La stretta di mano tra Zelensky e Meloni al termine dell'incontro - Ansa / Palazzo Chigi
«Sono qui per ringraziare l’Italia. Vorrei abbracciare gli italiani uno a uno per il sostegno che ci è stato continuamente offerto». Volodymyr Zelensky arriva a Roma e il primo pensiero, prima ancora di affrontare i temi roventi oggetto della visita, è un moto di gratitudine. Guerra e pace, prosieguo degli aiuti «fin quando non cesserà l’invasione» e progetti di ricostruzione, c’è tutto questo nei tre colloqui che il presidente ucraino ha, prima al Quirinale con Sergio Mattarella, poi a Palazzo Chigi (dopo si ferma a colazione con Giorgia Meloni che lo definisce «un amico, anche personale», nel successivo incontro con la stampa) e infine, nel pomeriggio con papa Francesco.
L'Italia dà il benvenuto al Presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky. Rinnoviamo il nostro impegno al fianco del popolo ucraino, a difesa della libertà e della democrazia. pic.twitter.com/3Qbc1FhWiv
— Antonio Tajani (@Antonio_Tajani) May 13, 2023
La visita avviene in una Roma blindata, a più di un anno dall'inizio del conflitto con l'invasione del 24 febbraio 2022. L’atterraggio a Ciampino, alle 10.35, dell’Airbus dell’Aeronautica militare con a bordo il presidente ucraino era stato preceduto da un suo messaggio su Telegram in cui la definiva «una visita importante per la vittoria dell'Ucraina», come a voler smentire già in partenza la lettura che era stata data di una missione di pace.
Il colloquio con Mattarella. Zelensky: «La nostra vittoria è la pace»
Il leader ucraino poco dopo le 12 ha incontrato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Appena sceso dall'auto blindata nel cortile d'onore del Quirinale, Zelensky è stato accolto da Mattarella con una lunga stretta di mano. Dopo il saluto la banda della Marina ha intonato l'inno ucraino, con il leader di Kiev che lo ha cantato con la mano sul cuore. A seguire l'inno italiano.
Zelensky con Mattarella, durante l'esecuzione degli inni nazionali - Ansa
«Noi siamo per la pace, la nostra vittoria è la pace», precisa poi nel colloquio con Mattarella. «Siamo aperti a tutti i contributi internazionali ma la guerra la stiamo subendo sul nostro territorio e la pace deve prevedere la giustizia su tutto il nostro territorio». «La pace, per la quale tutti lavoriamo, deve ripristinare la giustizia e il diritto internazionale – concorda il nostro capo dello Stato – Deve essere una pace vera e non una resa. Sono in gioco non solo l’indipendenza e l’integrità territoriale dell’Ucraina, ma anche la libertà dei popoli e l’ordine internazionale».
Fra i temi affrontati al Quirinale le fake news messe in giro dalla propaganda russa, e la deportazione di bambini ucraini in territorio russo (definita da Mattarella «una pratica straziante e ignobile»), la ricostruzione e l’ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea: «L’Italia punta ora ad aiutare l’Ucraina per il raggiungimento dei parametri», ha assicurato Mattarella.
A Palazzo Chigi l'abbraccio con Meloni. Colloquio di 70 minuti
Attorno alle 13 la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha accolto Zelensky nel cortile di Palazzo Chigi. Fra i due c'è stato un abbraccio, seguito da una stretta di mano davanti alle telecamere nel cortile di Palazzo Chigi, dove Zelensky è stato accolto dal picchetto con gli onori militari.
L'abbraccio tra Meloni e Zelensky. I due leader sono rimasti a colloquio, faccia a faccia in inglese, per un'ora e dieci - Ansa
La premier: «Sosteniamo la formula di pace di Zelensky. Senza resa»
Tutti temi, quelli affrontati con Mattarella che vengono ripresi dopo, nel colloquio a palazzo Chigi, durato già di suo più di un’ora e proseguito a pranzo. Un colloquio tutto in inglese e senza interpreti, Con lei ci sono i ministri Antonio Tajani e Guido Crosetto, il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari e l'ambasciatore Francesco Talò, consigliere diplomatico della premier, e l'ambasciatore d'Italia a Kiev Pier Francesco Zazo.
