
Un momento dell'operazione di soccorso del team della Life Support di Emergency - Emergency/DarioBosio
Oltre 1.400 sbarchi nell’ultimo fine settimana, soccorsi in mare e un cadavere intercettato lungo la rotta del Mediterraneo centrale, quel che “resta” di un probabile naufragio fantasma dei giorni scorsi. Il dramma dei migranti si ripresenta puntuale con l’avvio della bella stagione. Ma a spingere i trafficanti a far viaggiare più persone verso l’Europa c’è anche l’ondata di violenze contro i migranti in Libia e Tunisia. Un’ondata di violenze «che ha provocato numerose partenze dalle coste nordafricane. Si sono così registrati, a partire dalla notte tra venerdì e sabato scorsi, una trentina di sbarchi a Lampedusa con l'arrivo di oltre 600 persone sabato e 830 domenica fino alla mezzanotte» conferma Mediterranea Saving Humans, che con la sua barca a vela Safira ha soccorso domenica pomeriggio 28 naufraghi, sbarcati nelle scorse ore sulla più grande delle Pelagie. Il soccorso è avvenuto in acque internazionali, in zona Sar di competenza maltese e tunisina, a 35 miglia a sud-ovest dell'isola. Tra loro ci sono anche 12 minori non accompagnati. I migranti, tutti in fuga dalla Libia, arrivano da Sudan, Egitto, Marocco e Bangladesh e, secondo quanto riferito ai soccorritori erano partiti 52 ore prima dalla costa libica di Sabrata. «Erano completamente stremati, con gravi problemi di disidratazione, per il lungo tempo trascorso in mare», spiegano da Mediterranea, sottolineando che l'intervento si è reso necessario dopo che «il motore dell'imbarcazione, già in avaria, aveva preso fuoco». L'equipaggio, dopo aver fornito a tutti giubbotti di salvataggio, ha contattato le autorità maltesi chiedendo un intervento - spiegano dall'ong -. Ma come spesso accade, «prima non hanno risposto alle chiamate e poi si sono rifiutate di intervenire».
Avvistato un cadavere e i resti di un’imbarcazione
Domenica mattina l’imbarcazione Safira di Mediterranea Saving Humans ha intercettato in mare «prima diverse tavole di legno di colore giallo galleggiare come se fossero i resti di un naufragio e qualche minuto dopo il nostro equipaggio scorgeva tra le onde un corpo senza vita, quello di un ragazzo nero della presumibile età compresa tra i 15 e i 25 anni, che indossava un giubbino di colore beige». Non è stato però possibile recuperare il corpo, inghiottito poco dopo dal mare. Tre ore di successiva ricerca in zona non hanno dato alcun esito.
La Life Support di Emergency a Napoli
Andrà a Napoli e non più ad Ancona come precedentemente indicato la nave Life Support di Emergency con 215 persone salvate nel corso di tre operazioni nel mediterraneo centrale. L'arrivo della nave è previsto per martedì 8 aprile, alle 8.30 circa.
Centro Astalli: cresce la vulnerabilità tra i rifugiati
In Italia si registra un quadro di "crescente vulnerabilità tra i rifugiati", in un contesto caratterizzato da "politiche migratorie sempre più restrittive e dalle difficoltà di accesso a un sistema di accoglienza adeguato, non sempre all'altezza del compito che è chiamato a svolgere; situazioni che rendono l'inclusione sociale un percorso a ostacoli». Sottolinea Il Centro Astalli nel suo Rapporto Annuale che sarà presentato martedì mattina e che contiene una fotografia aggiornata sulle condizioni di richiedenti asilo e rifugiati che durante il 2024 si sono rivolti alla sede italiana del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati, e hanno usufruito dei servizi di prima e seconda accoglienza offerti a Roma e nelle città di Bologna, Catania, Grumo Nevano, Palermo, Padova, Trento, Vicenza. Nel Rapporto emerge che aumentano i richiedenti asilo nei servizi di bassa soglia, e cresce la richiesta di bisogni primari.