mercoledì 25 settembre 2024
Sono preoccupanti i dati del XXII Rapporto di Cittadinanzattiva sulla sicurezza degli edifici scolastici: soltanto l'11,4% è progettato secondo le norme antisismiche
Soffitto crollato in una scuola materna

Soffitto crollato in una scuola materna - Ansa

COMMENTA E CONDIVIDI

Ogni tre giorni in una scuola italiana si verifica un crollo di calcinacci da soffitti e pareti di aule, laboratori e palestre. Da settembre 2023 ad oggi, ci sono stati 69 casi, «un numero mai raggiunto negli ultimi sette anni», si legge nel XXII Rapporto sulla sicurezza delle scuole di Cittadinanzattiva. Considerato che un anno scolastico conta 200 giorni di lezione, quasi ogni tre giorni si è, appunto, verificato un incidente. Una situazione davvero preoccupante in un quadro che vede più della metà dei 40.133 edifici scolastici priva del certificato di agibilità (il 59,16% non lo possiede) e di quello di prevenzione incendi (57,68%). Poco più della metà, invece, ha effettuato il collaudo statico, mentre il 41,5% delle scuole ne è sprovvisto.

Piccoli passi in avanti - ma ancora insufficienti se si considera che, su 40mila edifici scolastici, 2.876 sono collocati in zona a rischio 1 e 14.467 in zona a rischio 2 - si riscontrano rispetto agli interventi di adeguamento e miglioramento sismici: poco più del 3%, si legge sempre nel Rapporto, ha avuto interventi di questo tipo, e l’11,4% è stato progettato secondo la normativa antisismica.

Per verificare lo stato di manutenzione degli edifici scolastici, Cittadinanzattiva ha intervistato direttamente 361 insegnanti. Il 64% rileva la presenza di fenomeni dovuti alla inadeguata o assente manutenzione, prime fra tutte infiltrazioni di acqua (40,1%), distacchi di intonaco (38,7%), tracce di umidità (38,2%). La metà degli intervistati (50,8%) ha segnalato situazioni di inadeguatezza rispetto alla sicurezza e ha riscontrato un intervento a seguito della propria segnalazione. Riguardo alle prove di emergenza ben il 92% dichiara di aver partecipato mentre l’8% sostiene che non siano state effettuate. In prevalenza le prove hanno riguardato l’incendio (79%) e il rischio sismico (70%), mentre l’alluvione ed il rischio vulcanico restano fanalino di coda (rispettivamente 5% e 1%), «nonostante la frequenza crescente dei fenomeni disastrosi provocati dalle alluvioni e dal cambiamento climatico», annota Cittadinanzattiva.

Scuole in ritardo anche sul versante dell’accoglienza degli studenti disabili, ulteriormente aumentati nell’anno scolastico appena cominciato. Ora sono 331.124, il 4,68% dei circa 7 milioni totali, circa 20mila in più rispetto all’anno scorso. Nonostante ciò, appena 4 scuole su 10 risultano accessibili agli studenti con disabilità motoria. La situazione è ancora più grave per gli alunni con disabilità sensoriali, per i quali le segnalazioni visive sono presenti nel 17% delle scuole mentre mappe a rilievo e percorsi tattili sono presenti nell’1,2%.

Nelle ultime settimane, persistendo sull’Italia il gran caldo estivo, si è ritornati a proporre di posticipare a ottobre la ripresa delle lezioni. Contestualmente, si dovrebbe intervenire sugli impianti di condizionamento e ventilazione delle aule. Secondo Cittadinanzattiva, ad oggi sono troppo pochi, presenti appena nel 6% (3.967) delle sedi scolastiche. La regione Marche è la più virtuosa (26,4%), seguita da Sardegna (15,7%) e Veneto (9,7%); in fondo il Lazio con appena l’1,6% di scuole che ne è dotato.

Il XXII Rapporto di Cittadinazattiva fa anche il punto sullo stato di attuazione dei progetti Pnrr legati alla costruzione di nuove scuole. «Il Piano nazionale di ripresa e resilienza ha subìto tagli rilevanti per quanto riguarda gli asili nido: il Piano prevedeva una spesa di 4,6 miliardi per 264.480 nuovi posti ma, dopo la revisione del Governo, la cifra è scesa a 3,245 miliardi per 150.480 posti; stessa cosa per la costruzione di nuove scuole, da 195 a 166», osserva Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale scuola di Cittadinanzattiva.

«La causa principale di questa revisione – spiega Bizzarri – è stata motivata con l’aumento dei costi di costruzione. Lo stesso è accaduto con la ristrutturazione, sostituzione/ricostruzione, messa in sicurezza, adeguamento o miglioramento sismico e riqualificazione energetica degli edifici; le risorse ammontano a 4,399 miliardi di euro, quasi 500 milioni in più rispetto ai 3,900 miliardi iniziali, ma che serviranno per sistemare meno edifici rispetto a quelle previsti inizialmente. Palestre e mense sono previste, ma molto al di sotto del fabbisogno effettivo», ricorda Bizzarri. Che così conclude: «Siamo molto preoccupati per la riduzione degli interventi, soprattutto sui nidi, che non riusciranno a colmare i gap esistenti nei territori che più ne necessitano né a raggiungere gli obiettivi europei, ancora più lontani».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: