«Ci consideriamo una famiglia normale. Tutta questa attenzione su noi, anzi, ci crea un po’ di imbarazzo». Quella di Maria Assunta Campana e Natale Grieco - tre figli naturali e tre accolti in adozione -, sarà pure normale ma è una storia che commuove. Parla della 'normalità eccezionale' delle famiglie numerose che in questi giorni festeggiano a Roma il decennale dell’associazione. Sono loro i vincitori del premio Due cuori e una tribù, promosso dall’Anfn. Glielo consegneranno i presidenti Giuseppe e Raffaella Butturini, domani, 28 dicembre, festa della Santa Famiglia di Nazareth, in occasione dell’udienza che papa Francesco riserverà alle grandi famiglie di tutta Europa in aula Paolo VI (saranno oltre 6mila), dopo la concelebrazione eucaristica presieduta da monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio consiglio per la famiglia. Maria Assunta e Natale si sono conosciuti molti anni fa in parrocchia, alla chiesa dei santi Simone e Pietro a Rossano (Cosenza). «Già nel nostro cammino verso il matrimonio – racconta Natale – desideravamo una famiglia grande ed eravamo aperti all’esperienza dell’adozione ». Lei, oggi ha 53 anni, insegnante elementare; lui, 54, dipendente Enel. I figli naturali sono ormai grandi. Carmine, 29 anni, psicologo, ha un lavoro precario. Francesca, 25 anni, detta Kikka, è segretaria di azienda. Simone, 20 anni, è perito aziendale. È per seguirli nei loro studi universitari che Maria Assunta e Natale, 11 anni fa, si sono trasferiti in Toscana, precisamente a Ronta, nel Mugello. Dopo i tre figli naturali, la famiglia Grieco si è aperta all’esperienza dell’adozione. È arrivata dunque Angela, 17 anni, di origine romena, studentessa. Silvia, invece, di 9 anni, è arrivata 7 anni fa. Natale è ancora a casa con tutta la famiglia, nonostante l’incontro nazionale delle famiglie numerose sia già iniziato da ieri, a Roma, al parco della Madonnetta. «Silvia ha la febbre, la stiamo curando. In ogni caso non possiamo mancare all’incontro di domenica, siamo pronti a partire col nostro camper». Silvia fu abbandonata in ospedale dalla madre naturale. Era nata col labbro leporino. Di lì a poco manifestò i segni di una malattia rara, la sindrome Phace. Lei, una piccina dal volto sfigurato, fu ricoverata al Bambin Gesù, e in seguito trasferita in una casa famiglia a Roma. Maria Assunta a quel tempo non conosceva l’associazione famiglie numerose. Ne venne a conoscenza da una notizia di stampa, andò al sito web, www.famiglienumerose.org, e trovò in home page un annuncio: 'Silvia cerca famiglia'. Maria Assunta, Natale e i loro figli naturali decisero di farsi carico di Silvia. Scelta accolta con una certa sorpresa dalle stesse educatrici della casa famiglia romana in cui era accudita. I medici, del resto, davano poche speranze: Silvia sfigurata, sulla sedia a rotelle, e per di più autistica e con ritardo mentale. «Ed invece oggi Silvia parla, ride, piange, corre. È una forza della natura». Un piccolo miracolo, grazie alla preghiera dei Grieco e dei loro amici e alla consulenza dei medici dell’istituto Eugenio Medea di Bosisio Parini (Lecco). E alle operazioni cui Silvia è stata sottoposta, fino al recente passato. Prima all’ospedale Gaslini di Genova e poi nell’ospedale di Eder Swalde (Berlino), in Germania, dove la bambina è seguita da un chirurgo statunitense Milton Waner. Per loro, anche una gara di solidarietà: parrocchie, Misericordia, le associazioni Il Girotondo per il Meyer ed il Sorriso di Bruna, l’Associazione famiglie numerose. Oggi Silvia ha recuperato buona parte delle funzionalità, anche se serviranno altri interventi. La storia di Silvia è stata raccontata in un libro appena uscito 'Ricordami di non smettere di sognare', di Serena Pinzani. «Silvia ci ha cambiato la vita», dicono Maria Assunta e Natale. E da un anno fa parte della famiglia Grieco un altro bambino speciale. Si chiama Jonathan ed ha 4 anni, l’ultimo arrivo di una famiglia 'normale' davvero speciale.
Domenica, nella festa della Sacra Famiglia, la Messa di monsignor Paglia e l'udienza da Bergoglio. Il premio "Due cuori e una tribù" alla famiglia Grieco: ecco la loro storia.
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