mercoledì 5 giugno 2024
La premier vola nelle due località dove stanno sorgendo le strutture: «Partiranno con mille posti, poi tremila. E costeranno 670 milioni in 5 anni». Ma per le opposizioni è «solo un spot elettorale».
La premier italiana Giorgia Meloni e quello albanese Edi Rama durante il punto stampa.

La premier italiana Giorgia Meloni e quello albanese Edi Rama durante il punto stampa. - ANSA

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A sette mesi dalla firma del Protocollo d’intesa, dopo ratifiche parlamentari, vagli giuridici, annunci governativi, slittamenti e schermaglie politiche con le opposizioni, ora c’è una data per l’apertura dei due centri italiani per migranti in Albania. A comunicarla è la stessa premier Giorgia Meloni: «Le due strutture saranno pronte dal primo agosto», annuncia durante il punto stampa col primo ministro albanese Edi Rama. Il centro di prima accoglienza nell’area portuale di Shenjin, che funzionerà come un hot spot, è stato ultimato l’altro ieri, è passato sotto la gestione italiana e può accogliere al massimo 200 persone, che di volta in volta, dopo le prime operazioni di identificazione saranno trasferite al centro di permanenza di Gjader, a 20 km di distanza. Quest’ultimo, in fase di costruzione, ad agosto partirà da una capienza «di mille posti - prosegue Meloni -, che poi arriveranno ai tremila previsti».

«Basta col fango sull’Albania»

Al mattino la premier atterra a Tirana accompagnata dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Poi vola a Gjader in elicottero per un veloce sopralluogo del cantiere. Quindi si reca al centro nel porto di Shengjin, destinato alle procedure di ingresso dei migranti. Ed è lì che, alle 13, lei e Rama tengono l’incontro con la stampa. I due capi di governo si salutano con cordialità, chiamandosi per nome. Li accomuna un idem sentire, non basato sulle rispettive convinzioni politiche: «L'Albania ha sempre avuto ottimi rapporti con tutti i governi italiani, indipendentemente dalle forze politiche al potere - tiene a precisare Rama -. Lo deve capire bene la sinistra italiana, perché l’appartenenza a un campo politico non c'entra per niente». Il premier albanese torna sulle frizioni con la stampa italiana avute nelle scorse settimane, criticando chi «ha versato fiumi di fango» sul suo Paese e «le mezze verità diffuse da giornalisti, anche del servizio pubblico» su rischi di corruzione e infiltrazioni criminali nella costruzione dei centri. «Chi l’ha sostenuto deve vergognarsi», insiste Rama. E Meloni è solidale: «L’Albania è stata messa in mezzo da chi vuole attaccare il governo italiano».


Il nodo dei costi

«Non stiamo spendendo risorse aggiuntive, stiamo facendo un investimento», argomenta la presidente del Consiglio, considerato che il protocollo prevede spese «da 670 milioni di euro per 5 anni, 134 milioni l’anno, corrispondenti al 7,5% delle spese connesse all’accoglienza dei migranti sul territorio nazionale». Risorse da nonconsiderare come un costo aggiuntivo, perché «i migranti condotti in Albania avrebbero dovuto essere portati in Italia, dove costerebbero comunque» e il progetto può avere un effetto-deterrenza per «chi vuole raggiungere irregolarmente l'Europa» e «di contrasto ai trafficanti». Fattori che in prospettiva potranno «portare al contenimento dei costi».


Chi sarà portato nei centri

Potranno essere destinati alle strutture albanesi solo i migranti soccorsi in acque internazionali da navi italiane (escluse le donne, i bambini e le categorie vulnerabili). Il numero di migranti presenti contemporaneamente in territorio albanese non potrà essere superiore a tremila, mentre 500 italiani (poliziotti, militari, funzionari dei ministeri di Giustizia e Salute) dovranno vigilare dentro i due centri e occuparsi di loro ( il trasferimento dei funzionari, per Openpolis, costerà 252 milioni di euro). All’inizio i trabordi verso Shengjin avverranno con navi militari italiane.Ma dal 15 settembre - e per i successivi 3 mesi - toccherà a una nave privata della società che si aggiudicherà l'appalto da 13,5 milioni di euro portare circa 300 persone (200 migranti e 100 operatori) per 3-4 quattro viaggi al mese (andata e ritorno). Dopo le verifiche nell’hotspot di Shenjin, i potenziali richiedenti asilo verranno trasferiti a Gjader per le procedure accelerate di frontiera, «che devono essere completate in massimo 28 giorni e prevedono l'udienza di convalida, l'esame della domanda di protezione internazionale da parte della commissione d'asilo, che avverrà da remoto, e la decisione su eventuali ricorsi», riassume la premier, specificando che «i migranti sottoposti alla procedura accelerata saranno quelli provenienti dai cosiddetti Paesi d’origine sicuri». Un elenco, ricorda lei stessa, ampliato dal governo «e che ora comprende anche Bangladesh, Camerun, Colombia, Egitto, Perù e Sri Lanka». La competenza sulle domande di asilo è stata attribuita alla Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale di Roma, mentre i ricorsi potranno essere presentati al giudice di pace e alla sezione immigrazione del Tribunale di Roma. Le udienze saranno telematiche.


Il diverbio con Magi e le frecciate di Pd e M5s

Nel corso della visita, il segretario di +Europa, Riccardo Magi, viene strattonato dai poliziotti albanesi («Mi hanno fatto sanguinare il braccio») mentre espone davanti alla vettura della premier un cartello con la scritta «Un miliardo di hot spot elettorale l’accordo Italia Albania». Meloni scende dalla macchina e chiede di lasciarlo stare. «Se accade a un parlamentare italiano - protesta Magi -, potete immaginare cosa avverrà ai poveri cristi portati qui». Ma, prima di risalire in auto, Meloni ribatte ironica: «See, non è uno stato di diritto, see, poveri cristi...». Dall’Italia, altre forze politiche tornano sul nodo dei costi. Il viaggio di Meloni, attacca la leader del Pd Elly Schlein, è «uno spottone elettorale e costa 800 milioni che si potevano spendere per la sanità pubblica». A tutto ciò, rincarano la dose i parlamentari 5s, «si aggiunge il rischio che il fiume di denaro versato dai contribuenti italiani per questo spot elettorale finisca nelle tasche di mafiosi e malavitosi albanesi. Un capolavoro con cui Meloni prende in giro gli elettori italiani».

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