
Sempre più a rischio la prosecuzione del servizio per molte edicole - Ansa
Il giornale che state leggendo anche oggi è arrivato pure ad Amatrice e negli altri quattordici Paesi del cratere del terremoto che nell’estate del 2016 ha devastato questa vasta area della provincia di Rieti. Ma dal primo luglio prossimo potrebbe non essere più così. La società di distribuzione “Tirreno press” ha infatti comunicato l’interruzione del servizio (anche nei paesi di Antrodoco, Leonessa, Cottanello, Rivodutri, Flamignano, Castel Sant’Angelo, Borgorose, Cantalice, Montasola, Mompeo, Poggio Bustone, Petrella Salto e Cittareale, per un totale di 18 edicole) adducendo costi troppo alti per il trasporto, visto che il deposito si trova a Monterotondo, vicino Roma, e servizio poco remunerativo in rapporto ai giornali venduti.
«Ma così questi paesi li facciamo morire del tutto – esordisce ma senza abbattersi Roberto Serafini, nella sua doppia veste di vice sindaco e di edicolante di Amatrice –. Qui non sono mai mancati il parroco, il farmacista, il maresciallo e l’edicolante. E se pure noi chiudiamo, dopo che lo stesso sta succedendo per poste, banche e negozi di prossimità, il problema diventa anche sociale. Nei piccoli centri le edicole rappresentano da sempre dei punti di aggregazione, di confronto, di relazioni umane. Qui dentro si parla di tutto e si condividono anche le fatiche di ogni giorno, le sofferenze e le gioie delle famiglie, dei figli», aggiunge in maniera accorata, ricordando che spesso si tratta anche di piccoli empori proprio come il suo, nato 80 anni fa e che all’epoca vendeva anche polvere da sparo, ago e filo per cucire, scope per ramazzare. «A me piace definire la nostra intera dorsale appenninica come l’Amazzonia dell’Italia: forniamo acqua, legna, aria pura alle città e ne rappresentiamo l’identità storica e culturale, perché siamo il 67% dei Comuni italiani».

Roberto Serafini, vicesindaco di Amatrice ed edicolante - Web
E qui Serafini si mette un po’ anche la fascia da vicesindaco dei suoi 1.300 compaesani, divisi ora in ben 69 frazioni (prima del terremoto erano 2.347 i residenti e 5mila in estate per le seconde case): «Per le aree interne servono interventi sui servizi essenziali: strade, scuole, sanità, digitalizzazione. Abbiamo la grande opportunità della transizione ecologica: la gente stare in questi borghi perché la qualità della vita è migliore, ma deve trovare i servizi», comprese ovviamente le edicole. «Certo – chiosa Serafini – tenendo conto che il mondo va veloce e anche l’informazione sta cambiando. Dobbiamo accompagnare la generazione che ancora legge, ma soprattutto immaginare di riconvertire la rete delle edicole con nuovi servizi. I finanziamenti del governo? Ben vengano, però ricordiamo che al cinema andrà 1 miliardo di euro mentre qui parliamo di 17 milioni di euro… Io poi sono per misure sartoriali mirate, non per interventi a pioggia».
I problemi degli edicolanti del Reatino, così simili a quelli di tante altre aree interne italiane, ben li conosce anche Luca Simeoni, segretario provinciale del sindacato Sinagi: «La minacciata interruzione del servizio di distribuzione è grave, però vorrei ricordare che qui non si trasporta carta igienica ma informazione. In più va detto che le aree di distribuzione le decide l’editore e i trasportatori accettano determinati tipi di mandato. Poi è chiaro che può esserci un’area più produttiva e una meno, però ci sono anche edicole, tipo quella del Terminillo, che in estate fatturano come quelle della città di Rieti, quindi, di cosa parliamo?».
Anche Sinagi ha chiesto e ottenuto l’apertura del Tavolo regionale, «perché anche la politica deve farsi carico di questo problema e dare delle risposte; nei paesi i giornali si leggono ancora, con un target dai 50 anni in su, mentre il servizio bloccherebbe anche la fornitura di giocattoli e gadget per i bambini, che invece vanno avvicinati al mondo delle edicole. Riconvertirsi? Certo, stiamo cercando di inserire altri servizi nel canale edicole, tipo quelli parastatali, come i postali, i bancari, le certificazione anagrafiche, il rilascio di documenti, ecc, in un discorso anche a livello nazionale». Ma che ad Amatrice o a Poggio Bustone si fa davvero più urgente e necessario, perché più di 100 chilometri ogni giorno per andare a prendere i giornali è un qualcosa di improponibile.