L’incontro si protrae, in tutto, pranzo compreso, per circa due ore e mezza. Al termine Zelensky, in felpa scura, e Meloni esibiscono una sintonia piena, persino cromatica. Pieno sostegno «a 360 gradi» aveva ribadito il governo italiano, militare, umanitario e politico e il presidente ucraino colloca l’asticella della pace all’altezza dei 10 punti. Ne cita alcuni. Innanzitutto «la liberazione dei prigionieri e di tutti i bambini deportati in Russia». Il numero di quelli accertati, «con nomi e cognomi» è di «quasi 20 mila ma potrebbero essere anche 200 mila», denuncia il presidente ucraino. E poi sul piano politico, ribadisce che punto di partenza deve essere il rientro della federazione russa entro i confini del 1991, includendo quindi la Crimea.
Meloni per parte sua, al pari di Mattarella, assicura l’impegno italiano a «facilitare l'ingresso dell'Ucraina nell'Unione europea», ma si dice anche pronta «a sostenere un'ulteriore intensificazione del partenariato dell'Ucraina con la Nato, ne parleremo a Vilnius al vertice di luglio, sarà probabilmente il tema centrale»». L’Italia, assicura Meloni, «in raccordo con i principali Alleati, continuerà a fornire il supporto necessario, anche militare, affinché si arrivi a una pace giusta per l’Ucraina, che potrà esserci solo se la Russia cesserà le ostilità. Scommettiamo sulla vittoria dell’Ucraina. Questo è importante perché alla pace non si può arrivare con nessuna posizione di resa. Consideriamo ipocrita chi ritiene compatibile la pace con un’invasione». L’Europa «per noi è molto importante», rispetteremo tutte le indicazioni richieste per entrare nell’Ue», concorda Zelensky.
Per Meloni difendere l’Ucraina significa difendere la pace in Europa. «Sosteniamo la formula di pace in 10 punti del presidente Zelensky. E riconosciamo le legittime aspirazione europee dell’Ucraina, avamposto della sicurezza dell’intero continente europeo».
Zelensky a "Porta a Porta": «Se cade Kiev e Putin invade un Paese Nato dovrete mandare in guerra i vostri figli»
"Giorgia, ti ringrazio per la possibilità di essere in questo bellissimo Stato con una grande storia, sono qui per stringerle la mano e ringraziare per aver dato rifugio ai cittadini ucraini, non lo dimenticherò mai" ha detto il presidente ucraino in conferenza stampa, rivolgendosi alla premier. Zelensky ha invitato "tutti i leader politici italiani e i rappresentanti della società civile" a visitare l'Ucraina "perché quando vedrete quello che ha fatto una sola persona, quello che ha fatto Putin, capirete perché noi ci opponiamo a questo male".
Nel pomeriggio Zelensky va in Vaticano per essere ricevuto da papa Francesco. E Meloni tiene a far sapere anche di apprezzare «gli sforzi del Papa e della Santa sede per l'obiettivo della cessione dell'ostilità. Roma è capitale della pace, il futuro dell'Ucraina è europeo, ma la Russia deve fermare l'aggressione e ritirare le truppe».
Alle 18.30 ospite di Bruno Vespa come protagonista dell'edizione speciale di "Porta a Porta" (prima di far rientro all’Hotel Parco dei Principi, ai Parioli) per Zelensky l’intervista sulla terrazza con vista dell’Altare della Patria, con i direttori di grandi testate a porgergli le domande. Definisce Putin «un piccolo uomo che uccide la sua gente», e la guerra che sta combattendo uno scudo per l’Europa: «Se l’Ucraina cade, il passo successivo è la Moldova e i Paesi Baltici» dice il presidente ucraino. «Immaginiamo che Putin arrivi in Paesi Nato. Magari non in Italia, ma manderete i vostri figli a combattere in difesa di Paesi Nato. È meglio aiutare l'Ucraina che mandare in guerra i propri figli»