trump a Washington. Al centro, l’Ucraina. «A seguito dei miei scambi con il presidente Usa a Washington – afferma Macron su X – e nella prospettiva del Consiglio Europeo (straordinario, ndr) del 6 marzo, abbiamo ribadito la nostra determinazione a lavorare tutti insieme alle condizioni di una pace solida e durevole in Ucraina e alla nostra sicurezza europea». «Non possiamo accettare la capitolazione dell'Ucraina alle richieste sfacciate della Russia – ha dichiarato, pure lui su X, il premier polacco Donald Tusk - comprese quelle territoriali, comunque le chiamiamo. L'Europa deve essere unita intorno a questa visione del futuro dell'Ucraina e delle nostre relazioni con l'Ucraina e con la Russia». «Stiamo continuando a lavorare per uno stretto coordinamento europeo», ha affermato il presidente del Consiglio Ue Antonio Costa, l’incontro è stato «molto utile per preparare il nostro Consiglio Europeo speciale del 6 marzo, dove prenderemo decisioni sul nostro sostegno all’Ucraina e sul rafforzamento della difesa europea».



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